sabato 23 gennaio 2016

The Last Witch Hunter - L'ultimo cacciatore di streghe (2015) | Recensione

The Last Witch Hunter - L'ultimo cacciatore di streghe
Voto Imdb: 6
Titolo Originale:The Last Witch Hunter
Anno:2015
Genere:Azione, Fantastico
Nazione:Stati Uniti
Regista:Breck Eisner
Cast:Vin Diesel, Rose Leslie, Michael Caine, Elijah Wood

Un trio pieno di brio.

Diversi ricordi si accavallano nella mia mente. Tutti hanno un denominatore comune.
Liceo, lezione di italiano su Dante Alighieri. La professoressa tirò fuori un pippone impressionante di UNA FOTTUTA ORA INTERA sul Veltro nell'Inferno. Io non so se rendo l'idea, e nemmeno so dirvi se davvero questo passo dell'Inferno dantesco meritasse tutta questa attenzione (passai il tempo a scarabocchiare sul banco) ma, davvero, un'ora intera a sentire di tutte le possibili interpretazioni su una singola parola mi hanno fatto capire che mai e poi mai in vita mia mi sarei dedicato allo studio della letteratura italiana, è una materia che non fa per me. Fanculo al Veltro. (bambini, non prendete esempio da me: studiate ed ascoltate sempre i vostri prof, possibilmente senza danneggiare la proprietà pubblica. Fine Pubblicità Progresso).
Policlinico di Milano, sala d'attesa gremita di vegliardi, 80 persone in lista prima di me, non c'erano ancora gli smartphone con il collegamento perenne su Internet - anzi, non c'era nemmeno Facebook - e mi ero dimenticato di portare da leggere. Passai il tempo ad osservare le crepe sul soffitto ed insultare mentalmente prima me stesso per la dimenticanza e l'ingenuità, poi gli stronzi che furbescamente erano arrivati prima di me. Perché in fondo, nelle sale d'attesa di tutto il mondo, gli altri sono sempre e solo i tuoi veri nemici.
Roncobilaccio, Autostrada A1, tratto appenninico prima di Firenze. Coda di chilometri e chilometri per il ponte dei morti di novembre, bloccati per ore sul viadotto dell'autostrada. Passai il tempo ad ascoltare la musica mentre il freddo entrava nelle ossa mie e de La (futura) Moglie, e mentre la febbre causata dal vaccino anti influenzale preso in ufficio mi stava divorando dentro.
Ospedale Militare di Milano, ultimo giorno di visita medica di leva. Stanzone pieno di ragazzi scoglionati, in attesa di essere chiamati per ricevere il foglio finale. Ricordo distintamente che mi scappava in modo terrificante la pipì e che cercai di resistere perché la legge di Murphy avrebbe fatto sì che sarei stato chiamato proprio durante l'assenza. Tenni duro finché potei, poi capitolai lasciando la stanza per cinque minuti cronometrati. Ovviamente fui chiamato in quel lasso di tempo: dovetti aspettare la fine ed essere richiamato una seconda volta: ultimo fra gli ultimi. Ore ed ore ad aspettare senza conoscere nessuno e senza la minima voglia di socializzare.

Orbene, vi chiederete, cos'hanno in comune questi ricordi? IL TEDIO.
Aspettate, riformulo estendendo il concetto.

LA NOIA.
LA MANDIBOLA INCRINATA CAUSA MORTALI COLPI DI SBADIGLI.
UNA INENARRABILE ROTTURA DI COGLIONI.

Se siete scafati, avrete già capito il collegamento fra questo preambolo e la recensione di The Last Witch Hunter - Il cacciatore di streghe. Per quanto mi riguarda, potrei anche chiudere qui, perché ho detto tutto quello che c'è da dire. Poi però arriva la solita vocina della coscienza, la stessa vocina che mi è stata instillata fin da piccolo e che vuole che quando si fa un'affermazione forte e decisa, devi motivarla perché altrimenti passi per bambino capriccioso. Anche questa volta darò retta a suddetta voce, cercando di portare a casa il compitino con il minimo indispensabile.

La Regina delle Streghe.

