venerdì 15 dicembre 2017

Descendants of the Sun (Drama, 2016) | Recensione

Descendants of the Sun
Voto Imdb: 8,6
Titolo Originale:Tae-yang-ui hu-ye
Anno:2016
Genere:Drammatico / Sentimentale / Commedia / Azione
Nazione:Corea del Sud
Regista:Lee Eung-bok, Baek Sang-hoon
Cast:Song Joong-ki, Song Hye-kyo, Jin Goo, Kim Ji-won

Una delle scene topiche di Descendants of the Sun,
immagine che non a caso compare ovunque, locandina inclusa.
E alla fine, il Giampy si è cimentato in qualcosa di totalmente diverso dalle sue solite visioni.

Un drama.
Coreano.
Romantico.
Strappalacrime.

E sapete qual è la cosa più inquietante di tutte? Se lo è pure sciroppato in pochi giorni, sottoponendosi ad estenuanti maratone davanti allo schermo.

No, cazzo, non va bene, non va bene per nulla.

Partiamo dall'inizio. Rullo di tamburi!
Prima di tutto, rispondiamo a tre domande introduttive.
1) Cos'è un drama?
2) Perché proprio Descendants of the Sun?
3) Cosa si intende per coreanata?

La prima risposta è molto semplice: in parole povere, è il corrispondente asiatico dei telefilm così come li conosciamo noi. In questa sede si parla principalmente di dorama, termine giapponese abbreviato dall'inglese Television Drama che indica il sottogenere di fiction televisive, discretamente standardizzate nella formula, dove a cambiare può essere il genere (commedia scolastica, storico in costume, horror, fantascienza, poliziesco, thriller, etc.), la storia, la presenza o meno di una o più sottotrame romantiche, l'ambientazione. Scendendo ancora più nello specifico, in questa recensione sto parlando di un k-drama, parola che indica un drama di origine coreana (del sud), simile nella concezione al j-drama giapponese, che solitamente si differenzia per un budget più elevato e una vicinanza sempre più pericolosa al concetto di soap opera. Una buona fetta del target è infatti femminile, non è un caso che vengano presi a manate ragazzi e fighetti di gruppi k-pop (corrispettivo coreano del j-pop, a sua volta definibile come genere pop giapponese di gruppi di bellocci e bellocce in stile One Direction, tanto per capirci). Altro aspetto peculiare è il fatto che le riprese vengono fatte quando la serie è già in onda, per permettere alla produzione un eventuale cambio di rotta di trama e personaggi a seconda della risposta e delle preferenze del pubblico. 
Ed eccoci quindi a rispondere alla seconda domanda. In realtà i motivi sono due. Descendants of the Sun è stato il k-drama di maggior successo del 2016, forse anche degli ultimi anni, capace di superare i confini nazionali e di far parlare di sé anche in America e nel resto dell'Asia, specialmente in Cina dove è stato trasmesso in contemporanea con la Corea. Il suo successo non è stato solo di critica e di spettatori: il drama è stato una possente macchina da soldi (si parla di proventi totali, diretti ed indiretti, di oltre 880 milioni di dollari!). Tutti i prodotti reclamizzati al suo interno - lucidalabbra, auto (casualmente tutte Hyundai), vestiti, locali di tendenza - hanno avuto un incremento di vendite enorme proprio grazie al serial. Il secondo motivo è questo:


