lunedì 7 ottobre 2013

Scott Pilgrim vs. the World (2010) | Recensione

Scott Pilgrim vs. the World
Voto Imdb: 7,5
Titolo Originale:Scott Pilgrim vs. the World
Anno:2010
Genere:Commedia / Azione / Fantastico
Nazione:Stati Uniti
Regista:Edgar Wright
Cast:Michael Cera, Mary Elizabeth Winstead, Kieran Culkin, Alison Pill, Chris Evans, Anna Kendrik, Ellen Wong

Il dinamico (seee) duo protagonista.

Sono molto incazzato. Ma proprio tanto. Ancora non so se con me stesso o se con il film Scott Pilgrim vs. the World. Per spiegarvi il mio punto di vista, proviamo a fare un po' la spunta di quello che potrebbe piacermi in un film leggero leggero e vediamo se Scott Pilgrim rispetta i parametri:
  • Film dal tono scanzonato e folle? Taaac!
  • Film con scene action e fumettose da farlo sembrare un Naruto o un Dragon Ball live-action? Taaac!
  • Film con del sano rock e, più in generale, con una colonna sonora da urlo? Taaac!
  • Film che cita a piene mani il mondo pop degli 8-bit Anni Ottanta, trasformando tutto in un coloratissimo videogame? Taaac!
  • Film innovativo dal punto di vista della struttura visiva e del montaggio? Taaac!
  • Film diretto da un regista geniale? Taaac!
  • Film che in poco tempo ha assunto le connotazioni di cult cinematografico? Taaac!
Ma... ma... tutto ciò è fantastico! Ci sono tutti quegli ingredienti che mandano in sollucchero il mio scarso gusto cinematografico, quello pop e leggero, quello allegro e disincantato, quello che non richiede l'impegno di tutti i miei 5 neuroni contemporaneamente. Allora perché sono incazzato?

Perché Scott Pilgrim mi ha un pochino fatto cagare. E lo dico proprio con queste parole, che so benissimo essere invise a chi parla forbito e mi chiede di non esprimermi con un gergo triviale da bambino dell'asilo che scimmiotta le parolacce dei grandi. Ci sto pensando da giorni, a questo Scott Pilgrim, e da giorni mi sto chiedendo il perché di questa conclusione per certi versi inaspettata. Direte che sbaglio, ma uno dei miei metri di giudizio è l'espressione del viso che ho durante i titoli di coda di un film. Qui avevo una smorfia del tipo: "EH?" e la boccuccia socchiusa a forma di piccola "o". Il problema è che questa stessa espressione stava perdurando praticamente fin dall'inizio.
Il cast dei "Buoni"
Il film parte con una veloce presentazione del protagonista: Scott Pilgrim (Michael Cera) è uno sfigato ventiduenne tremendamente immaturo e smidollato, mai del tutto ripresosi dal benservito arrivatogli dalla ex-fidanzata; membro bassista di un'altrettanto sfigatissima band grunge dal nome Sex Bob-omb, è attualmente impegnato con Knives Chau (Ellen Wong), una liceale diciassettenne asiatica perché di meglio non riesce a rimorchiare e perché in fondo così è più facile esercitare il fascino del grande sui piccoli. Scott vive in appartamento con Wallace (Kieran Culkin), gay dichiarato, ingombrante, impiccione, simpatico e arrogantello: un fortissimo personaggio che fa scappare ben più di una ghignata; ha una sorella (Anna Kendrick) che è l'unico essere veramente senziente in tutta questa sarabanda di pazzi furiosi. Dulcis in fundo, da tempo Scott sogna costantemente una ragazza dai capelli colorati, Ramona Victoria Flowers (Mary Elizabeth Winstead), di cui si innamora follemente il giorno in cui la incontra davvero. Peccato che per poter fidanzarsi con lei, Scott debba riuscire a mollare la povera Knives (cosa che gli riuscirà terribilmente difficile a causa del suo essere smidollato) e, soprattutto, affrontare e sconfiggere i terribili Sette Malvagi Ex di Ramona. Da questo momento il film si trasforma in un'accozzaglia di sequenze dove Scott affronterà, proprio come se fosse in un videogame, gli ex di Flowers tramite scontri folli e totalmente fuori di testa: battaglie fra band musicali che citano a piene mani Guitar Hero e Rock Band, scontri di arti marziali degni dei migliori picchiaduro e prove di abilità da far impallidire Shaun White e Tony Hawk. Riuscirà Scott Pilgrim nell'impresa titanica di conquistare Ramona? Boh, guardatevelo, non sarò certo io a rovinarvi la non-storia del film.

