venerdì 28 giugno 2013

Saranno famosi - Fame (1980) | Recensione

Saranno Famosi
Voto Imdb: 6,4
Titolo Originale:Fame
Anno:1980
Genere:Musical / Drammatico
Nazione:Stati Uniti
Regista:Alan Parker
Cast:Irene Cara, Debbie Allen, Maureen Teefy, Barry Miller

Microrecensione fatta al volo!
Quando si parla di registi con i controcoglioni, uno dei primi che mi vengono in mente è sicuramente Alan Parker. Non sto a snocciolarvi la sua filmografia, peraltro non foltissima ma densa di filmoni. Mi limito a citare uno dei film più cazzuti di sempre (e presente in tutte le mie Top 10 personali), ovvero Fuga di Mezzanotte, che prima o poi qui avrà un posto di rilievo. Se decido di guardarmi un film di Alan Parker so di andare quasi sul sicuro, anche se si tratta di un musical, genere che non rientra tra i miei preferiti (tutt'altro).
Saranno Famosi è uno dei simboli degli anni '80: l'ho sempre incrociato, ma mai guardato con la dovuta attenzione. Sapendo che è un musical, che è un dramma quasi sociale sulla vita di qualche studente sbarbatello newyorkese (anzi, di Manhattan) con i suoi sogni e le sue speranze, ecco che l'interesse non ha mai raggiunto quel livello tale per cui mi dico: "Yo Bro! Me lo sparo!".

Cos'è che ha fatto scattare la molla? Una canzone. Non quella famosissima di Irene Cara, qui anche nel cast principale (la celeberrima "Fame", che dà il titolo originale al film. O è viceversa: il risultato è lo stesso, Oscar e Golden Globe), ma "I Sing the body electric". Dovete sapere che negli anni '80 c'era la pubblicità dell'Acqua Panna in cui si sentiva in sottofondo una canzone che mi piaceva davvero tantissimo. Se dovessi stilare una sorta di colonna sonora della mia infanzia, questa canzone vi entrerebbe di certo. Dato che musicalmente parlando sono ignorante come una zappa e allo stesso tempo combatto una battaglia persa contro la mia pigrizia, per anni e anni non mi sono mai soffermato ad indagare più di tanto: quella era una bellissima canzone di una pubblicità, e bon, finita lì. Poi succede di recente che, in uno di quei flashback che ogni tanto folgorano la mia mente bacata, tutto ad un tratto mi sovvengono quella canzone e quella pubblicità. E mi dico: "Caspio, ora che ho i potentissimi mezzi offerti da Internet, sarà la volta buona che scopro chi cantava quella canzone?" Google mi ha dato la risposta in un 0,2 secondi, e YouTube ha fugato ogni dubbio. Io ero convinto che si trattasse di Bonnie Bianco perché era il periodo di Cenerentola '80 e mi ero auto-convinto di sentire la sua voce. Invece si trattava del cast di Saranno Famosi. Il resto è storia, finalmente la molla per vedere il film è scattata!



Di cosa parla Saranno Famosi? E' presto detto: seguiamo le vicende di un gruppo di ragazzotti newyorkesi, tutti più o meno con problemi personali (del tipo "lo zio Sam vi parla di quanto è difficile vivere ma possiamo farcela se abbiamo il sacro fuoco dentro"), ma tutti dotati di un talento particolare (canto, ballo, recitazione) per merito del quale entrano nella prestigiosa accademia High School of Performing Arts. Il film è suddiviso in cinque diversi capitoli, ciascuno dei quali è legato ad un periodo temporale ben delineato: le audizioni e i quattro anni di studio vero e proprio che termineranno con il saggio finale. Abbiamo  il ballerino problematico ma fenomenale, una ragazza viziata che deve ancora trovare se stessa, il gay complessato che trova il coraggio di fare outing, l'ispanico buffone fuori e tragico dentro, determinato a ripercorrere le orme di un comico portoricano che si suicidò in diretta, il precursore dei nerd genio della  tastiera elettronica (che si scontra con i severi e conservatori professori di musica classica) e abbiamo Coco, già con le idee chiare sul suo futuro di ballerina/cantante e disposta a tutto pur di realizzare il suo sogno. Insomma, tanti personaggi ben delineati, portatori e simboli di tematiche ben precise e di spunti di riflessione appena accennati, ma di quel tanto che basta per partecipare emotivamente alle loro vicende.
Il film funziona? Pur non essendo, come detto, il mio genere preferito, direi proprio di sì. Alan Parker, alla sua quinta regia, dimostra mano solida, mestiere da veterano consumato e coerenza visiva ed espressiva. La sua mano decisa ha tirato fuori il meglio da un pugno di attori sconosciuti e quasi emergenti; le scene di musica e di ballo (me ne aspettavo di più, ad essere sincero: non necessariamente un male...) sono ben coreografate - è impossibile non gasarsi di fronte all'esaltazione dei ragazzi, e il taglio quasi documentaristico e per certi versi anche freddo e asettico aggiunge un sapore particolare di realismo che non guasta mai.
Un bel film sulla crescita, sulla realizzazione di se stessi, sulle disillusioni della vita reale, sorretto da una colonna sonora formidabile e da alcuni personaggi memorabili (primo su tutti il tastierista Bruno Martelli).  Un film di passaggio fra due decadi che hanno segnato la nostra società; un film dove per immagini e sonorità respiri gli anni '70 a pieni polmoni, ma che il gioco delle associazioni mentali fa ricondurre prepotentemente agli anni successivi, quei bellissimi e maledetti anni '80 a cui la mia generazione è attaccata in modo quasi malsano. Non stupisce il seguito che questo film ha avuto: un telefilm con lo status di cult, un remake violentemente orrendo del 2009, e... mi fermo qui, mi rifiuto di citare la De Filippi in questo contesto, possa sparire nel vuoto pneumo-catodico lei e il suo carrozzone di cialtroni buzzurri.

Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 6
Non che ci siano grandi sorprese, ma il film riesce a rendere interessante questa storia quasi minimalista.
Musiche: 9
La colonna sonora è entrata senz'altro nella storia. E in una lunga scena viene pure citato il Rocky Horror Picture Show!

Regia: 7
Ottima regia: solida, senza tanti fronzoli, che va direttamente al cuore dello spettatore.
Ritmo: 6,5
Poche fasi di stanca, con la giusta alternanza fra balletti, drammi sociali, scene simpatiche.
Violenza: 2
Forse psicologica, ma non parlerei di violenza per questo film.
Humour: 6,5
Le parti umoristiche sono affidate al personaggio Raul Garcia, che spara battute a raffica per mascherare la sua vita disagiata. E comunque le scene delle audizioni sono fantastiche!
XXX: 5,5
Brevi scene di nudo qua e là, in fondo siamo in una High School e gli ormoni degli studenti galoppano!
Voto Globale: 7
Bel film, grande colonna sonora, ottimo regista. Una buona combinazione in grado di rendere godibile un film anche per chi non apprezza il genere.

martedì 25 giugno 2013

L'uomo d'acciaio (2013) | Recensione

L'uomo d'acciaio
Voto Imdb: 8,00

Titolo Originale:Man of Steel
Anno:2013
Genere:Fantascienza / Supereroi
Nazione:Stati Uniti
Regista:Zack Snyder
Cast:Henry Cavill, Amy Adams, Russell Crowe, Michael Shannon, Kevin Costner

Prima di partire in quarta con la recensione, a costo di apparire monotono come il Vecchio Fido che esordiva sempre con un: "Come diceva sempre mio nonno...", desidero fare qualche doverosa premessa su questo film che ha un po' diviso il pubblico fra entusiasti e delusi. Ok, ora che avete sbirciato il voto e sapete di quale delle due fazioni faccio parte, iniziamo!
1) Non ho mai letto i fumetti originali di Superman, pertanto non mi lancerò in paragoni azzardati. Giudicherò il film esclusivamente in base a quello che ho visto al cinema.
2) Ovviamente sono cresciuto con la saga cinematografica di Richard Donner & Christopher Reeve, ma non ho mai visto Superman Returns di Bryan Singer, saltato in grande stile perché non mi ha mai ispirato granché. In aggiunta, non ho mai visto Smallville né tanto meno Lois & Clark. Frega-una-cippa, detto fra noi.
3) Apprezzo moltissimo il regista Zack Snyder. Probabilmente a qualcuno verranno le convulsioni: pazienza. Ho conosciuto Zack con 300, ho recuperato L'Alba dei Morti viventi e l'ho adorato, ho visto Watchmen e apprezzato il suo stile visionario, e mi sono pure sparato il flop Sucker Punch, per molti il suo film peggiore, per me invece un delirio visivo che merita un assaggio, fosse anche solo per la sua atmosfera malata.
4) Se avete seguito qualche mia vecchia recensione, sarete certamente in grado di delineare un quadro psicologico del sottoscritto: vittima di facili entusiasmi, non avvezzo a seghe mentali eccessive, incline al colpo di sonno se entro tot minuti non avviene un'esplosione, portato più per l'estetica che per la riflessione. Ovviamente nel circoscritto ambito del "cinema di evasione", di cui si parla in modo specifico in questo Blog.
5) Superman targato Christopher Nolan? Permettetemi una grassa risata. Qui la mano pesante è di Zack Snyder. Punto.