Devo confessarvi una cosa: complice La Moglie, in realtà non sono nuovo al mondo dei drama, sia giapponesi che coreani. Già in passato me ne ero sciroppato diversi, gradendoli moderatamente quasi tutti. Restando nell'ambito coreano, me ne ricordo giusto due: My Lovely Sam-soon (Nae ireum-eun Kim Sam-soon, 2005) e Full House (id., 2004). Di entrambi ho un bel ricordo, ovviamente offuscato dal fatto che sono passati diversi anni dalla loro visione. Proprio del secondo nominato, l'attrice principale è proprio lei, Song Hye-kyo, la donna delle immagini di prima nonché co-protagonista di Descendants of the Sun. Sembra quasi uno scherzo del destino, eppure è così!
Infine, in quel periodo ho iniziato a seguire anche film coreani - non solo drama, quindi - ed insieme a La Moglie abbiamo coniato un termine: "coreanata". C'è una storia che parte allegra, divertente e spensierata? Verso la fine arriva un male incurabile che si porta via il o la protagonista. Più in generale, con "attenzione alla coreanata!" intendiamo scherzosament un improvviso cambio di registro, che solitamente inizia brioso e frizzante, e che termina impietosamente in una valle di lacrime. A quanto pare, ai coreani - più di altri, giapponesi e cinesi di Hong Kong inclusi - piace mischiare nella stessa storia commedia e dramma, rendendo più difficile tracciare con certezza il solco che separa una storia divertente da una drammatica. Ve lo dico per esperienza: se un film o un drama coreani vi vengono spacciati per "commedia", non fidatevi, la coreanata è sempre dietro l'angolo. Ora che inizio col parlare di Descendants of the Sun, vi metto subito in guardia: è una commedia, è un polpettone romantico, ha qualche (ovvia nonché telefonata) coreanata. Non ditemi che non vi ho avvisato.
Un'altra nota prima di partire, che avrei dovuto scrivere qualche riga prima: i nomi coreani sono per me terribilmente ostici, non riesco a memorizzarne mezzo (al contrario di quelli giapponesi); sappiate che seguirò il loro uso, scrivendoli nel loro ordine: sembrano tre nomi ma il primo è sempre il cognome (o nome di famiglia) e gli altri due sono il nome. E vai di copia & incolla a manetta.

Descendants of the Sun - Trama
Song Joong-ki nella parte di Yoo Si-jin
Campo militare sul confine con la Corea del Nord. La Squadra Alfa, un'unità speciale delle forze armate sudcoreane, è impegnata nel recupero di alcuni ostaggi finiti nelle mani di un gruppo di militari nordcoreani. All'interno di una catapecchia sperduta in mezzo al nulla, avviene la risoluzione: il Capitano Yoo Si-jin (Song Joong-ki) ingaggia un duello serratissimo con il comandante nordcoreano Ahn Jung Joon (Ji Seung-hyun), mentre intorno a loro i subalterni fanno lo stesso, tra cui il Sergente Seo Dae-young (Jin Goo), amico fraterno dello stesso Yoo Si-jin. Lo scontro è spettacolare, volano schiaffi, coltellate, colpi di pistola: il risultato è incerto fino alla fine quando, pur subendo una brutta ferita, con scatto felino ed abile mossa Si-jin riesce ad immobilizzare l'avversario, che si arrende: tra i due nasce un tacito nonché reciproco rispetto, quello che si dà ad un antagonista leale e corretto. Gli ostaggi vengono liberati e al comandante Ahn viene concesso di tornare in Nord Corea.
Il loro primo incontro.
Va' come fa il gradasso, lui...
Stacco di scena, vediamo Si-jin e Dae-young passeggiare per le vie di Seoul, per godersi qualche giorno di riposo dopo l'operazione. All'improvviso un ladruncolo da strapazzo ruba loro un cellulare e il duo lo insegue per riprendersi il maltolto; fatalità vuole che il ragazzo s'infortuni cadendo dal motorino e viene scortato in ospedale dai due militari, che non vogliono perderlo di vista. A prestare le prime cure è la dottoressa Kang Mo-yeon (Song Hye-kyo), che lavora come chirurgo nell'ospedale Haesung. Per Si-jin è un vero e proprio colpo di fulmine: invaghitosi della dottoressa, inizia a provarci sfoderando tutte le sue armi da battaglia: charme, battute di spirito, faccine sorridenti, galanteria... sempre mantenendo un alone di mistero sul suo lavoro, perché protetto dal segreto di Stato. Altrettanto ovviamente, Mo-yeon rimane colpita dal ragazzo ed accetta di uscire con lui. I due cominceranno a conoscersi meglio, a comprendersi... a piacersi. Purtroppo, però, i loro appuntamenti sono sempre interrotti dalle chiamate improvvise della Squadra Alfa, che obbligano Si-jin a sparire e a lasciare sola Mo-yeon. Quando lei apprende che lui è un soldato, i dubbi la assalgono tormentandola: lei sa benissimo di aver prestato il Giuramento di Ippocrate, la sua missione è quella di salvare le vite delle persone, chiunque esse siano, a prescindere da sesso, razza e religione... quelle che un soldato è obbligato ad uccidere dietro un ordine, anche se magari lo fa "solo" per difendere la Patria. All'ennesima sparizione di Si-jin, Mo-yeon decide di troncare la relazione che stava per nascere: troppi dubbi, troppe verità omesse, troppa... incompatibilità con il suo modo di pensare. A malincuore, Si-jin accetta la decisione della donna e parte per una lunga missione in terra straniera, Urk, immaginario stato balcanico dove ancora oggi c'è la guerra (qualcuno lo paragona all'Iraq, ma più volte i personaggi lo posizionano vicino alla Grecia, dove peraltro sono state realmente effettuate le riprese). 
Otto mesi dopo, la carriera di Mo-yeon prende una svolta improvvisa: il direttore dell'ospedale la invita del suo ufficio, la molesta goffamente e rimedia un sonoro rifiuto accompagnato da un altrettanto sonoro ceffone. Questa reazione comporta grossi guai: il direttore se la lega al dito e alla prima occasione si libera della dottoressa. Casualmente, su Urk diventa necessario mandare aiuti umanitari dalla Corea e creare una struttura medica partendo da zero. Chi viene mandata come responsabile? Ovviamente Mo-yeon, che si trova catapultata dall'altra parte del mondo da un giorno all'altro. Chiaramente, non appena arriva nell'inospitale aeroporto di Urk, trova ad aspettarla proprio Si-jin. 
Il campo di Urk dove si svolge gran parte della storia.
Da questo momento inizia un lungo arco narrativo che occuperà buona parte dell'intero drama (almeno 12 episodi su 16), dove assisteremo a molte storie che si intrecciano fra di loro, la più importante delle quali riguarda il tormentato rapporto tra il Sergente Seo Dae-young (l'amico di Si-jin, lo ricordo - i nomi coreani sono un casino, ve l'avevo detto?), innamorato ricambiato del Primo luogotenente Yoon Myeong-joo (Kim Ji-won), che ha il piccolissimo problema di essere la figlia del generale superiore di Si-jin e Dae-young: l'ostacolo più grande diventa quello di farsi accettare dal padre di lei e Dae-young, ligio al dovere fino al parossismo, non riesce a vedere una via di uscita dalla situazione in cui si sono cacciati. Vedremo poi nascere e crescere la clinica diretta da Mo-yeon, impareremo a conoscere gli altri dottori membri dell'equipe, assisteremo alla comparsa di alcuni personaggi cattivi, viscidi e squallidi, e comparteciperemo ad eventi straordinari e toccanti che metteranno a dura prova la tenacia e le capacità di tutti i protagonisti (un terribile terremoto, la conseguente epidemia, la guerra, attacchi terroristici). Insomma, di carne al fuoco ce n'è tanta - forse troppa - e gran parte di essa sarà vissuta dagli occhi di Si-jin e Mo-yeon. Sappiate che non mancheranno occasioni per infilarci delle coreanate belle e buone.

