mercoledì 18 settembre 2013

Wrong Turn - Il bosco ha fame (2003) | Recensione

Wrong Turn - Il bosco ha fame
Voto Imdb: 6
Titolo Originale:Wrong Turn
Anno:2003
Genere:Horror
Nazione:Stati Uniti / Germania
Regista:Rob Schmidt
Cast:Eliza Dushku, Desmond Harrington, Emmanuelle Chriqui, Jeremy Sisto

Doverosa premessa: la frase "il bosco ha fame" è un'idea tutta italiana. Come purtroppo spesso accade, il titolo e/o il sottotitolo appiccicato dal distributore italiano è semplicemente osceno. Io questi titolisti improvvisati li picchierei a sangue con un'asse chiodata arrugginita portatrice di tetano [1]. Sarò malato io, ma l'espressione "il bosco ha fame" mi fa pensare ad una maledizione boschiva dove rami protervi si allungano minacciosamente come artigli, afferrando e prendendo a scudisciate gli sventurati che capitano nel bosco prima di mangiarseli con grande sollazzo per poi concludere il lauto pasto con gli omeri usati come stuzzicadenti da qualche Barbalbero ruttante e soddisfatto. Né più, né meno. Dato che gli autori del film sono più semplici e lineari, hanno solamente immaginato che una famiglia di cannibali mutanti si aggiri in suddetto bosco a caccia di vittime sacrificali. Scegliete voi qual è l'immagine migliore e passiamo a bomba a parlare di Wrong Turn, che in questo contesto potremmo tradurre come "Svolta sbagliata". La storia inizia con un ragazzotto che viaggia sparato su una Ford Mustang blu fiammante. Flynn studia medicina e, causa colloquio di lavoro fondamentale da sostenere, ha una fretta del diavolo e deve raggiungere un posto distante tipo tre o quattro fusi orari. Peccato che, ad un certo punto, un tir ribaltato blocchi la strada e il ragazzotto si veda costretto a prendere una deviazione in mezzo ad un bosco fitto e tenebroso della West Virginia. E ovviamente, prima di avventurarsi nella variante (i più svegli di voi avranno intuito a quale svolta alluda il titolo del film), Flynn incontra il classico benzinaio scalcinato da film horror dalla faccia orripilante e farfugliante le solite parole profetiche sul destino infausto che attende chi s'avventura in quella selva dimenticata da Dio. Da queste righe avrete già compreso l'accozzaglia di luoghi comuni di cui il film è infarcito. Attenzione, proseguite con la storia: per evitare di perdere ulteriore tempo, Flynn viaggia a velocità iper-super-sonica in mezzo a questa strada quasi sterrata. Poi gli viene in mente di cercare qualcosa in mezzo ai pedali o forse gli cade qualcosa di fondamentale tipo un CD, si distrae un attimo e... PATAPAMMMMMMM!!! Si schianta contro una Land Rover ferma in mezzo alla strada. Flynn scende dalla macchina (non si è fatto niente, e già questa è cosa incredibile), guarda la scena (entrambe le macchine da rottamare), vede che a bordo strada ci sono dei ragazzi con una faccia così: O_O (occhi spalancati e sguardo basito di chi non sa cosa sia piombato loro addosso) e dice loro: - Tranquilli, io al mattino cago soldi profumati, non preoccupatevi, pago tutto io! - E loro archiviano la Land Rover distrutta facendo spallucce e prendendo per buone le sue scuse. Tanto lui è ricco e paga tutto. Il che ci fa domandare perché cazzo avesse così fretta di andare ad un colloquio di lavoro in Culonia.
Ora. Non so voi. Sarà che sono italiano e quindi diffidente per natura se qualcuno mi sfonda un'auto. Ma se mai mi succedesse una cosa del genere, invece di accettare tale proposta, avrei massacrato di botte il tizio (tanto siamo in un mezzo ad un bosco sperduto, giusto?), poi FORSE gli avrei estorto qualche rassicurazione in più sul risarcimento dei danni. [2]
Indovinello: chi è la proprietaria dell'auto sfasciata?
Suggerimento: non è la tizia che si sta disperando.
Passiamo oltre, scusate la digressione. La scena è questa: due auto di valore distrutte, un fighetto sconvolto, una doppia coppia di ragazzi che potevano essere sull'incazzato andante ma che se ne stanno lì inebetiti e... da dietro la Land Rover una gnocca niente male che sbuca e si atteggia a capetta mentre declama: - Non è una foratura normale. Qui qualcuno ha intenzionalmente posizionato questa roba per bucarci le gomme" e getta per terra del filo-spinato-buca-gomme. Ora leggete bene cosa succede: convenevoli di un picosecondo e la gnocca (Jessie), Flynn e una delle due coppiette si staccano dal gruppo per tornare dal benzinaio scalcinato a cercare un telefono. Senza più pensare al pazzo squilibrato che ha gettato il filo spinato sulla strada. La coppietta proprietaria della macchinona invece resta a fare la guardia ai rottami. E i due cosa decidono di fare? Sì, bravi, avete indovinato. Trombano. E voi che conoscete a menadito il Manuale del Perfetto Film Horror, sapete cosa succederà nella scena successiva. Bravi: la coppietta mUore.
Pazzo squilibrato mutante cannibale scattante.