Toh, pigliatevi questo wallpaper stiloso.
Iniziamo dal punto cinque. Quello che ci fa parlare del gioco delle aspettative. Quello che ti fa dire: "Orco giuda, Christopher Nolan ha preso in mano il progetto e, visto il successo mostruoso del Cavaliere Oscuro / Batman, magari intende fare la stessa operazione con Superman. Verrà fuori una figata mega-galattica!" A mio avviso, niente di più sbagliato: quello che io temevo per fortuna non è successo. Perché nolanizzare (passatemi questo termine) Superman è pressoché impossibile. Vi spiego in due righe in cosa consiste la nolanizzazione. Si prende un soggetto, lo si demolisce, lo si ricostruisce in ordine diverso - a volte addirittura inverso, altre volte in modo apparentemente randomico, altre volte ancora in modo da far sembrare la storia una matrioska di piccole storie incastonate una nell'altra - si ammorba il risultato ottenuto con atmosfere cupe e adulte, si elimina ogni traccia di umorismo e si aggiunge una spruzzata finale di figaggine ché non guasta mai. Prendiamo Batman: è un essere umano. E' fragile, lo puoi uccidere e puoi costruirgli addosso una caratterizzazione oscura, sfaccettata, dove non esiste solo bianco o il nero, ma tutte le sfumature in mezzo. E lo inserisci in un contesto fantastico e iper-realistico al contempo dove però tutto ha un suo perché. Invece Superman è un alieno. Un semidio quasi invincibile.  Un eroe senza macchia e senza paura, una leggenda che sfreccia nei cieli da 75 anni. Ditemi come minchia si fa a renderlo più umano senza tradirne i punti salienti e originari. In realtà sono certo che leggendo qualche graphic novel questa metamorfosi sia già avvenuta, e pure brillantemente, ma non voglio entrare in un campo minato data la mia ignoranza sul tema e tronco qui. Quello che voglio dire, più semplicemente, è che se guardo Superman, me ne sbatto allegramente la ciolla di introspezione, dilemmi, responsabilità, drammi interiori e matrioske incomprensibili. Superman deve volare, salvare i buoni e prendere a pizze in faccia i cattivi. Il resto è solo contorno. Datemi del bimbominchia mai cresciuto e siate contenti dell'insulto.
Tornando a Nolan, affermo con aria da bulletto che, di fatto, costui abbia preso il soggetto originale, gli abbia dato qualche aggiustata qua e là e l'abbia passato al suo sceneggiatore di fiducia David Goyer. Il quale a sua volta ci ha messo del suo e l'ha passato al regista Snyder che - permettetemi questa ridicola catena di montaggio - ha preso il tutto, l'ha seguito per metà film, e di punto in bianco ha deciso di fare di testa sua inserendo scene di battaglie ciclopiche che, sommate fra loro, durano un'oretta abbondante. Piazzando qua e là ingenuità a iosa, scene assurde al limite del ridicolo, e tanta, tanta, TANTISSIMA roba che esplode, crolla, si disintegra, rimbalza, si accartoccia, fa UNZ UNZ UNZ dietro ogni angolo. Se quindi vi aspettavate la nolanizzazione di Superman, rimarrete molto, molto delusi.

