venerdì 13 settembre 2013

Riddick (2013) | Recensione

Riddick
Voto Imdb: 7,1
Titolo Originale:Riddick
Anno:2013
Genere:Fantascienza / Azione
Nazione:Stati Uniti / Canada
Regista:David Twohy
Cast:Vin Diesel, Katee Sackhoff, Jordi Mollà, Matthew Nable, Dave Bautista

Il Trono di Riddick...

Impossibile iniziare questa recensione senza prima fare un cenno al film da cui tutto è partito: Pitch Black. Uscito nel 2000 (ben tredici anni fa! Mi sembra ieri, mamma mia come passa il tempo e bla bla bla e come sei cresciuto e bla bla bla e non ci sono più le mezze stagioni), dicevo, uscito quasi in sordina, era un film a basso budget (in senso relativo, dato che parliamo di un'opera sci-fi distribuita dalla Universal) che sorprese tutti gli appassionati grazie ad una memorabile ambientazione, ad una serie di situazioni al limite della claustrofobia nel buio di un pianeta colpito da una tripla eclissi perforante e, soprattutto, grazie alla presenza di un vero e proprio antieroe - Richard B. Riddick, che si presenta con la frase: "In fuga dal carcere. Assassino.". Riddick è un uomo di poche parole accompagnato da tanto carisma e da un potere speciale che gli permette di vedere nel buio. In Pitch Black lui e i membri dell'equipaggio della nave su cui erano imbarcati atterrano su un pianeta apparentemente carino e simpatico ma che, quando all'improvviso arriva il buio, si riempie di creature becere, sbavanti e incazzatissime. I poveracci hanno solo una possibilità di salvezza, e quella possibilità si chiama Riddick.
Dal momento che Pitch Black è diventato in pochissimo tempo un cult di fantascienza, girare e distribuirne un seguito è stato un passo naturale e quasi scontato. D'altronde, Vin Diesel ha più volte affermato di essersi affezionato a Riddick: come potrebbe rifiutarsi di interpretare il personaggio che l'ha reso famoso in tutto il mondo? Il risultato del seguito, Chronicles of Riddick (2004) non è stato dei più esaltanti; o meglio, una parte di affezionati al primo film gli hanno rimproverato di averne snaturato lo spirito di fondo per inseguire un rating che lo rendesse usufruibile dalle famiglie (ottenne un PG-13, non adatto per bimbi con meno di 13 anni). Per quanto non disprezzabile come risultato finale, Chronicles non mi colpì poi così tanto, forse perché non l'ho mai guardato con la dovuta attenzione, o forse perché mi aveva dato l'impressione che ci avessero infilato fin troppe cose al punto da renderlo eccessivamente tronfio e dispersivo. Con un budget di 100.000.000 di dollari, incassò giusto giusto lo stretto necessario per non rivelarsi un flop.
E finalmente arriviamo ai giorni nostri: Vin Diesel, anche grazie agli iper-successi planetari degli ultimi Fast and Furious (parlo del 5° e del ), è diventato una star di prima grandezza e gode di un credito grazie al quale può dedicarsi ai suoi personaggi preferiti. In parole povere, ora può permettersi di fare quel cacchio che vuole. Questa volta è il turno di Riddick; Vin chiama nuovamente David Twohy, il regista delle altre due operazioni, caccia i soldi quando necessario (è fra i produttori esecutivi) e fa sì che la Universal lo distribuisca in tutto l'universo. Una cosa, Diesel e Twohi, l'hanno capita: non ha senso inseguire rating accettabili dalle famiglie se poi il risultato è un po' una merdina e non ha portato nemmeno quei profitti che sognavano. Ecco quindi un deciso ritorno alle cupe atmosfere di Pitch Black e all'iper stronzaggine del protagonista, pronto a calpestare chiunque pur di portare a casa la pellaccia, prima a parole, poi con i fatti. Il film inizia qualche anno dopo la fine di Chronicles: Riddick si è un po' rotto le palle di fare il capo della flotta dei Necromonger, e decide di allontanarsi per cercare il suo pianeta natale. Peccato che i suoi (ex) compagni di merende lo tradiscono e lo scaraventano su un pianeta dall'aspetto ostile e desertico. Riddick dovrà arrangiarsi come può, imparando a sopravvivere e a superare le avversità causate da un ambiente per nulla accomodante e da bestiacce fameliche, ributtanti e pronte a cibarsi di esseri umani finiti lì per caso. L'ancora di salvezza del poveraccio è una stazione dotata di ricetrasmittente. Riddick ha il colpo di genio di annunciarsi a tutta la galassia: sapendo di essere ricercato dall'astro-interpol-di-sta-minchia, attira sul pianeta due gruppi di mercenari che vogliono fargli lo scalpo per portarsi a casa una cospicua taglia ("Se ce lo portate morto, il premio raddoppia."). Riddick da preda si trasforma in cacciatore; e come un predone fa sparire le sue tracce per incutere terrore nelle vittime grazie alla sua assente presenza. Ovviamente, come da tradizione della serie, a peggiorare le cose si aggiunge un temporale di proporzioni mastodontiche in arrivo con tutto il suo carico di pioggia e guai. Riuscirà il nostro antieroe a sfuggire da questo pianetaccio? Lo scoprirete guardandovi il film, io evito di aggiungere altri spoiler.