Mexican stand-off: la prima grossa crisi da risolvere a Urk.
Descendants of the Sun - Commento (no spoiler)
Sortilegio (cuoricino)
Sono costretto ad ammetterlo quasi a malincuore: sono rimasto vittima del malefico incantesimo di questo drama. Mi ha preso fin dall'inizio e me lo sono gustato quasi senza fiatare fino all'epilogo. Il tutto chiudendo un occhio, a volte entrambi, di fronte ai suoi macroscopici difetti, che non ho però trovato così mortali da farmi smettere di guardarlo. Posso sembrare incoerente rispetto ad altre recensioni in cui vi ho raccontato di quanto spesso alcuni evidenti difetti mi abbiano reso indigesta la visione, ma onestamente devo dirvi che tutte le riflessioni e le critiche sono iniziate quando ormai avevo già finito la visione. Mentre guardavo gli episodi, avevo solo un pensiero fisso: quello di sapere come sarebbe andata a finire la storia. La trama non riserva grosse sorprese, anzi direi che è abbastanza telefonata, ma con una produzione coreana, porco cazzo, devi (l'imperativo è d'obbligo) aspettarti la solenne e bastarda coreanata dietro l'angolo. Per questo motivo sono rimasto in guardia con le antenne drizzate fino alla fine: "sempre all'erta, Sugar!" L'incantesimo, tra l'altro, non è solo dato dal perverso meccanismo da soap opera che comporta un cliffhanger alla fine di ogni due episodi circa, con l'intento di aprire mini archi narrativi che seguono il collaudato schema: pericolo-azione-risoluzione-avanzamento del rapporto dei protagonisti-nuovo pericolo e così via, ma anche se non soprattutto dagli sguardi di Song Hye-kyo. Non posso dilungarmi troppo su questo aspetto perché ne va della mia incolumità psico-fisica causa La Moglie, ma qualcosa voglio dirla lo stesso. Mo-yeon (e quindi l'attrice, classe 1981) è ultratrentenne e non fa niente per nascondere la sua età; a pensarci bene, è un aspetto decisamente in contrasto con molti drama dove ad essere protagoniste sono ragazze ventenni o poco più, che fanno leva sulla propria avvenenza e gioventù. Song Hye-kyo ha dalla sua un volto ordinario, certo, dai tratti delicati (enfatizzati dal trucco e dalla frangetta sbarazzina), a cui si aggiunge un innato senso dello stile (merito dei costumisti, sicuro). Il risultato è quello di una donna di classe, per nulla volgare, diventata una vera e propria icona di stile per eleganza. L'attrice ha poi aggiunto al personaggio un insieme di fragilità e risolutezza, il cui mix è risultato ai miei occhi terribilmente efficace. Per onestà intellettuale devo dire due cose: 1) Per molti, La Moglie inclusa, l'attrice risulta antipatichina e non sempre nella parte 2) Il pubblico di questo drama in particolare è prevalentemente femminile, e gli occhi sono tutti puntati prima sull'attore Song Joong-ki, poi sui soldati coreani che si allenano (infatti c'è qualche scena ironica di puro fan service indirizzato alle ragazze). A causa di questi due aspetti ritengo il giudizio su Hye-kyo poco equilibrato come, d'altronde, lo è il mio da un punto di vista diametralmente opposto. Non è un caso se i due registi abbiano preferito abbondare (non è un eufemismo) con i primissimi piani dell'attrice, sia nei momenti allegri che, soprattutto, in quelli drammatici dove si deve sforzare a far rotolare qualche lacrima.