Russell Crowe / Jor-El
Ovviamente qualcosa di diverso dal Superman a cui siamo abituati, c'è: innanzitutto per una buona mezzora assistiamo a quello che avviene su Krypton, che per me era solo una desolata landa ghiacciata governata da Marlon Brando. Qui invece vediamo qualche scorcio in più, ci gustiamo il livello tecnologico raggiunto dai suoi abitanti, inorridiamo di fronte alla descrizione di come si regola la società (in pratica i kryptoniani non trombano da secoli, dal momento che i bambini nascono programmati e sbocciano da una specie di  Albero della Vita sottomarino tipo Matrix o Dark City), vediamo come il Generale Zod voglia cambiare l'ordine precostituito dei governanti vecchi e imbolsiti (lui, il rivoluzionario idealista patriota militare, sembra essere il vero buono! Ok, ho esagerato.), e dulcis in fundo, vediamo Russell Crowe impersonare il babbo di Superman, facendo suo il ruolo che fu di Marlon Brando. Il neonato Kal-El / Superman / Clark Kent viene ordunque spedito nello spazio tramite super-supposta argentea, non prima di subire un'operazione in cui Russell Crowe prende un mezzo teschio (che contiene il codice genetico di milioni di kryptoniani) e lo impianta nelle cellule del pargolo.
A questo punto il film fa uno stacco e vediamo Clark Kent che gira per il mondo di cerca di una propria identità. Eh già, saltiamo a piè pari tutta l'infanzia del Nostro, che verrà rievocata qua e là da frequenti flash back che rendono la narrazione non lineare - questo sì  marchio di fabbrica del duo Nolan - Goyer - ed è qui che inizia la vera storia, della quale non racconto altro: a voi il gusto di (ri)scoprirla e vedere le differenze con il Superman donneriano.

Immaginatemi con gli occhi a cuoricino *_*
Così come da questo punto del film inizia la vera storia, da questo stesso punto si dipana la mia recensione, articolata in quattro paragrafi.
  • Il Cast
  • Le Minchiate
  • La Sboronaggine
  • Il Commento Finale
Il Cast
Dal trailer dovreste averlo già capito: è un gran bel cast, che personalmente ho apprezzato molto.
Superman è Henry Cavill. Eterno secondo nei casting di mezza Hollywood, fu scartato ai provini di James Bond / Casinò Royale in favore di Daniel Craig, e fu superato da Robert Pattinson per Twilight, da Christian Bale per Il Cavaliere Oscuro e da Brandon Routh per Superman Returns. Insomma, l'apoteosi della sfiga. Attore certamente non espressivo, ma sicuramente fisicamente adatto per la parte (qui lascerei parlare le ragazze, ma evito.)
Amy Adams / Lois Lane
Lois Lane è Amy Adams. A molti non è piaciuta. A me sì. Al di là del fatto che come attrice è decisamente versatile e dotata, devo dire che Amy ha reso perfettamente la parte. Una Lois un po' diversa dal solito, che potremmo ribattezzare Mercoledì perché sempre in mezzo alle palle ma resta dolce, spigliata, a tratti grintosa. Una sola perplessità: sembra più una MILF che una ragazza e ho paura per i vari seguiti. Poi ripenso a Gwyneth Paltrow e alla sua splendida Pepper Pots e mi tranquillizzo un pochino.
Il Babbo biologico di Superman (perdonatemi, non ricordo come si chiama) è Russell Crowe. In molti hanno davanti agli occhi il Russell imbolsito, rotondo-rotolante e quasi irriconoscibile degli ultimi tempi, ma... qui rulla di brutto! Forse per merito della CGI o delle armature che nascondono un po' il fisico. Resta però convincente nella parte.
Kevin Costner / Kent Senior
Il Babbo adottivo di Superman, Kent Senior è Kevin Costner. Qui bisognerebbe fare un distinguo: il personaggio in sé è forse la cosa più ridicola di tutto il film (ci torneremo), ma l'interpretazione di Kevin è assolutamente PERFETTA. Misurato, drammatico quando serve, frustrato e frustrante per il resto delle sue apparizioni.
Zod, il supercattivo è Michael Shannon. Oh. A me è piaciuto abbestia. Non basta digrignare i denti al limite del bruxismo per essere convincenti. Devi essere convinto tu per primo. E Shannon lo è in tutte le scene in cui compare.
Faora è Antje Traue. Ecco. Per me, la resta migliore fra tutti. Lo dicevo in tempi non sospetti: Antje è un'attrice da seguire con attenzione, e noto con piacere di non essermi sbagliato. Guardare Pandorum - L'Universo Parallelo per credere. Ok, lo ammetto: Faora m'attizza assaje.
Poi c'è Morpheus, ops Laurence Fishburne, ma il personaggio è più una macchietta che altro. Mi aspetto una presenza ben maggiore nel sequel (Perry White, il direttore del giornale Daily Planet). E Diane Lane, magistrale nella parte della mamma terrestre di Superman.
Insomma, si passa da interpretazioni perfette (Antje Traue) ad altre senza infamia e senza lode (il protagonista), ma niente di scandaloso. Gli attori per me funzionano.

