mercoledì 31 ottobre 2012

Troll Hunter (2010) | Recensione

Troll Hunter
Voto Imdb: 7,0

Titolo Originale:Trolljegeren
Anno:2010
Genere:Fantastico
Nazione:Norvegia
Regista:André Øvredal
Cast:Otto Jespersen, Hans Morten Hansen, Tomas Alf Larsen, Johanna Mørck

I protagonisti di questa storia.
Dopo aver visto questo documentario, ho deciso che io ai Troll ci credo. I Troll esistono veramente. E non sono i bimbiminkia o i provocatori nati che infestano Internet da quando hanno aperto le gabbie con la Rete a disposizione di tutti. Parlo proprio dei Troll, esseri mitologici vagamente antropomorfi tipici del Nord Europa. Fino a poco tempo fa si riteneva che fossero, appunto, solo frutto di leggende ed immaginazione. Ma finalmente, abbiamo le prove: esistono, cazzo! Non avevo dubbi! Non ci credete? Guardate Troll Hunter. Lo so, lo so, non sembra il titolo di un documentario, ma di un film stiloso. Ma basta iniziare a guardarlo, e i dubbi svaniranno come neve, anzi come troll al sole... 

Il prode Hans. Non sprizza carisma
da tutti i pori?
Dei ragazzi norvegesi iniziano a fare ricerche su alcuni cacciatori: sembra ci sia una moria di orsi, e i primi indiziati sono dei bracconieri del posto. Armati di telecamere e microfono, gli universitari partono ad intervistare questa gente finché non si imbattono in Hans. Il documentario ci mostra quello che Hans e i ragazzi vivono nei giorni successivi.
Hans è una specie di agente governativo norvegese. Ha il compito di... neutralizzare i Troll che escono dalla loro zona protetta e che sconfinano pericolosamente vicini ai centri abitati. Hans è anche una specie di eroe malinconico moderno. Sottopagato dal governo, costretto a vivere nell'ombra e nel pericolo costante, accetta di farsi riprendere per mostrare al mondo quanto sia pericoloso il suo lavoro e quanto veri siano i Troll. Lungo questo excursus vedremo Troll a tre teste, Troll puzzoni, Troll con nasi enormi, e Troll così enormi che ne vedi solo le zampe. La cosa che più mi ha incuriosito è che questi esseri terribilmente incazzosi fiutano e riconoscono a distanza i cristiani. E se li trovano, sono dolori...

Fulminato!
Vogliamo parlare della realizzazione tecnica? Beh, visto che è tutto vero, non ha senso parlare di effetti speciali, chevvelodicoafare? Possiamo parlare del montaggio, sicuramente schizofrenico che alterna momenti di pausa a momenti frenetici e concitati (quando compaiono i troll, ovviamente). Oppure possiamo parlare del fatto che le riprese sono fatte da telecamere su spalla, ergo bisogna abituarsi all'immagine traballante stile The Blair Witch Project, cosa che può anche provocare mal di mare ai non avvezzi. Oppure ancora, possiamo parlare dei momenti emozionanti che, di tanto in tanto, fanno capolino: l'ultimo Troll, ad esempio, così mastodontico che mi ha fatto trattenere il fiato al punto che mi sembrava che i ragazzi fossero sotto un Camminatore AT-AT imperiale. O la scena della caverna dove all'improvviso, nel silenzio e nell'oscurità, i nostri si trovano in mezzo ad un nugolo di Troll inferociti. Infine, non possiamo non citare la cornice entro cui questo documentario si muove: i boschi e le montagne norvegesi offrono sprazzi di bellezze paesaggistiche davvero notevoli.

Botte da Troll
Parlando invece delle persone di cui assistiamo le gesta, posso affermare che i ragazzi hanno poca personalità. Sono tre persone comuni, normali universitari catapultati in un ambiente selvaggio e ostile. Il cacciatore di troll Hans ha sicuramente ben altro carisma. Burbero, di poche parole, dai modi spicci e decisi ma che sicuramente sa fare bene il suo sporco lavoro. Hans è un po' il vero protagonista di questo documentario. Certamente vedere i Troll suscita curiosità ed interesse, ma ai miei occhi è apparso più interessante comprendere che vita fanno i Troll Hunter. Devi girare da un bosco all'altro. Cospargerti di grasso di Troll per mascherare l'odore di umano. Non devi essere cristiano. Devi far sì che il Troll sia colpito dalla luce del sole in modo da provocarne la pietrificazione. Devi armarti di strani fucili e potenti torce a raggi ultravioletti in modo da cacciarli anche di notte. Devi vivere alla giornata, ma non puoi scappare: il governo ti segue, copre le tue tracce, maschera il macello che combini e ti fa addirittura compilare moduli assurdi ad ogni uccisione di Troll. Tutto molto... quotidiano e bizzarro, non trovate? 