Intensità, perdinci!
Al di là di tutta questa pappardella che prova un po' a spiegare l'effetto che mi ha fatto il serial, devo aggiungere qualche altra considerazione. La prima è che Descendants si è rivelato un prodotto leggermente diverso da altri drama simili: la qualità audiovisiva a mio avviso è assolutamente superiore. L'immagine non è smarmellata né traballante (se non nelle scene di guerra, effetto voluto), le inquadrature hanno un taglio più cinematografico che televisivo, infatti le sequenze meglio riuscite danno più l'idea di guardare un film che uno sceneggiato. Molte transizioni di scene sono curatissime e ben studiate, parlo proprio di carrellate e stacchi di scena. La colonna sonora è molto curata e intervalla pezzi orchestrati ad altri ricchi di k-pop semplice, martellante ma terribilmente orecchiabile. Le tre o quattro canzoni principali vi rimbomberanno in testa per tanto tempo, anche a causa dell'elevato numero di volte in cui vengono propinate in sedici episodi. Ci sono, come detto, alcune sequenze che superano le altre per distacco in termini di resa e pathos: quella del terremoto e di come si svolgono le successive operazioni di salvataggio, quella della prima crisi diplomatica arabo-coreana (non dico altro per spoilerare), o la resa dei conti con uno dei cattivi, il comandante Argus.
Si-jin e Dae-young
La fortuna di questo serial è data anche da tutti gli altri personaggi comprimari. Come storia romantica è addirittura forse più interessante quella di Dae-young e Myeon-joo, ma altrettanto forti sono i medici colleghi di Mo-yeon, sui quali si appoggiano i momenti di ilarità e di distensione. L'intera storia è permeata da una sottile vena di commedia, che viene lasciata da parte nei momenti più drammatici, ma che non manca mai fino alla fine. Occhio però che la comicità è quella orientale, difficilmente a noi occidentali farà strappare sonore risate anche se alcune scene sono ben riuscite nonostante tutto. Un altro aspetto a cui ci si deve abituare il prima possibile se è la prima volta che si segue un drama orientale, è la recitazione. Dimenticatevi i telefilm americani, serrati e mediamente ben recitati o, meglio, più vicini a quello che solitamente vediamo nei film. Qui è più facile incappare in espressioni da macchietta, più vicine a Un posto al sole o Don Matteo, non so se rendo l'idea. Semplicemente, abituatevi e passate oltre.
Lee Chi-hoon (Onew). Per pietà.
Un esempio è un personaggio secondario ma ricorrente, il medico bamboccio Lee Chi-hoon: è infatti interpretato da Onew, il cantante dei SHINee, una band k-pop ovviamente famosa in patria. Beh, all'inizio è davvero disastroso come attore, ad incutere pietà non è il personaggio ma proprio lui nella sua interpretazione. Poi, per sua fortuna, nel tempo migliora leggermente fino a portare il lavoro a casa, ma resteranno sempre impresse nella memoria i suoi pianti esageratamente finti ed irritanti, di una pochezza veramente unica.
Proseguendo con i difetti, non posso non rimarcare un eccessivo ricorrere al tema del patriottismo (militare) e del senso del dovere dei soldati. Qualcuno poi parla di scarsa crescita dei personaggi principali, io non sono pienamente d'accordo (ma per spiegarmi meglio dovrò scrivere nell'apposita sezione Commenti con spoiler, più avanti), ma sono dell'idea che i principali difetti del serial siano invece i seguenti:
1) Si ha bisogno di una grossa... grossa... davvero grossa sospensione dell'incredulità in alcune scene, che risultano troppo forzate, pretestuose e ficcate solo per suscitare il groppo in gola. Ci sono inoltre degli sfondoni scientifici che anche un non laureato in medicina riesce a cogliere e ad inorridire a causa loro.
2) La trama non solo è lineare e priva di veri colpi di scena che facciano rimanere lo spettatore con la bocca spalancata, ma presenta anche dei buchi grossolani di sceneggiatura, in aggiunta a salti logici non da poco che inevitabilmente faranno storcere il naso. Ci si è spesso soffermati sulla facile presa emozionale, mettendo da parte scelte più razionali e funzionali. Peccato davvero, sarebbe bastato poco per raddrizzare il tiro.
Quello che resta al termine della visione è, in ogni modo, la cosa più importante. Quando ho finito la visione di Descendants of the Sun, inesorabilmente sono stato cullato da un malinconico senso di vuoto: succede solo quando qualcosa mi è piaciuto davvero e l'ho divorata troppo velocemente, diviso tra il voler viaggiare con i protagonisti e il bisogno quasi fisiologico di vederne la conclusione. Sì, mi sono mancati i paesaggi di Urk, le risate dei medici e dei soldati, gli sguardi di Hye-kyo e il sorriso beffardo di Joong-ki. Lo scopo di un drama simile è quello di emozionare: lasciatemelo dire, con me ci è riuscito in pieno, facendomi riscoprire più tenerone e romantico di quello che pensassi. Che sia un pregio o un peccato mortale, lascio a voi la scelta...

