venerdì 13 ottobre 2017

La voce delle stelle (2002) | Microrecensione

La voce delle stelle
Voto Imdb: 7,4
Titolo Originale:Hoshi no koe
Anno:2002
Genere:Fantascienza, Sentimentale
Nazione:Giappone
Regista:Makoto Shinkai
Cast:Makoto Shinkai, Mika Shinohara

Attenzione! Questa recensione è un estratto della Monografia su Makoto Shinkai. Ne ho fatta una versione separata ai fini di una bieca migliore indicizzazione dei motori di ricerca. Seguite questo link per leggere l'intero articolo! LINK

Livello di spoiler: ASSENTE [non succede una cippa, andate tranquilli]

Ok, gli sfondi sono già strepitosi adesso...
Ahia, questo è invecchiato male.
Ricordo benissimo come, quindici anni fa, esaltato dal risultato ottenuto dal lavoro di una sola persona, avessi guardato La voce delle stelle con un occhio di riguardo. E credo anche che mi fosse piaciuto parecchio, l'idea che un povero disgraziato si fosse messo di buzzo buono per tirare fuori un prodotto simile tutto con le sue sole forze aveva fatto sì che le sue magagne scomparissero quasi del tutto. Ora che l'ho rivisto per scrivere questo articolo, non posso che scuotere la testa sconsolato. La voce delle stelle è un lavoro davvero molto ingenuo, con degli ottimi spunti, ma che naufraga in uno svolgimento macchinoso e privo di una reale conclusione. Anche il character design, soprattutto dei personaggi, è approssimativo e ancora troppo grezzo per poter essere confrontato con una produzione più blasonata. L'idea di partenza non è male: la Terra è in guerra con i Tarsian, una razza aliena brutta e cattiva; i paladini del bene lanciano una flotta per combatterli e in particolare l'astronave Lysithia è diretta sul pianeta madre per farla finita una volta per tutte. Mikako e Noboru sono due ragazzi che stanno insieme, ma presto dovranno separarsi: lei è stata scelta come pilota di mech per combattere il nemico e viene spedita proprio sulla Lysithia. Il resto della storia è un susseguirsi di messaggi tra loro due, che impiegheranno sempre più tempo per raggiungere la destinazione man mano che la distanza tra loro aumenterà, fino a quando un messaggio impiegherà 8 (otto) anni per arrivare, inviato da lei adolescente e arrivato sulla Terra a lui adulto. Tra un messaggio e l'altro, lei continuerà a combattere il nemico a bordo del suo mech in un tripudio di esplosioni, missili, spade laser e azioni evasive.
Non abbiate paura di spoiler con La voce delle stelle, la storia qui è solo un bieco pretesto per giustificare una serie di frasi da Baci Perugina unite a sequenze di combattimenti che, considerando il fatto che sono stati tutti realizzati da una sola persona, ti fanno esclamare qualcosa del tipo: "Vacca boia, complimenti all'autore!"
Mikako alla guida del mech con la divisa da scolaretta...
La storia, purtroppo, è quella che manca, e non sarà la prima volta per Makoto Shinkai. L'intera operazione è avvolta da un quasi simpatico velo di ingenuità: ridicolo che Mikako (addosso) combatta sul mech vestita con la divisa della scuola e non in tuta da pilota (come un qualunque anime di robottoni anni '70 e '80 insegna); snervanti le sequenze statiche - per ovvi motivi di lavorazione tecnica - in cui la voce fuori campo "legge" il contenuto dei messaggi; irritante, infine, il contenuto degli stessi messaggi, sdolcinati pur non raggiungendo vette diabetiche, che stonano inseriti in un contesto di combattimenti tra robot. La voce delle stelle è, chiaramente, un lungo esercizio di stile resosi necessario a Shinkai per brillare di luce propria e farsi notare in un sempre affollato panorama di produzioni professionali.
Proprio per la sua unicità e peculiarità, non mi sento di dare una valutazione al corto: oggettivamente sarebbe insufficiente, ma non ha senso bocciare in modo così netto il risultato straordinario ottenuto dal regista - lui e solo lui - agli esordi.
Mech e pioggia in un colpo solo. Grande combo!

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