The Last Days | ||
---|---|---|
Voto Imdb: 6,1 | ||
Titolo Originale: | Los Últimos Días | |
Anno: | 2013 | |
Genere: | Fantascienza / Thriller | |
Nazione: | Spagna | |
Regista: | David & Alex Pastor | |
Cast: | Quim Gutiérrez, José Coronado, Marta Etura, Leticia Dolera |
Anche la Spagna approda su "Quello che gli altri non vedono"!
Ah, scusatemi: buongiorno a tutti e perdonatemi per la mancanza di aggiornamenti negli ultimi mesi: vediamo di tornare un po' in carreggiata!
Scene di ordinaria Apocalisse a Barcellona. Notare la Fiat in primo piano... Coincidenze? Non credo... |
Dicevo: benvenuta Spagna! The Last Days, a dispetto del titolo internazionale inglese, è un film spagnolo in tutto per tutto: produzione (si parla di circa 5,5 milioni di euro), regia, sceneggiatura, attori ed ambientazione. Potremmo definirlo un film di fantascienza / catastrofico per via di quanto avviene durante la narrazione della storia.
Permettetemi una piccola digressione sul termine "catastrofico". Una trentina d'anni fa uscì una raccolta di racconti brevi di fantascienza curata da Isaac Asimov, intitolata proprio "Catastrofi!". Il titolo è il tema conduttore di tutti i racconti. Nella prefazione, Asimov spiega i motivi delle scelte dei singoli racconti (di autori del calibro di Ursula K. Le Guin, Arthur C. Clarke, Robert Silverberg, Fritz Leiber, Harry Harrison, Asimov stesso e tanti altri) e il perché della sequenza con cui li ha inseriti: si parte dalla distruzione dell'universo intero, passando a quella del Sole, della Terra per arrivare a quella della civiltà. Nonostante, visivamente, sia partito dalla distruzione più grande a quella più piccola, il libro è in realtà un'escalation di tutte le nostre più grandi paure, la peggiore delle quali è la sparizione della nostra civiltà e, quindi di riflesso, di noi stessi. Se riuscite a trovare questo libro, leggetelo: non ve ne pentirete.
Il film in oggetto parla dell'ultimo tipo di catastrofe prospettata da Asimov: la distruzione della civiltà. Siamo a Barcellona, in un futuro estremamente vicino (OK: giorni nostri). Con un montaggio che alterna il presente al passato prossimo, apprendiamo quanto segue: il protagonista, Marc, è un programmatore di una società informatica di Barcellona. Non ha nemmeno il tempo di scrivere dieci righe di codice per far vedere quanto è figo: subito arriva in ufficio il bastardo Enrique, soprannominato Terminator perché è il classico "tagliatore di teste" chiamato dalle aziende in difficoltà, con l'obiettivo di segare via quanti più poveracci possibili per risparmiare sui costi del personale. Enrique assegna a Marc un compito praticamente impossibile: terminare in un paio di settimane un programma che richiederebbe mesi di lavoro. Marc ingoia il rospo e prosegue nel suo banale tran tran casa-ufficio ad orari impossibili, mentre ad aspettarlo c'è Julia, la sua donna, che lui ama tanto. E con la quale lui ha differenze di vedute: non vuole saperne di diventare ometto adulto e di avere un figlio con lei perché... non si sente pronto. I precari equilibri di questa situazione neanche tanto idilliaca vengono spazzati via da uno strano morbo. La gente si comporta in modo sempre più strano, qualcuno decide di non uscire più di casa perché anche solo l'idea di trovarsi per strada potrebbe portare alla pazzia... o addirittura alla morte. Presto il morbo dilaga: prende il nome di "Panico", e si manifesta con una forma estrema di agorafobia a causa della quale basta uscire negli spazi aperti per morire stecchiti. Barcellona (e tutto il resto del mondo, si intuisce) impazzisce in pochissimo tempo. La gente si rifugia nelle viscere della terra e per spostarsi sfrutta i tunnel della metropolitana, che nel tempo ha assunto la forma e l'aspetto di una disgustosa baraccopoli. In questo contesto così inquietante, dove il paradigma casa-lavoro non ha più ragione di esistere, Marc ha un solo scopo: trovare una via per tornare a casa e ritrovare Julia, della quale non ha più notizie da quando si è stambucato nel buco del suo ufficio per finire quel fottutissimo programma per Enrique. Già, il buon vecchio Terminator: l'avrete già capito, a Marc un bastardo come lui serve come il pane. Per aver maggiori possibilità di raggiungere l'altra parte della città, stringe un patto proprio con Enrique: unire le forze e viaggiare lungo le reti fognarie e i binari interrati di Barcellona.