L'isola di Zante: ottima scelta come location.
Diverse scene si svolgeranno vicino al misterioso relitto di Zante.

Nota importante! Il prossimo paragrafo contiene un approfondimento sui personaggi e su alcune critiche: dal momento che saranno presenti numerosi spoiler (compreso il finale), leggetelo solo dopo la visione o se non avete intenzione di vedere il drama (in tal caso, mi domando che minchia ci facciate a questo punto della lettura perché di sproloqui ne ho scritti fin troppi!)

Descendants of the Sun - Commento (spoiler alert!)
Emotività.
Messa da parte l'emotività e fatto sì che un pizzico di razionalità entri in campo, non è possibile tacere dei difetti più evidenti del serial. E vorrei andare al di là di alcune problematiche tipiche del genere delle quali non si può fare a meno, ovvero la necessità di allungare la storia per riempire 16 episodi; questo comporta l'inserimento di nuovi personaggi, situazioni più assurde, finali multipli, l'abbandono di alcune microtrame a discapito di altre e così via. Il fatto che, contrariamente ad altri drama coreani più famosi, Descendants sia stato girato tutto prima della trasmissione, può essere visto sia positivamente che negativamente: se da una parte la storia è uscita esattamente così come la volevano l'ideatrice e sceneggiatrice Kim Eun-sook insieme al co-sceneggiatore Kim Won-seok senza le ingerenze dei fan, d'altra parte non è stato possibile fare eventuali correzioni che ne avrebbero potuto - forse - migliorare la qualità finale.
Dottoressa.
Tornando alle critiche più ricorrenti, vorrei soffermarmi su un aspetto: la presunta mancanza di crescita dei due personaggi principali. Secondo me non è un'affermazione del tutto corretta, soprattutto se riferita a Mo-yeon. Fra tutti, è proprio Si-jin quello che rimane granitico nelle sue convinzioni: era un soldato abile e affidabilissimo con un forte senso dell'onore già all'inizio e lo è anche alla fine; il suo modo di porsi verso Mo-yeon non cambia di una virgola, nemmeno quando lei lo respinge o lo scarica più volte non riuscendo ad accettare una vita piena di dubbi e con il terrore che, un giorno, potrebbe non rivedere più il ragazzo perché caduto in battaglia. Lui è sempre lì, pronto ad aiutarla o ad accettare la sua decisione, convinto che lei, prima o poi, lo accetterà. Intendiamoci: è un bel personaggio, ben definito fin dall'inizio, ma che non ha una vera e propria crescita. È carismatico, è figo, è un eroe, ma è anche un archetipo costruito apposta per piacere così com'è. Diversa è proprio Mo-yeon: è lei ad avere i dubbi, è lei che in definitiva deve prendere una decisione, che potrà maturare soltanto dopo un percorso in cui anche le avversità giocano un ruolo importante; senza trascurare il dover conciliare la professione di Si-jin con il suo credo di medico chirurgo. E, secondo me, la dottoressa non è nemmeno, almeno non del tutto, il solito personaggio femminile indifeso e bisognoso di essere tratto in salvo. Certo, c'è la scena topica contro il cattivo Argus che la tiene prigioniera e dovrà essere salvata da Si-jin, ma ricordiamoci sempre che lei è una dottoressa e lui un soldato. Più volte Mo-yeon ha dimostrato di essere forte, risoluta, in grado di prendere anche decisioni drammatiche (una delle scene per me più belle è quando deve decidere quale ferito dovrà salvare dopo il terremoto: la salvezza di uno comporterà la morte inevitabile dell'altro, per colpa di una grottesca situazione che li lega indissolubilmente l'uno all'altro). E, in definitiva, la decisione se iniziare una vera storia sentimentale con Si-jin spetta solo a lei, con lui in attesa passiva e speranzosa di un sì. Care le mie sciacquette che criticate tanto solo perché fan di Song Joong-ki: per una volta iniziate ad usare il cervello.
Myeon-joo e Mo-yeon (cacofoniaaa)
