martedì 2 luglio 2013

Hunger Games (2012) | Recensione

Hunger Games
Voto Imdb: 7,2
Titolo Originale:The Hunger Games
Anno:2012
Genere:Fantascienza / Azione
Nazione:Stati Uniti
Regista:Gary Ross
Cast:Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Woody Harrelson, Stanley Tucci, Donald Sutherland, Elizabeth Banks


Hunger Games è un altro di quei film che ha spaccato in due gli spettatori. Dato che io sono un povero ingenuo e dato che non sono un Vero Fan di una cippa di niente (con qualche dovuta eccezione), ecco che mi trovo nel mezzo della tempesta a leggere di discussioni infinite sul perché questo film è una cagata allucinante e sul perché chi dice così non capisce un cazzo di cinema. La pietra dello scandalo ha un nome ben preciso: Battle Royale. In sostanza, si accusa l'autrice del romanzo da cui l'omonimo film è stato tratto di aver saccheggiato a piene mani dal suddetto Battle Royale, film giapponese di successo interpretato fra gli altri da un attore che all'estero gode di grande fama come autore drammatico ma che sul suolo natio si diverte ad alternare cinema d'autore con cazzatone clownesche. Sto ovviamente parlando di Takeshi Kitano, un mostro sacro come pochi - come non avere davanti agli occhi la sua evoluzione che l'ha portato da Mai Dire Banzai al Leone d'Oro di Venezia con Hana-Bi / Fiori di fuoco?
Beh, non divaghiamo. Vi racconto l'incipit.
Gruppo di bimbiminkia dall'aria truce.
Siamo in un futuro distopico. Il mondo vive nel caos più totale e l'imbarbarimento di cultura e società è inarrestabile. Il governo deve tenere a bada la plebaglia, e non trova niente di meglio dei metodi usati migliaia di anni prima dagli antichi Romani: il Metodo Panem et Circenses, in questo caso nella forma di un reality show cruento dove i protagonisti sono dei ragazzini gettati in uno bosco / arena e il cui scopo è quello di ammazzarsi fra di loro finché non ne sopravviverà solo uno.
Ecco i due gruppi di fan che si sentono fischiare le orecchie! Raccontato in questo modo, l'incipit è esattamente lo stesso di Battle Royale e di Hunger Games. Ci sono chiaramente i dovuti distinguo, le due trame per forza di cose divergono in più punti, e i due film percorrono strade molto diverse. Il Fan di Battle Royale non farà a meno di scandalizzarsi per il reato di Lesa Maestà e di sottolineare altezzosamente come il suo campione sia decisamente cruento, mentre il Fan di Hunger Games non potrà che ribattere parlando di background migliore, di superiorità della versione occidentale rispetto a quella orientale, di cast migliore e così via...
E poi ci sono io che me ne sbatto le palle di queste suddivisioni da fandom nerd e cerco di valutare il film in questione in modo obiettivo (se ne ho voglia, come in questo caso), scevro da condizionamenti e dal Sacro Furore del Fanatico. Lo so, ridacchio da solo mentre scrivo questa stronzata, ma lasciatemi atteggiare ancora un pochino.
Hunger Games parte esattamente come ho raccontato nell'incipit, ma vanno chiariti alcuni punti per comprenderne meglio il background.
Jennifer in posa stilosa
Gli eventi si svolgono a Capitol City, enorme metropoli futuristica, avveniristica e ricchissima, circondata da 13 Distretti (il tredicesimo fu distrutto anni prima) i quali, a causa della povertà in cui da sempre versano (non sono che dei piccoli agglomerati di mini-città vassallo il cui scopo è fornire manodopera per soddisfare i capricci della ricca capitale), si erano ribellati decenni prima. La ribellione venne soffocata nel sangue, e ancora oggi i distretti devono pagare un orribile tributo in nome della pace e della benevolenza capitolina: ciascun Distretto dovrà sorteggiare un ragazzo e una ragazza fra 12 e 18 anni, e offrire entrambi al gioco Hunger Games. I distretti più poveri sono quelli col numero più alto: più lontani dalla Capitale, ma pieni di materie prime da estrarre e sfruttare.
Ed ecco spiegato il perché della posa stilosa:
mette in risalto le tette. (click per ingrandire)