Medioevo. Kaulder (Vin Diesel) è una specie di guerriero-contadino-vedovo che guida un attacco contro la Regina delle Streghe (Julie Engelbrecht), che sta causando una letale pestilenza nel suo ridente villaggio. Lo scontro è cruento, la Regina soccombe sotto i colpi della spada di Vincenzo Gasolio ma, prima di morire, gli lancia una terrificante maledizione: lui sarà costretto a vivere in eterno e non morirà mai.

Apro una parentesi e poi la richiudo. E' dai tempi di Highlander l'ultimo immortale (sicuramente anche da prima, ma io parlo da ragazzino vissuto negli anni '80) che la vita eterna viene vissuta come una maledizione. Ok, datela pure a me, grazie, non mi offenderò, mi piacerebbe verificare direttamente se è davvero così una maledizione vivere ggggiovine per sempre.

Il grande Michael Caine.
Dicevo. La maledizione della strega si manifesta in tutta la sua tracotanza: la scena si sposta ai giorni nostri, Kaulder dopo 800 anni è più vivo che mai, abita a New York e continua imperterrito nella sua missione, cacciare le Streghe. La guerra fra umani e streghe è arrivata ad un punto di stallo o meglio, ad una tregua: anni prima si era convenuto che le streghe potessero convivere con gli uomini, a patto che non usassero la magia contro di loro. Altrimenti ci avrebbe pensato Kaulder a sterminarle. Nel tempo gli Umani sono diventati illuminati e, a causa di questo imperante buonismo del cazzo che sta mandando alla malora la nostra società, le streghe cattive che non rispettano il patto non vengono più massacrate ma segregate vive in sotterranei, giudicate dall'Ordine dell'Ascia e della Croce (di cui Kaulder è il braccio armato) e dal Consiglio delle Streghe (che non si capisce a cosa serva, in realtà). Piccola aggiunta: Kaulder si avvale del braccio destro Dolan, un prete-combattente-esorcista-non-ho-capito-bene; Dolan in realtà è il nome che viene appioppato all'aiutante di Kaulder non appena quello precedente lascia. Ai giorni nostri Dolan è arrivato alla 36esima generazione, ha 50 anni di servizio alle spalle e il volto dell'invecchiatissimo Michael Caine. Fra tutti i Dolan che si sono succeduti nel tempo, il 36 è quello che più di tutti è diventato amico e confidente di Kaulder. Come le sceneggiature scarse ci insegnano, se qualcuno diventa amico fraterno del protagonista immortale, sarà destinato a fine prematura, violenta e dolorosa prima di fare qualcosa di estremamente positivo per l'umanità. 36 infatti mUore, viene eletto Dolan 37 (Elijah Wood) e a Kaulder non resta che piangere la dipartita dell'amico e confidente... per poi scoprire che in realtà Michael Caine è stato torturato da una fazione di streghe ribelli. Questo atto scellerato fa sì che Vincenzino nostro s'incazzi (aggrotterà le ciglia) e inizi il suo viaggio per scoprire chi è stato e perché l'ha fatto; farà la conoscenza di Chloe (Rose Leslie, la Ygritte del Trono di Spade), una strega Dreamwalker, con la capacità di entrare nella mente degli uomini per manipolarne pensieri, sogni e ricordi. Il trio pieno di brio Kaulder - Dolan 37 - Chloe scopre una verità terribile, niente è come sembra, oh mamma colpo di scena, etc. No, non ve lo racconto, evito spoiler. Oddio, non ci vuole la mente di Poirot per capire il clamorosissimo colpo di scena del film, ci sono arrivato pure io ad un terzo dall'inizio. Indizio: in tutte le storie incentrate sulla magia nera, una maledizione si annulla con la morte di chi l'ha lanciata. Se l'immortalità di Kaulder è una maledizione, perché dopo 800 anni lui è ancora vivo? Forse che... (metteteci un milione di puntini di sospensione).