La scena della caverna.
In conclusione, Troll Hunter è da vedere? Io dico di sì. Dovreste farlo, in modo da togliervi i prosciutti dagli occhi e credere che il fantastico esiste davvero, come queste bestie folkloristiche norvegesi. D'altronde, che esistano lo dice anche il primo ministro norvegese nel finale del filmato, parlando del Troll Field...



Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 6
Qualche buco di sceneggiatura, ma tutto sommato credibile. Interessante lo spunto di partenza: costruire un mockumentary su delle bestie mitologiche norvegesi.
Musiche:
8
In realtà non ci sono musiche, sarebbe perciò più corretto dare un s.v. (senza voto). Gli effetti audio sono però davvero ben fatti, anzi sorprendenti. Il voto quindi va a questo aspetto.
Regia: 8
E' un film a basso budget rispetto ad altre colossali produzioni americane (Cloverfield su tutte). Ma il regista ha fatto davvero miracoli soprattutto con gli effetti speciali. Lo stile da documentario a lungo andare può però stancare, soprattutto se proprio non riuscite a farvelo piacere in partenza.
La recitazione, va detto, è però ai minimi termini, si salva giusto Hans. I ragazzi non hanno purtroppo personalità: evidentemente è un aspetto che al regista non interessava mostrarci.
Ritmo: 6
Non è per nulla indiavolato, anzi è costellato di molte pause e momenti di stanca. Però quando compaiono i Troll, sono cazzi amari per tutti...
Violenza: 5
Non aspettatevi splatter, iperviolenza, cattiveria gratuita. Solo bestiacce puzzolenti e molto molto molto brutte.
Humour:
5
Qualche battuta qua e là, ma l'atmosfera generale è mediamente nonché costantemente seriosa per tutto il film.
XXX: 0
Nulla da segnalare.
Voto Globale: 7
Un piccolo gioiellino. Non è un capolavoro, ma l'ho trovato estremamente godibile e ben fatto. Un plauso al regista, che ha sfornato un ottimo prodotto nonostante le difficoltà del caso e il basso budget a disposizione.

lunedì 29 ottobre 2012

Mega Python vs. Gatoroid (2011) | Recensione

Mega Python vs. Gatoroid
Voto Imdb: 3,2
image host
Titolo Originale:Mega Python vs. Gatoroid
Anno:2011
Genere:Fantascienza
Nazione:Stati Uniti
Regista:Mary Lambert
Cast:Tiffany, Debbie Gibson, A Martinez

Parole chiave che riassumono questo film per chi non ha voglia di leggere: Bestialità (in tutti i sensi), Catfight, Asylum.

La recensione di questo film(accio) parte da due temi che, pur essendo dominanti, toccano di striscio il film. "Com'è possibile?", mi chiederete. E' possibile, è possibile. Stiamo parlando di un film Asylum, dopotutto.

I temi:
1) Tiffany e Debbie Gibson
2) Mary Lambert

Tiffany (sinistra) e Debbie Gibson (destra) negli anni '80

1) Tiffany e Debbie Gibson
Foto promozionale delle
due artiste ai giorni d'oggi
C'erano una volta gli anni '80. Anni rampanti di miti (cit.) e di meteore. Fra queste, le cantanti teen ager Tiffany e Debbie Gibson. La prima famosa per l'omonimo album e per la sua cover "I think we're alone now", la seconda per essere stata la prima diciassettenne ad aver scritto, cantato e prodotto una canzone al primo posto della Billboard Hot 100 (con "Foolish Beat"). La Storia della Musica ci ha insegnato che, vere o finte non importa, ci volessero delle rivalità che tenessero accesa l'attenzione dei fan: tipo Duran Duran e Spandau Ballet o, che so, Sabrina Salerno e Samantha Fox... oppure ancora, Tiffany e Debbie, giusto perché entrambe adolescenti, e giusto perché il loro pubblico era praticamente lo stesso. La prima sfondò nel 1987, la seconda nel 1988. Siamo lì, insomma.

Catfight... bagnato!
Dove voglio arrivare con questo sproloquio? Il titolo Mega Python vs. Gatoroid suggerisce uno scenario epico nonché apocalittico in cui pitoni smisurati [1] lottano contro alligatori colossali. In realtà tutto il film è costruito su una unica scena: un lungo (!), elettrizzante (!!), liberatorio (!!!) catfight fra Debbie e Tiffany. Un po' quello che, trent'anni prima, sognavano i fan nerd delle nostre eroine. Chi ne esce vincitrice? Le puppe di Tiffany. Nessuna, ovviamente.

Botte da orbi! E senza pitoni o alligatori!

