Il giorno sbagliato - Unhinged | ||
---|---|---|
Voto Imdb: 6,00 | ||
Titolo Originale: | Unhinged | |
Anno: | 2020 | |
Genere: | Thriller | |
Nazione: | Stati Uniti | |
Regista: | Derrick Borte | |
Cast: | Russell Crowe, Caren Pistorius, Gabriel Bateman |
Fonti non confermate mi dicono che avesse pronunciato queste parole dopo aver visto Il giorno sbagliato - Unhinged. Giuro!
Beh, in attesa di scoprire se i servizi segreti deviati ci hanno preso o se mi hanno passato una notizia infondata corredata di babbi da mangiare in un autogrill discutendo di rinascimento in stati dittatoriali, diciamo che sono comunque parole che ben si adattano a questo film. Unhinged è tutto sbagliato, dall’inizio alla fine, e la cosa mi spiace moltissimo perché è coinvolto un attore che ho sempre apprezzato, Russell Crowe.
Un giorno sbagliato può capitare a chiunque, intendiamoci.
Allo sfigato che imbrocca la fila giusta nel giorno in cui distribuivano la sfiga.
A Capitan Uncino quando si fa il bidet con la mano sbagliata.
A Luca Giurato quando azzecca un congiuntivo.
A chi si imbatte in questo film e in questa recensione.
Vai di trama!
No, ma facciamo esplodere una casa, cosa sarà mai? |
Lo insulta con tanto di dito medio.
La protagonista col bimbominkia |
Il problema è che in Unhinged non siamo in Italia e che Tom Cooper non è un casello automatico, è proprio uno stronzo psicopatico. E non la prende affatto bene, anzi, a dirla tutta in lui scatta la follia omicida, tanto ha appena accoppato l’ex-moglie, cos’altro ha da perdere?: Rachel - e tutti quelli che la circondano - devono morire, semplice e lapalissiano. Inizia una corsa serrata in cui la tizia verrà perseguitata dallo psicopatico, il quale la seguirà con una non indifferente scia di sangue.
Lo spunto iniziale, che richiama in qualche modo l’iconico Un giorno di ordinaria follia con Michael Douglas con una spruzzatina di Criminal Minds e di Duel, è invero interessante e il ritmo è serrato con poche pause tra una scena e l’altra. L’interpretazione di Russell Crowe torna ad essere convincente nella parte negativissima del villain ma… ma… ecco il grosso “ma”.
La sceneggiatura.
Ve lo dico col cuore: è scritta davvero con una parte anatomica piuttosto morbida che non comprende le mani e nemmeno i piedi.
Due le criticità più evidenti:
- il personaggio di Rachel è particolarmente odioso e insignificante, tanto che risulta impossibile immedesimarsi e prenderne le difese. Che ce la faccia o non ce la faccia, alla fine mi è diventato del tutto irrilevante. Posso capire che abbiano voluto rappresentarla come “una di noi”, con mille problemi irrisolti, ma è nelle scelte che fa che crolla ogni empatia nei suoi confronti. Vedi punto successivo.
- la credibilità degli eventi narrati è prossima allo zero. Rachel compie una serie impressionante di decisioni sbagliate che rendono la sospensione dell’incredulità davvero difficile da digerire. Per non parlare della sequela inenarrabile di cazzatone assolutamente poco plausibili infilate a forza come quando cerchi di chiudere il trolley prima di salire su un volo Ryanair. O mentre cerchi di chiudere questa cappelliera:
Cucù, il cellulare dov'è? |
Vogliamo anche parlare del fatto che quando salgono sulla macchina si mettono sempre la cintura rispettosi del codice stradale, ma poi Tom e Rachel parlano al cellulare guidando senza nemmeno mettere il vivavoce? Diseducativissimo! Io chiamerei il MOIGE e il Codacons, tutto ciò è inaccettabile!