La protagonista è Katniss (Jennifer Lawrence) del Distretto 12. Cacciatrice abilissima con arco e freccie, coraggiosa ai limiti dell'incoscienza, sedicenne già adulta in quanto è lei a dare una grossa mano alla madre vedova nell'accudire Primrose, la sorellina minore. Quando arrivano gli Emissari di Capitol City per l'Estrazione della nuova edizione di Hunger Games avviene il fattaccio: viene casualmente sorteggiata la sorellina di Katniss. L'Eroina, per salvare la poveretta dalla fine che si preannuncia brutta nonché certa, si offre volontaria al suo posto. Insieme a Katniss viene sorteggiato Peeta (Josh Hutcherson), il figlio del fornaio. Tutti i partecipanti vengono assegnati ad un mentore del loro distretto, una personalità di spicco che si è distinto in passato; per il Distretto 12 il mentore è Haymitch (Woody Harrelson) che anni prima è stato l'unico altro vincitore proveniente dal 12. Peccato che Haymitch sia un fallito ubriacone, disilluso e rassegnato, convinto che i vincitori - come spesso accade - saranno i ragazzi del Distretto 1 o 2, allenati e selezionati appositamente per l'evento, come novelli Ivan Drago forgiati con un unico scopo nella vita mesta e vuota. Ovviamente Katniss riuscirà a far cambiare idea a Haymitch e comincerà, grazie alla sua abilità unita ad arroganza, temerarietà, sincerità e - perché no? - gnoccolaggine, a fare breccia negli sponsor, necessari per garantirsi la sopravvivenza.
Elizabeth Banks / Woody Harrelson / Jennifer Lawrence
La prima parte del film racconta tutto questo. Seguiamo le vicende con gli occhi di Katniss e Peeta, ci riempiamo di stupore insieme a loro, davanti alle meraviglie della Capitale, ricca di lusso e sfarzo e modernità e tecnologia e tanta luccicante falsità. E non possiamo fare a meno di renderci conto di quanto, nella realtà, questa società sia marcia nonostante l'involucro così sfavillante. In questa cornice colorata e chiassosa vedremo come Katniss si prepara al terribile evento, che incombe come una letale spada di Damocle sulle teste dei 24 sfortunati prescelti. Questa parte, lasciatemelo dire, è sicuramente la più interessante di tutto il film. L'attesa è snervante, le incognite troppe e i presagi sicuramente oscuri. Per molti non ci sarà un domani, e tutto viene vissuto in funzione di quegli attimi.
Poi finalmente il Grande Giorno arriva, e come un lampo inizia la battaglia. Avevo gli occhi meravigliati quando in un misto di ralenty e handy-cam seguiamo l'orrore che si scatena durante il primo combattimento.
J&J: Jennifer & Josh
Poi... ecco, poi il film, per i rimanenti 90 minuti, inesorabilmente, incontrovertibilmente, quasi vergognosamente, implode su se stesso. Quello che mi stavo pregustando con gli occhi iniettati di sangue, semplicemente non avviene. O meglio, non viene mostrato. Lo si intuisce. Lo si capisce da annunci in secondo piano. Certo, le morti avvengono, la protagonista qualcuno uccide - anche se più per autodifesa che per reale volontà di vincere - e la trama si sofferma più sul rapporto Katniss / Peeta che sull'esito del gioco dei morti di fame. Hunger Games è un film violento senza praticamente mostrare violenza. Sembra un controsenso, ma dietro a tutto c'era la necessità di ottenere un visto censura che non impedisse la visione del film al target reale: gli adolescenti, i tanto odiati e temuti bimbiminkia che imperversano come locuste qui nella Grande Rete. Se ripensate a questa ultima frase, probabilmente farete pace con voi stessi, prima di sbavare accuse sulle promesse che il film non riesce a mantenere. E' vero, non le mantiene, ma è perché non può. Caro lettore-tipo-di-questo-blog, fattene una ragione: Hunger Games è ad uso e consumo degli adolescenti. Non è roba per te. O per me. Se vuoi la violenza, non è qui che devi guardare: devi volgere il tuo sguardo a Battle Royale. O al film L'implacabile / The running Man, fulgido esempio del Trash Buono degli anni '80 con Arnold Schwarzenegger.
Stanley Tucci & Jennifer
Se però riesci a superare questo scoglio, alla fine riesci anche a vedere che qualcosa di buono in Hunger Games c'è. Ti trovi davanti ad un film discretamente solido, molto interessante nella prima parte e fin troppo edulcorato o didascalico nella seconda parte. Ma sempre tu che denigri tanto questo prodotto fuori-target, prova a fermarti e a ripensare un secondo alla Storia del Cinema, quello con la C maiuscola. Vai alla voce Distretto 13: le brigate della morte, film del 1976 di John Carpenter. Questo film fu al centro di roventi polemiche certamente per la sua violenza (relativizzata agli anni in cui uscì il film, ricordiamolo), ma soprattutto per la scena in cui la piccola Kathy viene brutalmente uccisa con un colpo di pistola dalla banda "I voodoo". Mai si era visto un bimbo morire di morte cruenta per mano adulta in modo così netto, e Hollywood rimase shockata di fronte a questa rappresentazione di violenza verso una persona così innocente. Ecco, questa è una riflessione di come i tempi siano cambiati in 40 anni, che sono un'enormità dal punto di vista del cinema ma non dal mio perché sono giovanissimo e neanche quarantenne. Oggi, per vedere bimbi/adolescenti che accoppano dei coetanei, è sufficiente guardare un Hunger Games qualunque (in America ha ottenuto un visto PG-13). Più ci penso, più rimango perplesso.