Evito di continuare il racconto del film: è evidente che nel bosco c'è qualche assassino efferato che in qualche modo attira la gente e la uccide per sfamarsi. Sì, si tratta dei cannibali citati nel paragrafo di apertura; per giunta costoro sono una allegra famigliola tipo quella del Mulino Bianco perché fra di loro si vogliono bene e mangiano una colazione sana e nutriente. I titoli di testa (e questa cosa mi sa che è sfuggita a molti) danno già un po' di indizi sul perché questo trio all'erta e pieno di brio è ridotto così male: vengono mostrati pezzi di filmati vintage e finti ritagli di giornale con cronaca locale che parlano di azzardati esperimenti genetici andati male. La storia quindi procederà su binari ben incanalati: una disperata lotta per la sopravvivenza da parte dei ragazzi contro questi umanoidi ributtanti ma agili al punto da usare arco e frecce, fucili e addirittura un carro attrezzi col quale trainare i rottami delle auto delle vittime.
Eliza Dushku. Non aggiungo altro.
Sempre parlando dei titoli di testa, tre nomi spiccano su tutti gli altri: il primo è quello del produttore, Stan Winston. Stiamo parlando di una delle più grandi personalità legate al mondo degli effetti speciali. Prima truccatore, poi artigiano ideatore di fantastici pupazzi animatronic, infine artefice degli effetti di filmoni come Aliens - Scontro finale, Terminator 1 e 2, Predator, Batman il ritorno, Jurassic Park, Titanic e molti altri. Insomma: un vero guru del settore, pace all'anima sua. La comparsa del suo nome nei titoli di testa di Wrong Turn mi aveva davvero fatto ben sperare. Il secondo nome è Eliza Dushku. Chi non segue Joss Whedon e i suoi telefilm probabilmente non l'avrà mai sentita nominare. A me il suo volto era familiare perché l'avevo seguita nell'interessante telefilm Dollhouse, chiuso prematuramente alla fine della seconda stagione per scarsi ascolti. Dollhouse ha in effetti fatto schifo a molti, mentre io l'avevo apprezzato per la sua originalità di fondo nonostante i suoi evidenti difetti di narrazione e di recitazione. Di Eliza ricordiamo anche la sua partecipazione a Buffy l'ammazzavampiri e Angel. Oh. Eppoi Eliza è gnocca. Peccato che la sua carriera non sia mai decollata veramente: altre piccole partecipazioni qua e là, un po' di filmacci horror recenti e poco altro, a parte qualche attestato nazionale in quanto rappresentante onoraria dell'Albania (terra d'origine della sua famiglia) nel mondo. Il terzo nome è quello di Desmond Harrington: non una stella di prima grandezza nel cinema, ma si è ritagliato nel tempo qualche ruolo di rilievo come quello del Sergente Quinn in Dexter e Jack Bass in Gossip Girl. Infine una nota a margine sul regista Rob Schmidt: costui aveva fatto vedere qualcosa di buono con il film Delitto + castigo a Suburbia, poi il nulla cosmico prima e dopo.
E' sicuramente successo qualcosa di aberrante. Ma i protagonisti sembrano
ben più interessati alle tette di Emmanuelle Chriqui. (click per ingrandire)
Tirando le somme: la storia è un frullato poco saporito di cliché triti e ritriti e presenta per di più delle scene un po' del cazzo; il cast, Eliza a parte, è infarcito di seconde linee prestate dai telefilm. Quali sono i suoi punti di forza, alla fine? Io ne ho visto uno solo: il make up dell'allegra famigliola e più in generale qualche effettaccio sparso qua e là. La mano di Stan Winston e della sua casa di produzione c'è e si vede. Alcune sequenze sono davvero ben costruite (per esempio, la scena in cui i ragazzi sono nascosti nel Mulino Bianco nella baracca dei pezzenti). La tensione funziona a sprazzi, ma non ho mai provato quella sensazione strisciante di terrore & raccapriccio che mi fa aggrappare ai braccioli del divano. Probabilmente la prova degli attori non ha aiutato, dato che il registro delle loro espressioni è più dalla parte del "Esticazzi?" che da quella della Convinzione Assoluta di quello che vedi. Al di là della storia banale, piatta e prevedibile (finale incluso), ci sono pure dei grossolani errori di sceneggiatura: primo su tutti, il carro attrezzi giallo, lasciato in un punto ben preciso del bosco, e magicamente ricomparso in un altro punto giusto perché lì serviva ai protagonisti e la sceneggiatura non prevedeva un piano B per cavarsi d'impiccio. Per non parlare di alcune scene concepite veramente male, tipo il salto che fanno da una capanna a millemila metri d'altezza per raggiungere un albero. Una roba che se l'avessi vista nel telefilm di Batman anni '60 avrei applaudito ben più convinto.
Wrong Turn ha però nel tempo conquistato una sua piccola nicchia tra i franchise horror: ne sono stati fatti ben quattro (4!) seguiti tutti usciti direttamente in home video senza passare dal cinema. L'allegra famigliola resta il tema centrale della serie, mentre l'elemento splatter / gore è stato progressivamente aumentato perché in fondo era l'unico vero aspetto positivo del capostipite; nel tentativo di cavare sangue dalle rape, i produttori hanno violentemente pigiato a tavoletta il pedale della truculenza macellaia a tutti i costi.
In definitiva: un film non eccezionale, canonico, senza guizzi ma neanche eccessivamente brutto: appena sufficiente. Non sempre seguire pedissequamente il Manuale del Perfetto Film Horror si rivela una scelta indovinata, soprattutto se nemmeno ti presti al gioco di sovvertire qualche regola data per assodata, in modo da sorprendere lo spettatore. Purtroppo in questo caso il regista ha scelto la strada più facile e sicura, che però ha indirizzato il film verso il viale del dimenticatoio: una vera e propria svolta sbagliata, se mi permettete l'ardito paragone col titolo.