Sarà colpa mia, sappiatelo, ma perfino nel raccontarvi la sinossi vi sarò sembrato scazzato all'inverosimile, e di questo me ne rendo perfettamente conto. Farò uno sforzo sovrumano e cercherò di essere il più oggettivo possibile nell'elencare quelli che sono i punti di forza del film.

1) Innanzitutto il regista. Dobbiamo all'inglese Edgar Wright quella che si potrebbe definire la Trilogia del Cornetto (Three flavours Cornetto Trilogy) che, detta così, non vi dirà un cazzo, ma basta citare i titoli dei film di cui è composta per farvi accendere la lampadina nel cervelletto: Shaun of the Dead (2004), da noi conosciuto con il raccapricciante titolo L'Alba dei morti dementi, una geniale commedia horror sul tema degli zombie; Hot Fuzz (2007) che la pagina italiana su Wikipedia riporta come film di genere: poliziesco, giallo, azione, thriller, commedia, horror, splatter (e basta questo per farvi capire la follia intrinseca della pellicola) e La fine del Mondo (2013), una commedia fantascientifica di cui ancora non so nulla (rimedierò quanto prima). Se vi chiedete: "Perché il Cornetto?", vi rispondo: fate prima a leggere la pagina di Wikipedia e bon, finita lì. Insomma, avrete capito che questa era un'ottima premessa per sperare in un bel film. Wright, qui all'esordio a Hollywood, con la cinepresa è bravo. Si vede che ha mangiato pane e cinema fin da quando era in fasce e, dal punto di vista tecnico e visivo non gli si può proprio dire nulla.

2) L'aspetto visivo. Per questo aspetto, il film merita un dieci e lode. Si vede che dietro c'è un lavoro immane, necessario per ottenere una resa visiva come quella del mondo di Scott Pilgrim. Partiamo da un antefatto: il film è tratto dall'omonimo fumetto di Brian Lee O'Malley diventato cult prima ancora della release cinematografica (non farò il saputello: ne ignoravo l'esistenza fino a poco tempo fa), già il materiale di partenza garantiva una follia ed esuberanza non comune. Non lo definirei graficamente fantastico (secondo il mio canone estetico) a causa del tratto quasi grezzo e semplice, ma si notano chiaramente elementi di rottura rispetto sia ai classici comics americani che ai manga giapponesi. Trasformare in film un'opera del genere non è mai facile, ma qui regista e team di effetti speciali hanno davvero superato se stessi. In Scott Pilgrim c'è abbondanza di effetti speciali volti a enfatizzare l'aspetto cartoonesco dei protagonisti. Non parlo solo degli scontri (copiosi), ma anche di sequenze apparentemente innocue infarcite di elementi grafici su schermo che ottengono un duplice scopo: ricordarci la matrice di partenza e rimarcare quanto sia folle, colorato ed irrealistico l'universo di Scott. Non faccio fatica ad ammettere che il film è a tutti gli effetti una gioia pop per gli occhi!

3) Il gioco delle citazioni nerd. Scott Pilgrim vive di questa fondamentale equazione:

Anni '80 + Nerd = 8 Bit.

Ve la spiego in due righe. La somma iniziale indica innanzitutto il target a cui ci si rivolge: i nostalgici degli anni '80 come possono essere quelli della mia generazione nati a cavallo fra le decadi '70/'80; se poi negli anni '80 eri nerd o geek [1], dovevi per forza di cose essere appassionato dei primi videogame. La rivoluzione degli 8-bit (il risultato di questa equazione) esplose con il Commodore 64 e poco dopo con il NES (Nintendo Entertainment System), la console che portò Super Mario nelle case di milioni di giocatori. Tutta la vita dei protagonisti di Scott Pilgrim è vista come se ci trovassimo, noi e loro, in un videogame. Gli eventi sono accompagnati dai suoni tipici di un sistema 8-bit (basti pensare al fantastico cartello di apertura della Universal la cui animazione è stata resa come se la vedessimo con il Nintendo), il protagonista affronta le varie avventure con obiettivi e scontri proprio come in un picchiaduro, con le prove finali più difficili perché è quello che richiede un boss di fine livello che si rispetti. Gli scontri stessi, pacchiani e assurdi, alla fine non lasciano strascichi: non muore veramente nessuno, nonostante la violenza suggerita dagli effetti speciali. In fondo la commedia slapstick parte da molto lontano, almeno dagli anni '20 di Buster Keaton. E come in un gioco di ruolo, anche il protagonista cambierà le proprie caratteristiche e, sì, diventerà anche una persona migliore. Ecco quindi una sarabanda di citazioni che manderanno in estasi gli appassionati: maglietta di Astroboy orgogliosamente esibita, omaggi a profusione su Zelda, Ms. Pac-Man, Super Mario Bros, Tetris, Sonic, X-Men, Street Fighter II, Tekken, Rock Band e tanti altri titoli che non ricordo, per non parlare di quelli - tantissimi - che nemmeno ho lontanamente colto. Potrei azzardare una frase roboante del tipo: "Quasi ogni inquadratura o dialogo contiene un riferimento o un omaggio a quella cultura pop di cui noi siamo i principali destinatari" senza paura di essere veramente smentito.