Notare come il tizio della troupe le tolga il coltello di mano...
Prima di giungere alle conclusioni, qualche breve commento sul cast.
Innanzitutto sappiate che adoro Jennifer Lawrence prima ancora come attrice che come personaggio Katniss. Perché lei nella vita reale è decisamente fuori di testa. Anzi, definirla così è inesatto: semplicemente, lei dice quello che pensa senza gli inutili filtri dettati da ipocrisia, bon-ton e convenzioni sociali. Questa schiettezza e spontaneità la umanizzano enormemente rispetto ad altre colleghe più perfettine, banali e scontate. Ci fossero più Jennifer Lawrence! Eppoi è gnocca. Guardatevi X-Men: l'inizio per rendervene conto. Un Oscar a 22 anni e due nomination non arrivano per caso, garantito. Il personaggio Jennifer ha dato il via ad infinite GIF animate che riportano alcune delle sue battute più folli ed esilaranti. Sparse in giro per questo articolo ne troverete una selezione densa di significato.

Immaginatevi le facce basite degli intervistatori...
Per quanto riguarda il resto del cast, preferisco spendere una parola in più su Woody Harrelson... quasi uno shock nel vederlo conciato in questo modo! Dal momento che non sono fisionomista, non l'avevo nemmeno riconosciuto. Bravissimo nell'interpretazione, tanto da rendere credibile e umano il suo Haymitch. Poi, non posso non guardare Stanley Tucci con un misto di inquietudine ed orrore, perché con quei capelli blu è sinceramente inguardabile; così come Wes Bentley e la sua ridicola barba. Per concludere con Elizabeth Banks, fenomenale nel ruolo di Effie Trinket al punto che l'avevo scambiata per un Ru Paul violentemente truccato. Ok, in definitiva abbiamo: make up appariscente, buoni i costumi, appena sufficienti gli effetti speciali (il fuoco sui vestiti di Katniss è davvero ridicolo), ottimo il cast, discreta la regia di Gary Ross, che ricordiamo per Pleasantville (1998) e soprattutto per Big (1988, con Tom Hanks), clone americano di Da Grande del mitico Renato Pozzetto. Toh la coincidenza! Che Gary sia specializzato in plagi? Ovviamente è una battuta, non saltatemi addosso e statemibbboni. Una combinazione di questi elementi, nessuno dei quali eccellenti a parte forse la protagonista, hanno portato ad uno degli incassi più eclatanti di sempre, soprattutto negli Stati Uniti. Misteri Americani.


Domanda: A parte Katniss, chi avresti voluto interpretare?
Jennifer: La barba di Wes Bentley.
Eccola, la barba di Wes Bentley.
Un confronto con Battle Royale?
Giusto due righe. Battle Royale nasce con uno scopo ben preciso: è, di fatto, una critica alla struttura eccessivamente competitiva ed alienante del sistema scolastico giapponese, dove l'arrivismo porta a conseguenze estreme e alla spersonalizzazione dell'individuo. Ovviamente la critica sociale diventa un semplice pretesto: gli autori volevano scandalizzare, e direi che ci sono riusciti in pieno, prima col romanzo di Koushun Takami, poi col manga sceneggiato dallo stesso autore e disegnato da Masuyuki Taguchi, infine col film diretto da Kinji Fukasaku, famoso in Giappone per i suoi film crudi sul mondo della Yakuza anni '70. Il messaggio è semplice: con Battle Royale è stato sfruttato ogni mezzo possibile per colpire duro il giapponese medio e scuoterlo dalla sua apatia. Battle Royale non ha fatto nulla di rivoluzionario, forse, ma farà senz'altro parlare di sé per i decenni a venire. Il film, rispetto al romanzo, si prende molte libertà, ma la storia cruenta resta la stessa. Ad ogni alunno viene applicato un collare-bomba. Se qualcuno esce dal perimetro, la bomba esplode. Se qualcuno cerca di toglierselo, la bomba esplode. Se alla fine di tre giorni di combattimenti sopravvive più di una persona, esplodono tutte le bombe rimaste. Gli alunni sono incentivati a massacrare il prossimo. Sanno che la speranza è flebile, e che l'unico modo per realizzarla è essere spietati. Non ci sono alleanze temporanee ed improbabili (a parte un paio, ben giustificate dalla narrazione), ognuno gioca per sé e per la propria sopravvivenza. Hunger Games smussa decisamente questo aspetto, lo rende più occidentale e, come detto prima, più a portata di un target meno adulto di Battle Royale. D'altronde la scrittrice Suzanne Collins parla espressamente di categoria young adult per il romanzo. La critica sociale, almeno nel film, passa in secondo piano lasciando spazio ad un maggiore approfondimento del rapporto tra i ragazzi-tributi e lo spettacolo vero e proprio. Cosa vogliono gli spettatori delle capitale? Per chi parteggiano? Perché dovrebbero tifare per una ragazza del Distretto 12 rispetto ad altri più vicini a loro? Diciamo che viene fatto un flebile tentativo di rendere Hunger Games una sorta di The Truman Show con armi e sangue al posto del Grande Sogno della Famiglia Media Americana. Insomma, di spunti di riflessione ce ne possono essere a bizzeffe, ma sono sempre tutti appena abbozzati, lanciati quasi per caso nel mucchio mentre il carrozzone prosegue nella sua storia. Personalmente ho apprezzato di più lo spirito grottesco di Battle Royale, che in alcuni punti rasenta vette di humour nero, ma non posso dire che Hunger Games sia una cazzata pazzesca. Alla fine le righe sono venute più di due... perdonate la mia logorrea.

