sabato 21 luglio 2012

Yakuza Weapon (2011) | Recensione

Yakuza Weapon
Voto Imdb: 5,2
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Titolo Originale:Gokudô heiki
Anno:2011
Genere:Azione / Splatter
Nazione:Giappone
Regista:Tak Sakaguchi, Yūdai Yamaguchi
Cast:Tak Sakaguchi, Jun Murakami, Mei Kurokawa, Shingo Tsurumi


Mi sono sparato questo Yakuza Weapon principalmente per un motivo: è un film Sushi Typhoon, ed ero curioso di vedere fino a che punto questi folli cineasti sarebbero arrivati. Un esempio precedente qui recensito è Ninja contro Alieni, giusto per darvi un'idea di cosa sto parlando.

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L'omaggio del film al manga originale

Dicevo, pensavo di trovare un film malato di mente, ed è esattamente quello che ho visto. E mi è piaciuto più di altri film degli stessi tizi, perché è... meno malato di mente del solito, è più solido come film, e presenta qualche chicca davvero fantastica che vi spiegherò più sotto. Probabilmente chi apprezza gli eccessi alla Hell Driver o The MachineGun Girl qui non troverà pane per i suoi denti. Ovviamente prossimamente parleremo anche di questi due... uhm... gioiellini. Sì sì.

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Robottino con Kurumi (sinistra) e Sachiko (destra)
Yakuza Weapon è tratto dall'omonimo manga di Ken Ishikawa. In Italia e direi nel mondo il compianto mangaka (ci ha lasciati nel 2006) è conosciuto per la saga di Getter Robot, scritta e disegnata in collaborazione con Go Nagai. Io preferisco ricordarlo anche per Robottino, un capolavoro demente sottovalutato dai più, considerato un po' il cugino povero di Dr. Slump e Arale. Ma che ve lo dico a fare. Solo io posso apprezzare un cartone con protagonista un robottino pasticcione, il cui inventore è un depravato innamorato della poliziotta Sachiko e che fa di tutto per riuscire a sbirciarle sotto la gonna.

Divagazioni a parte, non avendo letto il manga originale di Yakuza Weapon, non saprei dire quanto il film sia fedele alla sua controparte disegnata. La storia è presto detta: come il titolo suggerisce, la Yakuza spadroneggia nella società giapponese dell'immediato futuro. Il protagonista, interpretato da Tak Sakaguchi, si chiama Shozo ed è uno yakuza vecchio stampo (una sorta di mafioso giapponese, anche se mi rendo conto di quanto sia riduttivo ed anche fallace descrivere con queste poche parole il fenomeno della mafia giapponese. Potete leggere su Wikipedia per farvi un'idea più precisa). Shozo però non è solo uno yakuza con un suo codice e una sua etica. E' un incredibile deviato mentale schizzato e iperviolento che risolve i problemi con cartoni allucinanti e chili di piombo sparati senza guardare niente e nessuno. Insomma, corrisponde perfettamente al profilo del protagonista ideale di questo Blog. Il padre di Shozo nonché capo-clan viene assassinato, pertanto il figlio viene richiamato in Giappone dal suo esilio in Vietnam (!). Con i suoi due neuroni in croce, Shozo deve capire chi è stato ad assassinare il padre, e deve allo stesso tempo rimettere in riga i fuoriusciti del clan che cercano di rovesciare la sua famiglia.
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L'ispirazione è evidente! Vai tranquillo e va'!
I due neuroni di Shozo, va detto, restano inerti per tutto il tempo. Il nostro non fa altro che muoversi da una casa all'altra, massacrare di botte gli incapaci e sottoposti, e porta così avanti la sua guerra privata nell'unico modo che conosce. Finché non incontra un pazzoide - ovviamente il responsabile di tutto il macello - che lo riduce in fin di vita.
Interviene il Governo giapponese che riporta in vita Shozo trasformandolo una vera e propria arma umana vivente: nel braccio destro viene impiantato un super-mitra e nel ginocchio viene inserito un lanciarazzi (ehi, chi ha detto Cyborg 004?). Da questo momento entra in gioco una follia smodata e la cattiveria dirompente di Shozo diventerà la protagonista indiscussa dell'ultima parte del film.

