lunedì 11 giugno 2012

Born to fight - Nati per combattere (2004) | Recensione

Born to fight - Nati per combattere
Voto Imdb: 6,1
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Titolo Originale:Kerd ma lui
Anno:2004
Genere:Azione / Arti marziali
Nazione:Thailandia
Regista:Panna Rittikrai
Cast:Dan Chupong, Nappon Gomarachun, Santisuk Promsiri, Piyapong Piew-on, Somluck Kamsing, Kessarin Ektawatkul

Prima di Ong Bak nessuno si calcolava la Thailandia, cinematograficamente parlando - io per primo! Poi è arrivato Prachya Pinkaew (sì, ho fatto copia&incolla, non imparerò mai a scriverlo giusto) e il cinema d'arti marziali ai miei occhi non è più lo stesso.

Permettetemi una leggera digressione. Ho sempre adorato il cinema d'azione orientale, sopratutto quello di Hong Kong. John Woo su tutti, per passare agli incredibili action movie di Jackie Chan. E' quel tipo di cinema anni '80 e '90 in cui le scene più spettacolari sono basate sulla bravura degli attori-atleti e sulla pericolosità della messa in scena. Senza l'aiuto degli stramaledettissimi cavi. Lo dico. Io odio i cavi. Rendono i combattimenti spettacolari ma assolutamente, totalmente, incontrovertibilmente privi di verosimiglianza. Con i cavi, un combattimento diventa sì poetico, ma decisamente innaturale. La Tigre e il Dragone, in questo senso, ne è un po' l'emblema (pur essendo un buon film per altri aspetti).

In un film di arti marziali io voglio vedere tizi che si menano di brutto, il tutto in una cornice verosimile o al limite in un contesto più slapstick (parlo delle action-comedy di Jackie Chan, dove tutti si prendono una caterva di legnate ma nessuno muore mai o quasi). Non accetto tizi che volano 10 metri neanche avessero un turboreattore piantato nelle chiappe.

Tutta questa premessa per arrivare dove? Alla Thailandia! Dove l'intuizione di Prachya Pinkaew ha fatto sì che si ritornasse un po' ai vecchi tempi in cui le botte gli attori le prendono davvero, e dove ad ogni film in cui il budget a disposizione aumenta, di pari passo aumenta la spettacolarità delle scene.

Born to Fight - Nati per combattere arriva subito dopo il successo internazionale di Ong Bak. Prachya Pinkaew si sposta dalla regia alla produzione e a dirigere c'è Panna Rittikrai, che nel primo film è l'indiscussa mente delle coreografie. In Born to fight non c'è la star Tony Jaa (lo ritroveremo in altri film, tranquilli) ma l'altrettanto atletico Dan Chupong. La storia è presto detta: Deaw (il nostro Dan) è un poliziotto che in una spettacolarissima sequenza iniziale di 15 minuti cattura un potente boss della droga. Durante il raid muore il mentore di Deaw e quest'ultimo, per riprendersi dal dolore della perdita, accompagna sua sorella in un tour all'interno della Thailandia. Sua sorella fa parte di un gruppo di atleti nazionali (taekwondo, ginnastica, rugby, calcio, etc) che decidono di promuovere i valori dello sport nei villaggi poveri thailandesi. Durante una di queste visite un gruppo di mercenari attacca il villaggio, compiendo un insensato massacro e tenendo i sopravvissuti in ostaggio, con la minaccia di ucciderli tutti se il governo non libererà in pochi giorni il boss catturato all'inizio del film. In mezzo a tutto questo c'è pure una testata nucleare puntata su Bangkok, che verrà lanciata in ogni caso perché tanto tutti devono pupparlo al potente boss.
Quando tutto sembra perduto, Deaw e gli atleti danno vita alla rivolta del villaggio: tre quarti del film diventa quindi una sequenza impressionante di combattimenti serratissimi dove ciascuno, sfruttando le proprie abilità sportive, cerca di liberarsi dei cattivoni brutti e sporchi.

Si vedranno sgherri cadere da tir in movimento, gente che rovina dolorosamente colpendo spigoli e pareti, stuntman che si lanciano con la moto contro pareti infiammate o direttamente contro camion con avvitamenti doppi e tripli carpiati, oppure uno scontro dove le mazze sono sostituite da tizzoni ardenti o ancora, un calciatore che scaglia palloni infuocati che forse puoi solo vedere in Dragon Ball o in Shaolin Soccer. Seguendo la tradizione aperta da Jackie Chan, al termine del film ci sono le riprese degli stunt andati male: per la serie, le assicurazioni e i sindacati degli attori a Panna Rittikrai fanno una pippa! Il tutto è accompagnato da una banale ma serrata musica techno che martella incessantemente durante le sequenze più spettacolari.

Dire che Born to fight sia un capolavoro è chiaramente un azzardo, posso però affermare che per gli amanti del cinema d'azione questo sia un film assolutamente da vedere. Tanto più che è pure uscito doppiato in italiano per conto della Punto Zero nel 2008.

Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 4
In questo genere di film è un optional.
Musiche: 7
Tutti i combattimenti sono sottolineati da una martellante colonna sonora simil-techno. Ci sta!
Regia: 7
Decisamente buona!
Ritmo: 9
Un film che corre a velocità folle, a parte qualche momento iniziale di stanca.
Violenza: 8
Botte da orbi, acrobazie, stunt eccezionali.
Humour: 6
Alcuni colpi sono così esageratamente inverosimili da strappare più di una risata
XXX: 0
No, davvero, non ce n'è il bisogno.
Voto Globale: 7,5
Assolutamente da vedere per gli amanti delle arti marziali!

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