Permettetemi una piccola digressione sul termine "catastrofico". Una trentina d'anni fa uscì una raccolta di racconti brevi di fantascienza curata da Isaac Asimov, intitolata proprio "Catastrofi!". Il titolo è il tema conduttore di tutti i racconti. Nella prefazione, Asimov spiega i motivi delle scelte dei singoli racconti (di autori del calibro di Ursula K. Le Guin, Arthur C. Clarke, Robert Silverberg, Fritz Leiber, Harry Harrison, Asimov stesso e tanti altri) e il perché della sequenza con cui li ha inseriti: si parte dalla distruzione dell'universo intero, passando a quella del Sole, della Terra per arrivare a quella della civiltà. Nonostante, visivamente, sia partito dalla distruzione più grande a quella più piccola, il libro è in realtà un'escalation di tutte le nostre più grandi paure, la peggiore delle quali è la sparizione della nostra civiltà e, quindi di riflesso, di noi stessi. Se riuscite a trovare questo libro, leggetelo: non ve ne pentirete.
Altra scena ben fatta: Barcellona come non l'avete mai vista.... |
Marc (sinistra), Enrique (destra) |
Un centro commerciale distrutto... sempre lì, si va a finire... |
I tunnel della metropolitana. Non male, come scenografia. |
Quello che posso dirvi è: dategli pure una chance; potrà non piacere completamente, ma difficilmente si farà strada la viscida sensazione di chiedere la restituzione di 80 minuti del proprio preziosissimo tempo. E, al giorno d'oggi, non è poca cosa.
Il Neurone Numero 4 (vi mancava? Vi ricordate di lui?) ci lascia qualche testimonianza su Leticia Dolera. Così, tanto per gradire.
Il Pagellone! | |||
---|---|---|---|
Così è deciso! | |||
Trama: | 6 Spunto iniziale molto interessante, perde di verve durante lo svolgimento della storia. Peccato, si poteva osare di più. | Musiche: | 6 Niente di particolare da segnalare, nel bene e nel male. |
Regia: | 7,5 La qualità è altalenante: molto ben fatte alcune sequenze, terribilmente raffazzonati altri punti (probabilmente a causa di un budget estremamente ridotto) | Ritmo: | 7,5 Non è un fulmine di guerra, ci sono certe fasi di stanca, ma è un film che quando parte arriva dritto fino al finale senza perdersi per strada. |
Violenza: | 6 Non è uno splatter, ma la terribile situazione causata dal morbo del Panico è comunicata in modo efficace. | Humour: | 4 No, è un film serio. Ci saranno un paio di battute, ma niente di memorabile. |
XXX: | 4 Credo si sia intravista una zizza di Julia in un infuocato flash back. Credo. | Voto Globale: | 7 Alla fine ho deciso di premiare The Last Days con un bel 7. Non è un film perfetto, ma il suo compitino lo esegue bene e lo porta a casa. Mezzo punto in più per lo spunto iniziale, che ho trovato originale ed interessante. Promosso. |
Film pessimo. Sceneggiatura scritta da dementi in preda al delirium tremens.
RispondiEliminaInsomma,una cagata pazzesca.