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Ratataatatatataaaaaaah! (didascalia dell'anno)
Leggendo i crediti, salta immediatamente all'occhio che ci sono due registi: l'attore protagonista Tak Sakaguchi e Yudai Yamaguchi. La coppia aveva già collaborato insieme con Versus e con Battlefield Baseball e Deadball (due film sul baseball in versione Sushi Typhoon... detto questo, detto tutto); inoltre singolarmente il primo aveva già diretto un capitolo di Mutant Girls Squad. Tutti film fuori di melone, indubbiamente. Ad ogni modo, la presenza di due mani diverse alla regia fa sì che il film si presenti idealmente diviso in due tronconi; la prima parte, diretta da Sakaguchi, ci mostra il personaggio Shozo che riempie la scena con serrati scontri di arti marziali. Questa parte è invero un po' traballante, soprattutto a livello di sceneggiatura, e a fare da collante fra le scene action c'è una sottotrama che poteva tranquillamente essere potata, quella dei complotti ai danni dei clan yakuza. La seconda parte, quella veramente malata, inizia quando Shozo diventa l'arma-yakuza non convenzionale. Qui la regia è decisamente più solida e compaiono fantastiche sequenze marchiate Sushi Typhoon nel midollo. Una su tutte vale da sola quasi l'intero film, ed è la chicca che vi anticipavo all'inizio della recensione: salta fuori dal nulla un piano sequenza di quasi cinque minuti dove Shozo irrompe nel covo dei cattivi e massacra decine e decine di vittime sacrificali con tutte le armi in suo possesso: calci, pugni, super-mitragliatrice, lanciarazzi e svariati altri oggetti contundenti; il tutto spostandosi di stanza in stanza fino a salire ai piani superiori dove poi avviene un altro scontro incredibile. L'intero piano sequenza ricorda molto quello più famoso presente nel film The Protector di Prachya Pinkaew con Tony Jaa: film che consiglierò spassionatamente in una futura recensione.

Anche lo scontro successivo di Yakuza Weapon è assolutamente degno di nota nonché malatissimo: il super-cattivo usa il corpo ignudo della sorella assassinata come Arma Finale Totale Globale facendo delle evoluzioni assurde che non possono non strappare qualche risata per l'assoluta insensatezza della scena.

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Tifenterò patrone ti monto! Bwah bwah! Bleargh!
In definitiva, Yakuza Weapon mi è piaciuto. Presenta molti difetti, ma si lascia guardare senza risultare tedioso, e soprattutto non gronda degli eccessi splatter tipici di altre produzioni Sushi Typhoon. Inoltre l'interpretazione di Tak Sakaguchi è davvero ottima: al di là delle scene d'azione, è fantastico sentirlo parlare con un accento così strampalato che perfino io, che di giapponese non capisco una cippa, ho trovato davvero spassoso. Un Sushi Typhoon incredibilmente promosso.

Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 5
Inutilmente tediosa in alcuni punti.
Musiche: 6
Solita accozzaglia elettro-J-pop-Sushi-Typhoon-sarcazzo-cos'altro.
Regia: 6,5
E' un po' la media fra la prima parte, a mio avviso carente, e la seconda, davvero ottima e fuori di testa. Il piano sequenza fa salire notevolmente lo spessore tecnico del film che resta tuttavia una produzione low-budget.
Ritmo: 7
Scontri, scontri, dialogo, scontri, esplosioni, follie assortite, e ancora scontri. La ricetta funziona senza stancare troppo. Diciamo che, per fortuna, i registi non si sono fatti sfuggire di mano il film.
Violenza: 7
C'è un po' di tutto, basta leggere la recensione per rendersene conto.
Humour: 6,5
Potremmo definire il film un action-splatter-comedy. Ci sta.
XXX: 5
Al di là delle solite sequenze con scolarette che fanno tanto maniaco giapponese, il combattimento col corpo nudo di Izumi Cay è senz'altro degno di nota. E riesce a non essere eccessivamente volgare.
Voto Globale: 7
Film promosso. Ottimo Tak Sakaguchi, ottime alcune sequenze, soprattutto divertente e sufficientemente folle per una serata con birra e amici.


Screenshot vari:
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1 commento:

  1. Bello, mi è piaciuto parecchio, penso che per ora sia il miglior film della Sushi Typhoon. Ne dovrei scrivere anch'io nei prossimi giorni :)

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