Jennifer fa un fantastico photobombing a Sarah Jessica Parker. Stima imperitura.
Quindi Hunger Games merita?
Io dico che una chance se la merita. Se siete, per dire, 400calcisti, no, allora proprio no, evitatelo come la peste. Se vi aspettate l'iperviolenza alla Battle Royale, sappiate che guardare Hunger Games è come seguire una partita di calcio semplicemente fissando il tabellone dei risultati. Sapete come procede, ma non vedete nemmeno uno straccio di gol. Se però la violenza non è quello che vi interessa, il film può risultare godibile. Anche se mi domando cosa abbia di così interessante da offrire, se togli la patina di sangue che si porta con sé. Da questo punto di vista, ammetto di essere sinceramente perplesso. Non un film da buttare, comunque: il seguito credo proprio che me lo gusterò. E ci sarà Jennifer Lawrence, il resto può bellamente passare in secondo piano.

Domanda: "Qual è l'ultima parola del libro Hunger Games?"
Jennifer: "Uh, fine"

"I  had a vacation in Belize. It was unBelizable". Fantastico ma intraducibile gioco di parole...








Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 5
Banaluccia, la sagra dell'ovvietà e del già visto. Pochi colpi di coda, e colpi di scena abbastanza telefonati. Insomma, non il massimo.
Musiche: 6
Non mi hanno detto niente di speciale, ma dal momento che non ho provato fastidio, direi che la colonna sonora faccia il suo sporco lavoro.
Regia: 6,5
Sono onesto: il regista deve aver fatto i salti mortali per rendere non-violento un film che avrebbe dovuto grondare sangue da ogni fotogramma. Missione (quasi) riuscita.
Ritmo: 6,5
Discreto, con qualche fase di stanca, e paradossalmente poco funzionale proprio quando iniziano i giochi "nell'arena". Ma il clima nervoso di attesa del Grande Evento è reso bene.
Violenza: 5
Bimbi che uccidono bimbi. Figooooo! Peccato che, se era questo che volevi vedere, beh, è meglio che ti rivolga a qualche altro film...
Humour: 4
Mi sa che è pressoché assente. Strano, eh?
XXX: 0
Jennfer Lawrence ha recitato ignuda in X-Men: l'inizio. Non qui. Peccato.
Voto Globale: 6,5
Voto ponziopilatesco, lo ammetto. Il film non mi è dispiaciuto, nemmeno è fatto male. Ma non mantiene quello che ti promette (o meglio, quello che TU HAI PENSATO CHE PROMETTESSE. Fottuto Marketing).
Ed infine, il piccolo angolo del Neurone Numero 4! Ecco a voi Jennifer Lawrence.

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3 commenti:

  1. A me questi film sanno tanto di autentica presa per i fondelli. Lo scopo è sempre quello, far leva sull'invidia degli spettatori per i ricchi, dipingendoli come cattivi, viscidi e sfruttatori, e piazzare l'eroe che difende/mostra i pregi della gente comune guidandola alla rivalsa. Un esempio tracotante e recente è il film Elysium. Peccato che poi i soldi del biglietto del cinema, comprato in prevalenza dalla gente comune, vadano in tasca proprio ai ricchi! :-))
    Polemik

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  2. Però Jen è la n° 1. E in + è figa.

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