Gli altri problemi del drama si riconducono alla trama (beccatevi questa rima). Per quanto mi riguarda, se fosse finito alla puntata 12, esattamente al termine dell'arco narrativo di Urk, sarebbe stato comunque perfetto perché in quel momento gran parte dei nodi si sono già risolti e altri si sarebbero potuti sistemare in anticipo con qualche piccolo accorgimento. Per quanto gli ultimi quattro episodi presentino situazioni di altissima qualità, prima su tutte il ritorno del capitano nordcoreano Ahn (uno dei personaggi meglio riusciti in assoluto), non mi è piaciuto il voler far quasi morire Si-jin nella puntata 13 e il farlo morire nella puntata 15, la penultima, costruendoti il più banale dei colpi di scena nell'ultimo capitolo (toh, non è morto davvero, ma dai?!). Mi fai 13 puntate in cui è praticamente infallibile ed immortale, poi quasi schiatta per colpa dei traditori nordcoreani, dopo magicamente torna abile e combattivo per risolvere la crisi politica meglio di Jason Bourne o Ethan Hunt quando invece dovrebbe essere immobile sul letto dell'ospedale, e infine me lo fai morire in battaglia nuovamente dall'altra parte del mondo? Suvvia, questo è stato il classico mezzuccio da telenovela costruito apposta per far versare lacrime su lacrime a Mo-yeon e a Myeon-joo (sì, risulta morto pure l'amico Dae-young), far loro elaborare il lutto per un anno intero, per poi farli re-incontrare in Albania in una scena ai limiti dell'assurdo con tanto di annessa nevicata clamorosa su Urk, in confronto alla quale è più credibile vedere il sottoscritto sulla copertina di Vogue. Ecco, una trama tutto sommato discretamente costruita inciampa grandiosamente proprio nel finale; l'happy end c'era già stato due volte (quando Mo-yeon accetta definitivamente Si-jin e quando lui, in fin di vita, viene salvato proprio dalla dottoressa, scena che tutti, più o meno, si aspettavano), che bisogno c'era di allungare così la brodaglia? Fermo restando che se avessero piazzato la coreanata definitiva negando il lieto fine, avrei molto probabilmente scagliato il monitor fuori dalla finestra anche se sarebbe stato un colpo di scena più che memorabile.
Hye-kyo piazzata a caso qui.
Ultima grossa critica è l'aver creato dei personaggi interessanti ma che purtroppo non sono stati adeguatamente sviluppati: il dottore meccanico tuttofare Daniel Spencer è quello che mi viene in mente per primo. Misterioso, capace, pure discretamente figo, con un background che avrebbe potuto permettere di costruire una linea narrativa stuzzicante. Invece Daniel diventa un semplice e banale deus-ex-machina che deve risolvere alcune situazioni al momento giusto. Magari la storia ne averebbe beneficiato se ci si fosse soffermati meno su momenti esageratamente drammatici (l'epidemia, per esempio, che ho trovato abbastanza risibile) o su dialoghi inutilmente allungati, per poter dare più spazio al meccanico e a sua moglie di origini russe Ye-hwa.
Si può, infine, criticare l'eccessiva attenzione data all'aspetto para-militare dei personaggi, con una neanche tanto velata apologia dell'esercito coreano, rafforzando implicitamente un innato patriottismo dei cittadini coreani. Beh, se a me non dà fastidio Micheal Bay, che su questo punto martella niente male, figuriamoci se vado a storcere il naso in questa sede, su un aspetto che per me è molto marginale. Detto in parole povere: non me ne frega una beneamata cippa di niente.
Yoon Myeong-joo (Kim Ji-won)
Bene tutto il resto, invece! Il Sergente Dae-young (l'amico di Si-jin, lo ricordo più a me stesso che a voi... rido) è per esempio un punto focale della storia. Si può parlare anche di una sorta di bromance tra lui e l'amico superiore (non sono del tutto convinto di questo aspetto, ma ci può stare), quello che colpisce è la sua incredibile ottusità: parco di parole, fa fatica ad esternare i suoi sentimenti e si rifugia nel suo grandissimo senso dell'onore, tutto l'opposto di Myeon-joo, che non fa nulla per nascondere i suoi pensieri. Il contrasto funziona bene e rende interessante una storia che va avanti di pari passo a quella principale per tutta la durata del serial.
Riassumendo in poche parole, la vera forza di Descendants è data proprio dai personaggi e dalle loro interazioni; è l'abilità di aver creato un gruppo coeso insieme al quale vivere le grandi vicende di cui spesso sono spettatori insieme a noi, talvolta anche parte attiva. Funziona, funziona davvero pur con tutti gli inciampi di cui ho parlato poco prima.