2) Mary Lambert

Non è Mary Lambert, ma penso
che questa foto abbia un paio di
motivi di interesse in più.
Probabilmente ai più questo nome non dice niente. Quando ho letto il suo nome durante i titoli di testa, sono andato un po' in sollucchero - ma senza esagerare: mi è tornato in mente un altro film da lei diretto (sì, è una regista) e, per un lungo attimo, ho sperato che Mega Python vs. Gatoroid fosse almeno ai suoi livelli. Sto parlando di Pet Sematary - Cimitero Vivente, tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King. La lacrimuccia nostalgica mi è scesa anche perché è stato il primo libro del Re che lessi, scoprendo un mondo letterario per me nuovo e che andava un po' oltre quello cinematografico che ero solito esplorare grazie ai martedì estivi delle notti horror con lo Zio Tibia.

Purtroppo quel "lungo attimo" di speranza è durato giust'appunto i titoli di testa.

A. Martinez in tutto il suo
esplosivo carisma.
Mega Python vs. Gatoroid è oggettivamente una chiavica allucinante. E sa di esserlo. Debbie è una sorta di dottoressa ambientalista che con un atto di eco-terrorismo libera dei pitoni in cattività. Questi pitoni crescono a dismisura e iniziano a mangiarsi gli alligatori della zona, ai quali Tiffany - poliziotta cittadina - è affezionata (!). Tiffany la prende male e imbottisce di steroidi gli alligatori cosicché questi diventano dei triceratopi incazzati e seminano il terrore fino alle porte di Miami. In pratica, finisce che i mostri in qualche modo si coalizzano e iniziano a sterminare gli umani. A salvare la situazione è chiamato l'intrepido Diego - no, non è Zorro - interpretato da A Martinez e che noi abbiamo già conosciuto nello splendido (!) The Terminators recensito un paio di mesi fa

Illuminante esempio della
eccelsa qualità degli effetti speciali...
Ok, la trama è ridicola.
La realizzazione del film è altrettanto ridicola. I mostri sono fatti con una computer graphic così scadente, ma così scadente che sembra di vedere un gioco per Sega Megadrive inserito in un contesto reale.
La recitazione è sopra le righe e, a parte i tre protagonisti, è a livelli amatoriali - quelli delle recite scolastiche di fine anno.

"Sconti mostruosi!" Sottile umorismo!
Però... sì, c'è un però. In tutto questo sfacelo allucinante, la ridacchiata ha fatto capolino più volte. Sì, lo ammetto candidamente: mi sono leggermente divertito. Un po' come la rubrica "Risate a denti stretti" della Settimana Enigmistica. E' un film autoironico - sicuramente merito di Mary Lambert (vedete "Cimitero Vivente 2" per capire che c'è la sua mano) - e proprio per questo si eleva rispetto alla mediocrità dilagante dei film Asylum. Ci sono citazioni, battute e scene ridicolmente gratuite che spezzano la monotonia della narrazione. Si segue un po' la mania moderna del citazionismo a tutti i costi, ma non è niente di così tremendamente irritante.

Snake on a Train... autocitazione
Asylum! Ah ah ah!
Intendiamoci: è un film che posso consigliarvi? Assolutamente NO! Però, fra tutte le puttanate che la Asylum ha sfornato nel tempo, a suo modo Mega Python vs. Gatoroid ha una sua dignità. Sissignori.

In conclusione: a quando un catfight fra Sabrina Salerno e Samantha Fox? Eh? Eh? Eh? 

Samantha Fox e Sabrina Salerno.
Questo non è un catfight. Non vale!

Note a piè di pagina.
[1] Se vi state domandando se nella sceneggiatura ci sono battute e doppi sensi sui "Pitoni smisurati", sappiate che... sì! Ci sono! Giurin giurello.

Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 3
Già detto tutto nel corpo della recensione.
Musiche: 6,5
Mi sono piaciute. Ed entrambe le cantanti hanno regalato alla colonna sonora un loro (nuovo) pezzo. Onestamente, non si può chiedere di più.
Regia: 6
Mary Lambert è Mary Lambert. Ha sfornato una vera bestialità, ma è riuscita comunque a darle una propria dignità. La sufficienza è un premio a questo sforzo di proporzioni titaniche.
Ritmo: 4
Non propriamente indiavolato, tutt'altro.
Violenza: 5
Potenzialmente poteva essere un film cattivissimo. Ma la scadente realizzazione tecnica ha terribilmente smussato il suo impatto.
Humour: 6
Ho ridacchiato! Un paio di didascalie dovrebbero far capire il tipo di humour e citazionismo qui presente.
XXX: 5
Fan service di Tiffany, ma niente di scabroso.
Voto Globale: 5,5
Non posso dargli la sufficienza - sarebbe roba da Tribunale dell'Aia per crimini contro l'Umanità - ma assolutamente dico che... la sfiora. Solo per fan e per chi sa cosa sia l'Asylum. Se apprezzate roba più impegnativa, togliete pure 2 voti secchi.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...