[1] Per quest'affermazione, il rating della presente recensione è stato alzato a V.M. 14 (o R - Restricted se volete fare i fighi anglofoni).
[2] L'autore è in realtà un pavido pantofolaio e l'iperbole è una delle sue armi principali. Si è solo calato nell'atmosfera del film. Yo!

Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 4
Banale, prevedibile, con grossolani errori di sceneggiatura. Il vero punto debole dell'intera produzione.
Musiche: 5
Quando non mi ricordo nulla delle musiche e non ho alcun commento in merito, significa che erano proprio anonime.
Regia: 6
Sufficiente. Riprese e qualità del montaggio sono giusti quanto basta. Ottimi gli effetti speciali, su questo non si discute.
Ritmo: 7
In effetti il film non ha punti morti. Ritmo sostenuto dall'inizio alla fine e momenti di tensione messi nei punti giusti: non male.
Violenza: 6,5
Devo dire che mi aspettavo qualcosa di più, ma le poche scene splatter non sono malaccio. Tranquilli, saranno dimenticate in fretta.
Humour: 3
Di umorismo c'è solo quello involontario.
XXX: 0
Niente da segnalare.
Voto Globale: 5,5
La buona qualità degli effetti speciali non basta a Wrong Turn per emergere dalla mediocrità generale in cui naviga. Peccato, per me doveva osare di più e cercare soluzioni meno banali per poter dire la sua.

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