Descendants of the Sun - Conclusioni
L'alchimia di SongSong
Qui in Italia difficilmente possiamo percepire l'importanza che questo drama ha avuto in Corea e in Asia, Cina soprattutto. Io stesso mi son dovuto documentare per capirci, come è ovvio che sia. Al di là dell'aspetto commerciale, che è stato quello più eclatante come già sottolineato, si può aggiungere qualcosa a livello sociale. La coppia SongSong, per esempio! Il nome fa volutamente sorridere, e fa riferimento al matrimonio reale - avvenuto il 31 ottobre 2017 - tra Song Hye-kyo e Song Joong-ki  (Mo-yeon e Sin-ji, repetita juvant). Innamoratisi sul set (la loro alchimia è evidente!), hanno mantenuto il rapporto segreto per fare poi l'annuncio a trasmissione terminata. Ora, dato che mi sono fatto prendere la mano, vi racconto pure un aneddoto buffo (eccovi l'Aneddoto Inutile del Giampy!) Il loro matrimonio è stato uno degli eventi mondani più chiacchierati dell'Asia; blindatissimo e iper segreto (i SongSong sono riservati, come biasimarli?), immaginate solo l'orda di droni sguinzagliati per tutta Seoul con lo scopo di scovarli e mandare in streaming  illegale l'evento. Ci è riuscita la società del marito dell'attrice Zhang Ziyi (famosa per La Tigre e il Dragone, e non solo), amica di Hye-kyo e invitata al matrimonio stesso, la quale si è poi dovuta prodigare in scuse per l'accaduto. Imbarazzo a profusione: solo in Corea succedono queste cose! (scherzo).