L'inutile Consiglio delle Streghe.
The Last Witch Hunter è un film ricco di difetti, ce n'è per tutti i gusti.
Quello principale è la causa dell'incipit della recensione: è un film maledettamente LENTO e NOIOSO. Non dico che non accadano cose, ma quello che succede prima dell'inevitabile scontro finale si trascina con molta fatica, tante scene inutili, fintamente contorte senza esserlo davvero. E' un film che vorrebbe apparire complicato ma la cui trama è invece di una linearità e prevedibilità quasi imbarazzante. Spesso un film o una storia si reggono in piedi grazie alla sola presenza e carisma del protagonista principale. Restando nell'ambito di Vin Diesel (che io apprezzo tantissimo, lo specifico), penso a Pitch Black: trama semplice, non eclatante, ma con un protagonista semplicemente monumentale per carisma, cattiveria, presenza scenica. Qui, invece, Klauder è una macchietta che scontenta tutti: sia i fan di vecchia data di Vin Diesel, che i giovani d'oggi che cercano il classico personaggio tutto d'un pezzo per esaltarsi. Purtroppo Klauder è semplicemente sbagliato, per giunta inserito in un contesto dove tutto il resto non funziona poi così bene.
Rose Leslie, l'unica nota positiva. *_*
La trama, come dicevo prima, non solo è lineare e prevedibile; purtroppo è anche ricca di incongruenze, cazzatone ed errori grossolani. Al di là del colpo di scena telefonato e di qualche inutile flash forward con visioni apocalittiche che compaiono dal nulla senza un perché, a non funzionare sono i personaggi; ad esempio, quello di Elijah Wood è utile come la scolorina sul monitor quando scrivi col word processor. Dal momento in cui compare fino alla rivelazione del segreto dell'Ordine, che lui conosce in quanto nuovo Dolan, 37 è sempre alle spalle di Kaulder, dice due battute che non fanno ridere, corricchia in un paio di scene, poi si trasforma nella carta da parati dei vari interni che si susseguono lungo tutto il film. Vin Diesel dispensa le sue battute monorigo a getto continuo, ma si vede che lo fa stancamente e senza troppa convinzione; tutto è forzato e fuori luogo. A salvarsi è giusto Rose Leslie nella parte di Chloe, ma non è che il personaggio brilli per acume e presenza: ditemi a cosa serve entrare nei sogni di un guardiano e uscirne in modo che lui muoia al posto di passarlo a fil di spada di fuoco che Klauder usa in abbondanza all'inizio e da tre quarti in poi di film. Rispondo io: non serve ad una cippa di niente, soltanto ad allungare la brodaglia. Dal punto di vista tecnico, il film non sarebbe nemmeno malaccio: gli effetti sono buoni, anche se a mio avviso hanno una resa troppo plasticosa e posticcia. Mi è piaciuta molto la fotografia e i contrasti cromatici delle varie scene: qui i colori non sono smorti, al contrario spiccano per tonalità accese e vive. Poi... nient'altro. Un po' poco, direi.

La cosa migliore del film non compare nel film.
Ok, non è vero che non compare, ma è stata sfruttata poco e male.
Ah, la spada! La cosa più figa, Vin Diesel non l'ha fatta nel film ma durante la prima, sfoggiando una reale spada infuocata ed esibendola con la giusta e sacrosanta arroganza. Niente mi toglie dalla testa che Vin Diesel sia un fan di Daltanious e Voltron / Golion...




Minacce al regista.
Vogliamo parlare del regista? Parliamone. Breck Eisner è il figlio di quel Michael Eisner, a lungo Amministratore Delegato della Walt Disney Company durante il periodo d'oro degli anni '90 quando, dopo un lungo periodo buio, tornò a sfornare un successo dietro l'altro. Ecco, Eisner Junior come regista ha legato il suo nome ad uno dei più clamorosi flop economici nella storia della cinematografia, il film Sahara (2005) tratto dall'omonimo romanzo d'avventura di Clive Cussler. Tra produzione e distribuzione, Sahara costò più di duecentoquaranta milioni di dollari e ne incassò la metà: un buon risultato in termini assoluti come botteghino, ma terrificante come ritorno economico (non rientrare della metà delle spese è un fallimento colossale). The Last Witch Hunter è costato 90 milioni di dollari (e davvero non mi spiego una cifra così elevata per questa produzione) e ne ha incassati poco più di 100: diciamo che stavolta non è stato un flop, ma di sicuro ha bloccato ogni velleità di trasformare il primo film in una serie come era nei programmi, perché si sono verificati i presupposti per trasformarlo in un franchise di successo. Io aggiungo: meno male. Meglio che Eisner Junior si goda i soldi di papà a bordo di qualche piscina in California senza fare altri danni al cinema.