Riddick e Fuffi, il suo fedele amico a quattro zampe.
Riddick è, secondo me, un film un po' strano. Da sempre il carisma del suo personaggio si manifesta, fra i vari modi, con la sua voce cupa e profonda fuori campo che dispensa perle di saggezza, frasi spicce ma d'effetto, e racconta i fatti salienti in modo da collegare i vari eventi della trama. La prima mezz'ora di film  è in realtà senza uno straccio di dialogo di parola: solo intorno al settimo minuto parte un primo breve monologo. Riddick si trasforma in un Cast Away dove il personaggio di Tom Hanks non è un poveraccio qualunque ma un Rambo del futuro. Questa mezz'ora ci serve per inquadrare l'ostilità dell'ambiente, riprendere familiarità con il personaggio di Pitch Black e, anche, per allungare la brodaglia. Poi arrivano i mercenari e... Riddick sparisce per delle lunghissime sequenze, come a sottolineare un fatto: il protagonista sono IO, vi siete sparati una mezzora di one man show, mi prendo un po' di respiro, ma sappiate che spaccherò i culi ogni volta che comparirò. A salire in cattedra quindi ci sono le due squadre di mercenari: i buzzurri di Santana & Co. e i perfettini del comandante Johns, accompagnato da STARBUCKS KARA THRACE ehm scusate da Dahl, ovvero Katee Sackhoff. Dimenticatevi pure gli altri membri. Il problema di questa fase centrale è purtroppo proprio questo: sparisce di scena il personaggio più carismatico, ma fra i sostituti non ce n'è uno che ne possa prendere il posto per rendere il film altrettanto avvincente. Santana è un povero coglione che parla a sproposito ma in fondo è solo un inetto; Johns è il solito psicotico forse buono forse cattivo con un segreto da svelare; la gnocca Dahl è solo lì per disseminare feromoni ostentando lesbismo (in fondo, lei non va con gli uomini "solo perché finora non ne ha trovato uno all'altezza") mentre tutti gli altri sono carne da macello o personaggi presi solo per fare numero. Chiaramente gli eventi precipitano causa tempesta, Riddick rientra in scena in modo permanente e il cerchio in un modo o nell'altro si chiude. Con un finale, invero, in po' indegno dal punto di vista dei dialoghi e della risoluzione finale.
Dahl è un nome, non un consiglio. (quasi-cit.)
Già, i dialoghi. Io a dire il vero adoro i dialoghi di Riddick. Perché sono brevi. Concisi. Speso tronfi e colmi di frasi fatte. Ma piazzati in punti azzeccati e perfetti per aumentare il carisma del personaggio. Possiamo dire che il personaggio Riddick sia uno degli one-liner più interessanti di questo filone: molte sue battute, segnatevi questa profezia, saranno tramandate ai posteri. Come posso non sghignazzare quando sento frasi di questo calibro? [SPOILER! Se non volete rovinarvi la visione del film, saltate questo paragrafo]
  • [Riddick] Ci sono i giorni no... e poi ci sono i giorni no che rimangono nella storia... oggi è uno di questi.
  • [Riddick] E' sempre il pugno che non vedi, quello che ti manda K.O.
  • [Riddick] La domanda non è: "Cos'è successo?" La domanda è: "Cos'è successo A ME?"
  • [Riddick] Se mi togliete le catene, sarai morto entro cinque secondi. (ehi, chi ha detto Kenshiro?)
  • [Riddick] Quando tutto sarà finito, e voi sarete soltanto delle misere carcasse, io mi farò una lunga cavalcata con Dahl. Ma soltanto perché me lo chiederà lei. Con dolcezza.
  • [Riddick] [i mercenari discutono, Riddick è ancora legato, inizia a piovere.] Tempo scaduto.
  • [Santana] Troppo Tardi. Ecco come ti chiami: Troppo Tardi.
  • [Dahl] Ti voglio chiedere una cosa. Con dolcezza...
Messe così sembrano scritte da un bambino di cinque anni. Sentite al cinema, sembreranno sempre scritte da un bambino di cinque anni. Ma in accompagnamento alle immagini e alle situazioni in cui vengono pronunciate, queste frasi assumono un effetto diverso, quasi dirompente. Pollice su!