I SongSong esibiscono il costosissimo regalo di matrimonio del regista John Woo
(Song Hye-kyo è stata da lui diretta nel film The Crossing, 2014)

I SongSong annunciano il fidanzamento su Twitter
Facezie a parte, penso sia necessario spiegarvi come sono giunto al voto finale. Bisogna relativizzare - come faccio quasi sempre - e considerare che sto giudicando un prodotto diverso da un film per tanti motivi:
  • Serialità prolungata vs due ore di storia fatta e finita;
  • Recitazione orientale, diversa da quella a cui siamo abituati;
  • Concetto di drama, inteso qui nell'accezione più ristretta di soap opera;
  • Qualità visiva e budget solitamente inferiori rispetto ad un prodotto destinato al cinema;
  • Target specifico, qui indirizzato ad un pubblico prevalentemente femminile.
Ecco, alla base di tutte queste considerazioni, vi dico che Descendants of the Sun è un prodotto decisamente superiore alla media per distacco e, dato che riesce ottimamente nel suo intento più intimo, quello di emozionare, ecco spiegato come si arrivi ad un 8 secco che potrebbe essere visto come un voto esagerato rispetto allo stesso punteggio ottenuto da film indubbiamente superiori nella produzione, nella resa visiva, nel coinvolgimento personale. Un avvertimento fondamentale, però: se anche la sola idea di guardare una storia romantica vi fa venire l'orticaria, non esisterà niente al mondo che vi farà apprezzare questo drama, nemmeno tutti gli altri aspetti indubbiamente positivi presenti.


Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 6
Il voto è una media di tanti aspetti: ottima caratterizzazione dei personaggi, credibile lo svolgimento, pessimi momenti illogici e ricorso eccessivo dei soliti facili mezzucci strappalacrime, tipici del genere.
Musiche:
8
K-pop a profusione, di quello facile ed orecchiabile, piazzato strategicamente in modo da riempire ogni sequenza con lo scopo di rimanere in testa. Funziona, non posso negarlo.
Regia: 8
La regia è forse uno degli aspetti più convincenti del drama. Le riprese sono sempre chiare, gli effetti ben fatti (tenendo conto del budget), le sequenze studiate in modo ottimale e con molte chicche di qualità. I registi hanno fatto un ottimo lavoro, tanto da rendere il serial visivamente simile ad un film in più di un momento.
Ritmo: 6
Come è normale che sia, il ritmo è troppo altalenante. Ottime le fasi in cui c'è bisogno di tensione, due o tre belle scene concitate e tanti - forse troppi - dialoghi inutili a rallentare la narrazione. Anche questo è un difetto tipico del genere.
Violenza: 6
Sembrerà strana questa votazione, ma talvolta sembra di vedere una puntata di E.R. con sangue che zampilla allegramente, sequenze in sala operatoria e brutte ferite esibite gagliardamente. 
Humour: 6,5
Tutta la storia è attraversata da un sottile velo di commedia. Essendo però umorismo orientale, non sempre sarà in grado di farci ridere.
XXX: 0
Suvvia.
Voto Globale: 8
Descendants of the Sun, l'avrò già detto quattro o cinque volte, emoziona. Quello è il suo scopo, quello ha ottenuto. Vi rimando all'ultimo paragrafo del commento finale per le dovute spiegazioni a questo 8.


Neurone Numero 4 a rapporto! Song Hye-kyo
(come sempre, click per ingrandire)















5 commenti:

  1. Bellissima la tua analisi. Grazie
    Io la leggo ora per la prima volta.
    Dopo ciò che hai scritto mi piacerebbe vedere questo drama....ma dove? Mi puoi aiutare???

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    Risposte
    1. Ciao! Grazie per il tuo commento!
      Dal momento che non mi risulta doppiato ufficialmente in italiano, ci sono diversi modi.. alternativi... per vedere questo drama; tutto dipende dalla tua conoscenza della lingua. Se i sottotitoli in inglese non sono un problema per te, questa è la scelta migliore (a mio avviso). Qui trovi la serie in streaming:

      https://www1.ondramanice.co/drama/the-descendant-of-the-sun-detail

      Se invece vuoi i sottotitoli italiani, la cosa mi risulta un po' più complicata:
      Passo 1) Ti scarichi qui i sottotitoli italiani :
      http://www.asianworld.it/forum/index.php?showtopic=16269
      Passo 2) Devi cercare una fonte (tipo siti torrent, cosa non propriamente legale) con i video degli episodi da scaricare che siano compatibili con questi sottotitoli. Oppure provare qui: https://crimsonhero.forumcommunity.net/?t=58614336

      Spero tu abbia fortuna e riesca a guardare il drama, per me merita ;)

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  2. finito stanotte in 3 gg.....vedrò anche gli special, su Viki; era quello che cercavo, per "condire" le mie vacanze di Natale, e condivido il tuo voto finale.... decisamente bello !! saluti, Marina.

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    1. Ciao Marina, grazie per il commento! Mi fa piacere sapere che abbia passato le vacanze natalizie in... buona compagnia ;-)

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