In definitiva, speravo fosse un film meritevole, purtroppo è stato una grossa delusione. Un mezzo passo falso per l'immagine di Vin Diesel, che in ogni caso brilla come non mai grazie al successo stratosferico di Fast & Furious 7. Per il resto, rivolgete la vostra attenzione su altri film, anche se di recenti con questo tema non se ne trovano molti, a meno che non andiate a pescare tra le produzioni horror minori. Bocciato causa TEDIO.

Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 5
Semplice, lineare e troppo prevedibile.
Musiche: 6
Sei politico, giusto perché non ci ho fatto tanto caso. Segno che la colonna sonora non mi ha irritato, ma nemmeno mi ha colpito.
Regia: 5
Se da un lato l'immagine è molto buona, le scelte di fotografia e location azzeccate, dall'altro il regista non ha brillato come resa finale. 
Ritmo: 3
Voto forse fin troppo basso ma, credetemi, è uno dei film più noiosi che mi sia capitato di vedere recentemente.
Violenza: 5,5
Beh, sì, qualcosina c'è, ma per essere un PG-13 ci si aspettava qualcosa di più.
Humour:
5
Non fa ridere, e nemmeno le battute mono-rigo di Vin Diesel riescono a risollevare il film dalla mediocrità.
XXX: 0
Niente da segnalare, nonostante la presenza di Rose Leslie e di Julie Engelbrecht, che da sole potrebbero fornire molto materiale al Neurone Numero 4.
Voto Globale: 4,5
Nella sua globalità The Last Witch Hunter avrebbe potuto prendere un voto anche un pelino più alto, ma non posso perdonargli la noia che mi ha pervaso praticamente fin dall'inizio. Dal mio punto di vista, è un peccato mortale. Peccato.

martedì 5 gennaio 2016

Assassination Classroom (2015) | Recensione

Assassination Classroom
Voto Imdb: 6,4
Titolo Originale:Ansatsu kyôshitsu
Anno:2015
Genere:Azione, Commedia, Fantascienza
Nazione:Giappone
Regista:Eiichiro Hasumi
Cast:Ryosuke Yamada, Masaki Suda, Kippei Shiina, Kang Jiyoung