Antje Traue / Faora. Sì, fammi maleeeeeeeeeee!
Le Minchiate
Secondo punto, ahimè doloroso: L'Uomo d'acciaio è infarcito di una marea di cazzate colossali. Vi cito qualche esempio, perché faccio prima. C'è qualche spoilerino, se volete saltate, ma non è niente di eclatante.

Michael Shannon / Generale Zod
  • Questo è un difetto originario più che del film in sé, ma lo scrivo lo stesso. Il Grande Consiglio di Krypton sa che il pianeta è morente. Perché allora condannare i supercattivissimi spedendoli nello spazio, rendendoli - di fatto - gli unici sopravvissuti della stirpe? Non sarebbe stato meglio incatenarli ad una montagna stile Prometeo e aspettare il corso naturale delle cose per farla finita con loro? No, eh?
  • Non sono uno scienziato, ma un interrogativo che mi pongo è il seguente. Perché il codice genetico dei kryptoniani è inserito in un mezzo teschio che Russell deve andare a pescare chissà dove, e per di più deve iniettarlo nel corpicino di Kal-El? Voglio dire, le informazioni genetiche non sono già di per sé incluse nel corpo di ciascun essere vivente (kryptoniano o terrestre non importa)? Mi spiegate questa cazzata colossale? O ho capito male qualche punto? E poi. Per iniziare una stirpe stile Adamo ed Eva, di solito non occorre una coppia?!?!? Come avrebbe dovuto riprodursi Kal-El? Per partenogenesi? O fare come Geppetto,  l'uomo più potente del mondo?
  • Fatemi capire una cosa. La storia cinematografica dei supereroi è costellata di Grandi Insegnamenti e di Grande Morale, tipo il pippone che veniva fatto alla fine di ogni puntata di He-Man e i Dominatori dell'Universo. Voglio dire: lo zio di Peter Parker / Spider Man, prima di tirare le cuoia, se ne esce col tormentone del decennio col quale ci hanno frantumato gli zebedei per una intera saga: "Da grandi poteri, derivano grandi responsabilità e blablabla". Batman ci insegna che per elaborare il lutto bisogna avere una maschera, un ideale e un fracco di soldi. Tony Stark ci insegna che i soldi non sono tutto: bisogna essere anche sboroni. E Kevin Costner cosa ci insegna, invece? "Figgggghiommio, se ti fai vedere ti vivisezionano! Stai schiscio! Se ti trovi davanti al bivio fra salvare dei bambini e rivelarti, e far morire i bambini continuando a vivere nell'anonimato, indubbiamente la scelta più saggia sarebbe lasciarli crepare. Inserendo la retromarcia per essere sicuri." Forse nel Kansas ragionano così e noi non lo sappiamo.
  • Clark Kent scopre di essere un alieno in età adulta, dopo che da piccolo accetta di essere... speciale. La sua reazione? Un misto fra "Ah, me ne ero accorto" e un "Esticazzi?"
  • In uno spiegone ci dicono che i kryptoniani hanno spedito migliaia di astronavi in giro per l'universo conosciuto. Perché CASUALMENTE la tuta di Clark Kent si trova nell'astronave arrivata sulla Terra decine di migliaia di anni prima?! Mi sono perso qualche passaggio?
  • Perché i cattivoni kryptoniani chiedono espressamente che anche Lois Lane salga sull'astronave insieme a Superman, quando lo prendono in ostaggio? Quale utilità può avere questa richiesta assolutamente insensata?
  • Una menzione d'onore, più che cazzata, devo farla alla scena in cui Superman impara a volare. Ditemi voi se non era un sublime, cristallino, nostalgico omaggio a Ralph Supermaxieroe
Lawrence Fishburne / Perry White
Ci sono altri Grandi Interrogativi che qui ho omesso per non fare spoiler ben più pesanti. C'è però una nota interessante: come anticipato, l'ultima ora di film è tutta incentrata sulle scene di distruzione di massa della città causate dal combattimento fra Superman e i cattivi. Noi siamo abituati a vedere il Nostro anteporre il Bene dell'umanità a tutto il resto. Qui invece se ne sbatte allegramente: chissenefrega se nel combattimento vengono abbattuti grattacieli e quartieri interi: l'importante è accoppare il Cattivo! Ecco, forse questo è il più grande cambiamento effettuato sulla personalità dell'Eroe. E a me questa cosa garba parecchio.