Ok, veniamo al dunque. Parafrasando un qualunque Final Fantasy, potreste dirmi: "Ma che Peana Trionfale! Dimmi, Giampy, dimmi perché non ti è piaciuto codesto tripudio di elementi a te tanto cari!"

La risposta non è facile, lo ammetto. Ancora adesso, ad esempio, ho davanti agli occhi alcune scene davvero assurde ma allo stesso tempo ben riuscite; eppure non riesco a togliermi di dosso quella strisciante sensazione di aver buttato nel cesso un'ora e mezza della mia vita. Sì, perché in definitiva quello che con me non ha funzionato, è il risultato finale. Non sempre mescolare nello stesso calderone un'infinità di elementi positivi garantisce un'amalgama accettabile. A causa di questa sensazione, Scott Pilgrim non mi è nemmeno sembrato un film. Mi è sembrato più un coacervo di sequenze splendide legate dal sottile filo della follia ma che, in definitiva, sono senza capo né coda. Più volte, incredulo di fronte alle assurdità che il video mi propinava, mi domandavo: "Ma che senso ha? Dove vuole andare a parare il film?". Non dico di non aver capito il film, piuttosto è vero il fatto che io non l'abbia compreso appieno e questa cosa, lo ammetto, mi ha lasciato esterrefatto. Ecco cos'è per me Scott Pilgrim: un'opera fine a se stessa senza un grosso perché, con l'aggravante che i due protagonisti mi sono risultati fin da subito detestabili. Eh, sì: non ho minimamente compartecipato emotivamente né con Scott, decisamente odioso e tanto antieroe da non aver tifato per lui neanche mezzo secondo, né con Ramona, che non mi ha detto proprio nulla: amorfa, senza personalità, piatta e scialba. Una emo sgargiante, se mi passate questo ossimoro. Decisamente meglio la povera asiatica Knives Chao, lei sì che rulla e spacca!

Mi rendo conto di essere in minoranza in senso assoluto e addirittura una mosca bianca fra i miei amici appassionati che invece hanno adorato questo film. Potrei al limite dargli un'altra chance sperando che una seconda visione me lo facciano rivalutare sapendo già a cosa andrò incontro. Purtroppo il tempo e soprattutto la voglia di farlo non li ho. Bocciato, nonostante la resa tecnica strepitosa e nonostante le premesse facessero sperare in ben altro risultato. Ora picchiatemi pure...

[1] C'è differenza fra nerd e geek, io non li considero sinonimi. Basta farvi un esempio per spiegare la differenza: il fan di Star Trek è nerd e quello di Star Wars è geek. Ergo, io mi considero un geek... facile liquidare questa spinosa differenza con una battuta, vero? Esatto, io svicolo e scompaio nella penombra...

Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 5
Senza capo né coda. Un po' come le non-trame dei picchiaduri tanto omaggiati in questa sede.
Musiche:
8
La colonna sonora è semplicemente strepitosa: si tratta di una perfettamente riuscita commistione di rock e elettronica simil-8-bit.
Regia: 8
Dal punto di vista tecnico, il film è ineccepibile. Si può discutere sul risultato finale del film in quanto tale, ma per questo giudizio c'è il Voto Globale. Qui non posso fare a meno di sottolineare quanto il film sia una gioia per gli occhi.
Ritmo: 8
Sicuramente indiavolato, brioso, allegro senza grossi momenti di stanca. A lungo andare mi è sembrato ripetitivo, ma l'abbondanza di situazioni assurde ha ovviato al problema.
Violenza: 4
Non c'è vera violenza perché le gag sono sul tono slapstick da commedia anche nei momenti più concitati in cui si citato mostri sacri come Street Fighter e Tekken (per non parlare delle fatality di Mortal Kombat)
Humour: 6
Non mi ha strappato grasse risate, ma il tono generale è leggero, umoristico e piacevole.
XXX: 0
F-Zero. (apprezzate questa citazione)
Voto Globale: 5
Già detto tutto in sede di recensione: ogni singolo elemento del film, preso per se stesso, è fantastico; il risultato finale è stato per me però insufficiente: un pasticcio senza senso che mi ha lasciato con un inaspettato senso di delusione.

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