Gran parte del cast in una sola inquadratura: fra gli altri,
vediamo l'ex-wrestler Bautista (sulla sinistra)
In definitiva, esattamente come il mondo che rappresenta, Riddick ha sia luci che ombre. La stessa computer graphic è a mio avviso altalenante. Ci sono sequenze fantastiche e sequenze che sfiorano il ridicolo. Molti mostri, ad esempio, sono stati fatti con dei pupazzi o animatronic; quando però, per necessità di copione o scelta registica, si passa agli stessi animali in CG, in alcune scene lo stacco è troppo evidente (mentre in altre non si nota nemmeno la differenza da tanto sono fatte bene). Lo stesso montaggio presenta dei tagli abominevoli alternati a passaggi di sequenze stupefacenti. Questa mancanza di coerenza visiva è purtroppo uno dei punti deboli del film. Non lo è, a mio avviso, l'inesistente (o quasi) trama. Si può parlare di parte iniziale troppo lunga e noiosa, si può parlare del fatto che il film narra di eventi accaduti in uno spazio troppo circoscritto dove dei cretini armati fino ai denti vengono uccellati da un uomo solo, dove l'incombente minaccia del super-temporale si risolve in modo poco esaltante, ma alla fine Riddick è proprio questo. E' la sublimazione di un antieroe, di quel personaggio un po' stronzo che però al momento giusto fa la cosa giusta, prima per sé, poi se avanza qualcosa, anche per gli altri. E' un po' quell'amico che al locale ti ciula la tipa che lumavi da mesi, ma che a fine serata ti riaccompagna a casa perché sei troppo sfatto. Lasciandoti con il dubbio se te l'ha messo in quel posto o se in fondo ti ha fatto un favore. O magari tutte e due le cose insieme. 
E con queste perle di filosofia spicciola, chiudo con il solito commento finale: a me Riddick è piaciuto, ma per molti è stata una grossa delusione. Probabilmente il ritorno alle atmosfere di Pitch Black ha funzionato solo a metà; d'altronde, se fosse venuta fuori una copia pedissequa del primo, non avrebbe nemmeno avuto senso farlo. 

P.S. Concludo con una pesantissima nota di demerito nei confronti del Cinema The Space presso cui ho visto il film. Di solito qualunque film viene troncato esattamente a metà (anche durante un dialogo!) quando scatta l'intervallo. Già questa cosa non è che mi faccia fare salti di gioia, anzi, mi indispone proprio. Questa volta il taglio infame è avvenuto NELLA SCENA DELLA DOCCIA DI KARA THRACE STARBUCKS DAHL! Onta e disonore per il proiezionista che mi ha distrutto uno dei momenti di maggior pathos, lirismo e tensione spirituale del film. Fanculo.

Non aggiungo altro.

Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama:
5
Beh, diciamocelo: la trama non è il punto di forza di Riddick.
Musiche:
6
Non mi hanno colpito particolarmente. Svolgono il loro dovere. Nota di merito, l'aver ripreso il tema di Pitch Black.
Regia:
6,5
David Twohy come regista è alla fine un onesto mestierante; le riprese non sono male, per quanto ci siano imperfezioni nel montaggio e in certi punti la CG non faccia gridare al miracolo.
Ritmo:
6
Contrariamente a quello che il trailer e l'hype lasciavano presupporre, Riddick non ha un ritmo forsennato, tutt'altro. Ci sono accelerazioni brutali, ma sono costellate da momenti di stanca o addirittura inutili.
Violenza:
7,5
Riddick è un bastardo, misogino e anche un po' figlio di puttana. Se promette a qualcuno di ucciderlo in cinque secondi, meglio non sottovalutarlo... un paio di scene splatterose, e un paio di altre in cui Vin Diesel spiega a Stallone come sarà il Rambo del futuro. Nel mezzo, scene con disgustosi animali alieni.
Humour:
7
A molti questo aspetto ha dato fastidio. A me no, per niente. Riddick è un film cazzone che strappa più di una risata in mezzo a tante ghignate a denti stretti. Questo grazie a Santana e ai suoi degni compari di deficienza che, con la loro ottusità, si scontrano con un vero macho man che invece non scherza mai.
XXX:
6
Sei, sissignori. In realtà non c'è niente di così scabroso, ma il film si autocompiace di aver ottenuto un rating-R (restricted, genitori necessari per gli under 17) grazie alla violenza, ad un nudo femminile frontale e alla tetta sinistra di Katee Sackhoff... in quanti aspettavano questo momento dai tempi di Battlestar Galactica? Eh? Eh? Eh?
Voto Globale:
7
Riddick è un mezzo ritorno alle origini di Pitch Black, tanto che ne riprende alcuni spunti che ai tempi avevano fatto gridare al miracolo. 13 anni dopo l'effetto novità va a farsi benedire, ma il risultato finale non è per nulla da disprezzare. Superiore, secondo me, a Chronicles.

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