Ah, chi non ha mai sognato di accogliere così i professori? Siate sinceri con voi stessi!
Koro-sensei in tutta la sua... cattiveria efferata.
Assassination Classroom è uno dei piccoli, nuovi fenomeni editoriali in Giappone: nato come manga firmato da Yusei Matsui (2012), si è evoluto in una serie anime arrivata all'annunciata seconda stagione e in un film live, l'oggetto di questa recensione. Premettendo che sono totalmente a digiuno sia del manga che dell'anime, mi sono affacciato al film semplicemente con una vaga idea del soggetto originale. Lo spunto di partenza è, invero, decisamente interessante: uno strano alieno tentacoluto spunta dal nulla, riduce la Luna ad un semplice spicchio, poi piomba sulla Terra ed emette la sua sentenza: il pianeta farà esattamente la stessa fine, e l'unico modo per scongiurare la sua distruzione è uccidere questo strano essere. L'alieno propone uno strano patto ai grandi potenti del mondo: ad ucciderlo deve essere una classe di una scuola giapponese, classe di cui lui sarà il professore. Se entro la fine dell'anno scolastico gli studenti riusciranno ad assassinarlo, la Terra sarà salva. Koro-sensei, così l'alieno viene chiamato ("maestro invulnerabile"), decide anche di quale classe sarà il maestro: la 3-E della scuola media Kunugigaoka. Perché proprio la 3-E? La scuola ha un rigido sistema di valutazione degli alunni, è una delle più prestigiose della Nazione e solo i migliori possono andare nelle classi più ambite; i reietti, quelli che falliscono, vengono confinati nella 3-E, classe che addirittura non si trova nell'edificio principale ma in una catapecchia semi-abbandonata in mezzo ai campi, non distante dal centro. Fra le righe, Koro-sensei offre ai ragazzi un'occasione di riscatto, così che possano scrollarsi di dosso la nomea di "falliti". Oltre al non indifferente succulento premio di 10.000.000 yen che andranno a chi fisicamente riuscirà nell'omicidio. I potenti, in particolare l'esercito del Giappone, acconsentono a questa richiesta, a patto che nessun ragazzo rimanga ferito nei tentativi. Koro-sensei in realtà può essere ucciso da semplici palline di gomma sparate da pistole ad aria compressa, o da banali coltelli di plastica, perché la sua struttura è vulnerabile a tali materiali; per i ragazzi sembra tutto facile, ma purtroppo per loro l'impresa è pressoché impossibile: l'alieno è dotato di una velocità irreale simile al teletrasporto istantaneo, può assumere tutte le forme che vuole, è intelligentissimo e scaltro; in pratica scansa i proiettili con velocità disarmante e niente sembra scalfirlo. Ecco il motivo del nome di "maestro invulnerabile".
Queste sono solo le premesse iniziali di tutto il film: il resto è un susseguirsi di tentativi, a volte ingegnosi, dei ragazzi di uccidere Koro-sensei: rispondere all'appello crivellandolo di colpi, assistere alla lezione di chimica per preparare veleni potentissimi, arti marziali, imboscate... ma niente da fare, l'alieno sventa tutti i loro attacchi con facilità disarmante e sempre con un enorme sorriso stampato sulla sua faccia tonda e gialla. Tra i vari personaggi ne spiccano alcuni, che risulteranno essere i protagonisti: l'introverso Nagisa (in realtà quello che più di tutti ha l'istinto del killer), lo spaccone Karma, il carismatico Karasuma, emissario del Ministero della Difesa che cerca di consigliare al meglio i ragazzi, e Irina Jelavic, killer di origini russe che il Ministero ha mandato in aiuto dei ragazzi spacciandola per sexy professoressa d'inglese.
Ah, le sexy professoresse d'inglese.
La narrazione del film segue, per quanto possibile in un'ora e quaranta circa di visione, la struttura episodica del manga; ogni dieci minuti c'è una scena diversa, corrispondente alla comparsa di un nuovo personaggio o di un nuovo modo di uccidere Koro-sensei. Il risultato è abbastanza frammentato, perché non esiste una trama vera e propria, ma è una sequenza di episodi non dico slegati l'uno dagli altri, ma certamente tenuti insieme con lo sputo grazie al filo conduttore dell'obiettivo finale dei ragazzi. Da qui si capisce subito il grosso limite del film Assassination Classroom: replicare in poco tempo una struttura episodica non è facile, e dal punto di vista della sceneggiatura gli autori hanno scelto la strada più facile ma anche quella meno efficace. In secondo luogo, un potenziale difetto è il target abbastanza basso del film (adolescenti); questo fa sì che, nonostante le premesse molto interessanti, tutto sia stato mantenuto su un tono leggero, forse troppo, anche didascalico e patinato; nessuno muore davvero e non si avverte alcuna sensazione di minaccia.
Interessante, in ogni caso, è la figura di Koro-sensei, che non appare mai come un nemico letale che porterà morte e distruzione, ma anzi, diventerà una figura paterna di riferimento per i ragazzi sbandati ed emarginati dalla società. Uno che, in modo apparentemente masochista, ad ogni fallimento degli studenti dà loro consigli su come ucciderlo meglio e, allo stesso tempo, insegna loro come si sta davvero nel mondo, preparandoli al futuro come nessun altro professore è mai stato in grado di fare prima. 
Buona integrazione CGI / Ambiente (1)
La morale semplicistica e quasi favolistica permea l'intera produzione, rendendo il film forse meno interessante per chi vuole guardarlo con occhi da adulti; tenendo conto però del target di riferimento, devo dire che il messaggio è ben centrato: soprattutto se consideriamo l'esageratamente oppressivo sistema scolastico che esiste davvero in Giappone. Al di là di queste considerazioni che possono valere o non valere a seconda dell'età di chi guarda, il vero difetto del film è un altro: Assassination Classroom è profondamente incompleto, non ha un finale vero e proprio (ne hanno annunciato il seguito nel 2016), soprattutto perché il manga è tuttora in corso e gli sceneggiatori non hanno voluto osare nel raccontare qualcosa di diverso, preferendo percorrere i binari sicuri di una scrittura senza guizzi. Film bocciato, quindi? Assolutamente no, per diversi motivi.
Buona integrazione CGI / Ambiente (2)
Il primo è la realizzazione tecnica: a me è piaciuta parecchio. La qualità dell'immagine è davvero ottima, i colori sono brillanti, la telecamera sicura. Tutto l'insieme fa sì che si respiri davvero l'aria della scalcagnata classe 3-E. In secondo luogo, la realizzazione di Koro-sensei è a mio avviso strepitosa: tutto in CGI, ma reso in modo che non stonasse per nulla con l'ambientazione. Se dovessi fare un esempio molto (MOLTO, ribadisco) azzardato, direi che è come i cartoni animati che interagiscono con gli umani in Chi ha incastrato Roger Rabbit (1988). 27 anni di distanza hanno colmato un gap tecnico notevole, e l'ottimo risultato è davanti agli occhi di tutti. Koro-sensei è sì cartoon (anzi, anime), ma parla, manipola oggetti, ha un suo posto nell'ambientazione senza mai risultare fuori luogo. Non è cosa da poco, lasciatemelo dire: il tutto con un budget probabilmente medio alto per gli standard giapponesi, ma senz'altro ridicolo se paragonato a produzioni simili hollywoodiane. Gli attori sono quelli che sono: adolescenti, idol (a dare la voce all'alieno è Kazunari Ninomiya degli Arashi, gruppo che spopola fra le ragazze) e comprimari di livello. La scuola recitativa giapponese è nota, può piacere o non piacere, ma se contenuta in toni leggeri da commedia come in questo film, si lascia apprezzare molto bene.
Mi hai convinto!
Se dovessi definire Assassination Classroom in qualche modo, potrei dire che è un film J-Pop: profondamente giapponese per i suoi temi e i cliché inseriti (inchini, rapporto sensei-kohai / maestro-studente, il non dichiararsi e il mai aprirsi veramente con gli altri, etc), ma altrettanto profondamente pop per la carica di allegria, colori e vivacità. Il risultato finale resta godibile, leggero, sebbene non memorabile: buono per un'oretta e mezza di puro relax. Non avendo letto il manga né visto l'anime, non so collocare bene il film: la mia impressione è che probabilmente, nella sua globalità, sia il prodotto meno valido del lotto.

Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 5
Spunto iniziale molto interessante, ma risente troppo della struttura episodica di partenza, col risultato che il film è praticamente una sequenza di episodi slegati che si susseguono uno dopo l'altro.
Musiche: 6
Nulla di memorabile dal mio punto di vista, ma il commerciale j-pop che si sente svolge dignitosamente la sua parte.
Regia: 7
Dal punto di vista della regia, il film è ben fatto. La qualità visiva è eccellente e sembra davvero di trovarsi tra le mura di legno della scuola. Peccato per la mancanza di omogeneità della trama.
Ritmo: 7
Pochi i punti morti, per essere un film orientale non è lento. La sua anima j-pop l'ha reso anzi spigliato e frizzante.
Violenza: 4
E' più una favoletta che altro, le armi sono dichiaratamente di gomma e nessuno deve farsi male davvero. Le premesse (e il titolo) fanno pensare a ben altro.
Humour: 6
Qualche scena buffa affiora qua e là: humour tipicamente nipponico che non sempre funziona con noi occidentali. Non disprezzabile.
XXX: 1
A salvarlo dallo zero spaccato ci pensa la killer-prof russa... ma ovviamente non basta.
Voto Globale: 6,5
Film godibile, innocuo, molto ben realizzato ma fondamentalmente incompleto ed inconsistente come storia: da un lato ha un personaggio molto interessante come Koro-sensei, dall'altro lato non spiega e non risolve niente, rimandando tutto - forse - al seguito annunciato per il 2016. In ogni caso, a mio avviso merita una chance.
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