Ancoooooraaaaaaaaahhhh!!!!
La Sboronaggine
Invece di mille parole, innanzitutto vi linko questo esilarante articolo:
Science estimates that the damage done by Man of Steel was worse than 9/11 (trad. letterale: La scienza stima che i danni provocati dall'Uomo d'acciaio siano peggiori di quelli dell'11 Settembre). Per chi non ha dimestichezza con l'inglese, vi riassumo brevissimamente il contenuto: nella scena del combattimento finale a Metropolis (la città immaginaria di Superman, un misto fra Chicago e New York), in barba alla palesata bontà sovrumana dell'Eroe, avvengono infinite scene di distruzione di massa, al punto che sono stati provocati danni collaterali ingenti: 129.000 uccisi dagli edifici distrutti, 250.000 dispersi e almeno un milione di feriti. Con un ammontare di danni superiore a 2 MILA MILIARDI di $.
Questo per dirvi cosa? Che se c'è da fare gli sboroni, chiedete a Zack Snyder e avrete il risultato garantito. 
Personalmente lo scontro che mi è piaciuto di più è avvenuto un po' prima: è quello a Smallville, dove Superman e Faora se le danno di santa ragione. Devo dire che è una delle scene di combattimento più riuscite di questo genere cinematografico, roba da bava alla bocca e pop corn che volano da tutte le parti.
Infine, se dovessi stilare una personale classifica delle scene di distruzione di massa più soddisfacenti, verrebbe fuori una cosa di questo tipo:
1) Transformers 3 di Michael Bay
2) L'Uomo d'acciaio di Zack Snyder, staccato di pochissimo
3) The Avengers di Joss Whedon

Superman al patibolo o no?
Il Commento Finale
Dopo che vi ho elencato il sunto delle cazzate più agghiaccianti, dopo che avete capito che questo è un film dove il pedale dell'acceleratore è sempre pigiato a tavoletta, sono sicuro che saranno in tanti a storcere il naso. Io invece vi dico: vi ricordate le mie premesse? Ecco. Chissenefrega delle cazzate. Quelle mi sono venute in mente solo dopo la visione, a mente fredda e passata una notte ad elaborare. Mentre ero al cinema, invece, ero rapito dalla Sboronaggine. Le Minchiate, di fronte a tale tracotanza, scivolano via come lacrime nella pioggia (cit.). Il film in sé si prende fottutamente sul serio ed è privo di quel clima un po' scanzonato che si vede nelle ultime produzioni Marvel, ma senza ombra di dubbio è intrattenimento allo stato puro che può risultare incredibilmente appagante se lo si guarda con le giuste aspettative e senza eccessivo spirito critico. Al grido di: "Meno Nolan, più Zack Snyder!" vi saluto e vi do appuntamento al sequel, programmato, forse, per il 2014.

 Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 5
Non posso sorvolare sulle enormi cazzate della sceneggiatura. Poi, per carità, in sede di valutazione finale ho chiuso un occhio - se non entrambi...
Musiche: 8
Hans Zimmer perfetto. Non viene utilizzato il memorabile theme di John Williams, e qui sicuramente non è presente una melodia in grado di sostituirla, ma l'impianto orchestrale fa la sua porca figura, accompagnando brillantemente le scene più concitate.
Regia: 8
Se odiate la camera-parkinson, togliete pure due punti secchi. Per me la regia è assolutamente degna di nota, tanto che le sequenze memorabile sono ben più di un paio, culminanti con lo scontro a Smallville e quello a Metropolis. E, per di più, Snyder non ha usato il ralenty - di questo lo ringrazio sentitamente.
Ritmo: 9
Forsennato dall'inizio alla fine, con una leggera flessione in mezzo, coincidente con la parte Jor-El / Lois Lane. Peccato veniale, perché è tutto un preludio al finale con i fuochi d'artificio.
Violenza: 7
Beh, non si può parlare di violenza come quella di un horror / slasher, ma indubbiamente se vedi palazzi crollare fra l'indifferenza dei contendenti che si saccagnano di botte, non si può non pensare alle migliaia di probabili vittime di danni collaterali...

Humour: 5
L'umorismo non è di casa nelle produzioni Nolan, e questo non fa eccezione. Il film è anzi tronfio, pieno di sé, per nulla spiritoso. In altri contesti avrei storto il naso, non però in questo caso.
XXX: 0
Zero.
Voto Globale: 8
Promosso. Una produzione in grande stile, un fumettone divertente da guardare senza porsi troppi interrogativi, una riscrittura di una leggenda dei comics in chiave moderna: il risultato finale è soddisfacente, anche se per molti il finale è eccessivamente lungo e fracassone. Ma non per me.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...