No, in un film del 2020 non devo aspettarmi queste cazzate, non esiste proprio! Io sono il primo ad ignorare la credibilità delle cose se inserite in un contesto fracassone dove c’è la gara a inserire la smargiassata più tamarra (chi ha detto Fast & Furious? Cuoricini sparsi). Ma qui, dove tutto è serio, dove c’è appena sfiorato il lodevole tentativo di inserire una trama con il super cattivo sporco maschilista violento e retrogrado che ce l’ha a morte con gli avvocati divorzisti americani, mi aspetto una maggiore attenzione ai dettagli. Se da un lato l’interpretazione di Russell Crowe si salva - è perfino ingrassato per entrare meglio nella parte, penso che lo farei pure io con sommo gaudio, intendiamoci - e comunque sappiate che non è tutta panza, la sua, perché ha usato una protesi per accentuare la ciccia, dicevo dall’altra parte ben poco altro si salva. Il ritmo è serrato, è vero, ma sono sequenze senza un minimo senso logico. Lo stesso genere di film non è ben inquadrabile: è un thriller? È uno slasher? È una denuncia al sistema divorzista americano? Secondo me è un desolante insieme di tanti “vorrei ma non posso” senza però riuscire a eccellere in nessuno dei generi a cui si è accostato.
"Scusi ho una domanda, può rispondere?" |
In conclusione, il film parte bene, è pure un discreto low-budget secondo i canoni hollywoodiani, ma naufraga a causa della scarsa plausibilità degli eventi narrati. Ed è un peccato, perché ha la giusta cattiveria, alcune scene sono perfino discretamente forti (non è un horror, sto relativizzando), ma gli manca l’intera sovrastruttura che lo sorregga solidamente. Incompiuto e poco plausibile. Russell, perché l’hai fatto?
Il Pagellone! | |||
---|---|---|---|
Così è deciso! | |||
Trama: | 4 Come spiegato nella recensione, la
sceneggiatura è il vero punto debole del film. Lo spunto iniziale era
decisamente interessante, ma lo sviluppo successivo lo ha mestamente
affossato. |
Musiche: | 6 La colonna sonora non ha nulla di
memorabile. MA! Segnalo una cover di “Don’t fear the Reaper” eseguita
dai Keep Shelly In Athens, duo indie greco che eccelle nella childwave,
un electropop rallentato spruzzato di effetto nostalgia per gli anni
Ottanta. Di primo acchito mi ha fatto cagarissimo (scusate la spocchia
da boomer) ma nei riascolti successivi l’ho apprezzata. |
Regia: | 6 Il regista Derrick Borte viene
dalla scena indie, di per sé non è nemmeno un male perché alcune scene,
soprattutto quelle più forti, sono ben fatte. L’impressione è che
avrebbe potuto osare di più, invece si è limitato a fare il compitino. La
poca attenzione nel montaggio ha fatto il resto. |
Ritmo: | 7 Se c’è una cosa che non manca nel
film è il ritmo. Pur costellato da cazzatone mirabolanti, la tensione
non scende mai, fino ai titoli di coda. È sicuramente il maggior pregio
di Unhinged. |
Violenza: | 6,5 Certe scene sembrano tratte da uno slasher ma non posso dire altro per non spoilerare troppo. |
Humour: | 0 Totalmente assente. |
XXX: | 0 Nulla da segnalare. |
Voto Globale: | 5 Per me il film è bocciato.
Intendiamoci: la pagnotta la porta a casa dignitosamente, ma il suo
voler essere troppe cose senza mai davvero centrare il punto in ciascuno
di esse è un grosso limite. Se poi aggiungiamo che la sceneggiatura è
davvero pietosa perché inserisce pezzi assurdi e privi di senso in un
contesto serio e con una sua logica interna, ecco, per me l’equilibrio
non regge al punto da lasciarmi un po’ basito, un po’ insoddisfatto…
senza eccellere in nessuno dei casi, ovviamente. |