martedì 12 giugno 2012

Hostel (2005) | Recensione

Hostel
Voto Imdb: 5,8
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Titolo Originale:Hostel
Anno:2005
Genere:Horror / Splatter
Nazione:Stati Uniti
Regista:Eli Roth
Cast:Jay Hernandez, Derek Richardson, Eythor Gudjonsson, Barbara Nedeljakova, Jana Kaderabkova


Ho rischiato di non vederlo, questo Hostel. Mentre partono i titoli di testa, leggo: "Quentin Tarantino presenta..." e mi vengono le convulsioni. Non ho mai sopportato Tarantino, anzi devo dire che mi è sempre stato sui maroni. A pelle.
A questo punto schiaccio "Stop" sul lettore e inizio a dialogare con i miei neuroni Numero 3 e Numero 5, quelli addetti ai pensieri più profondi.
La mia domanda è: - Ma perché Tarantino mi sta sulle balle?
Numero 5 (il Neurone Cazzone): - Perché i suoi personaggi parlano troppo!
Numero 3 (Il Neurone Posato): - Per colpa dei tarantiniani!
Rimango scioccato da queste due rivelazioni, e mi metto a pensare, attivando anche i tre neuroni rimanenti. E giungo alla conclusione che, sì, il problema di Tarantino è il suo essere eccessivamente sopravvalutato. Certo, Bastardi senza gloria è davvero un gran bel film. Tutto sommato, anche Pulp Fiction. Con Kill Bill Vol 1 mi sono addormentato alla fine del primo tempo, e non mi è più arrivata la scintilla né per andare avanti col film, né per vedere il Vol 2.
Numero 2 (il Neurone Coscienza Scassapalle): - E sì che questo film dovrebbe essere un grande omaggio al tuo genere preferito!
Io: - Estigrancazzi?
Numero 2: - Sei fatto strano, eh?

Certo! Sono fatto strano, ma probabilmente non ho mai sopportato l'alone di misticismo esaltato che circonda Tarantino. L'osannazione che porta all'adorazione di tutto quello che lui tocca o dice. Basta che lui dica: "Bellissimo questo film trashissimo!" E tutti a rivalutarlo neanche fosse il perfetto connubio fra Milano spara, la polizia risponde e Taxi Driver. Oppure: "Ahahahahhaha che ridere Pierino!" e tutti a sganasciarsi neanche fosse Billy Cristal che scrive una gag di Aldo Giovanni e Giacomo. Insomma, quest'aura da Re Mida del cinema non l'ho mai digerita.

Poi però mi dico: - Perdincibacco, Hostel mica l'ha diretto lui!
Numero 2: - Ma l'ha prodotto...
Io: - Ok, diamo a Tarantino qualche merito: come (ri)scopritore o promotore per l'America di film particolari altrimenti destinati all'oblio. E finiamola lì.

Mi autoconvinco e decido di premere "Play". Ah, i dilemmi della vita!

Hostel, volutamente, parte con una bella sequenza di luoghi comuni sull'Europa vista dagli americani:

  • Ad Amsterdam ci si bomba all'inverosimile senza che nessuno dica niente, e per di più le donne di facili costumi espongono la mercanzia direttamente in vetrina.
  • In Europa, se vuoi veramente trombare, devi andare in ostello.
  • Negli ostelli dell'Est ci sono solo gnocche.
  • Fra tutte le gnocche europee, le russe e le ceche sono le più-iper-mega-gnocche e per di più la danno via come il vento.
  • Gli islandesi e tutti i nordici in generale sono ubriaconi.
  • Le giapponesi non sentono dolore.
  • Gli uomini d'affari olandesi hanno la faccia da psicopatici assassini.
  • Tutti parlano inglese e tutti si capiscono fra loro senza difficoltà, non importa di che nazionalità siano.
  • Nelle città dell'Est tutta la polizia è corrotta.
  • Nelle città dell'Est, se ti va male, dopo una trombata vieni rapito e ti risvegli in un fosso senza un rene.

Ecco, in Hostel l'ultimo luogo comune è un po' diverso: non ti risvegli per nulla. E non ti viene asportato solo un rene. Ti viene asportato tutto, con metodi di pura macelleria. Dopo averti torturato un po', s'intende.
La storia è così riassumibile in poche righe: due ragazzi americani e il loro neo-amico islandese girano per l'Europa con l'intento di divertirsi e sballarsi. Passando da una nazione all'altra, si sentono dire che la Gnocca di Qualità (gratis, è sottinteso) si trova in un ostello vicino a Bratislava, in Slovacchia. Ingrifati a mille da peccaminose nonché paradisiache promesse, gli amici si precipitano sul treno. A destinazione raggiunta, sembra tutto vero: vengono abbordati da due sventole (Natalia, russa e Svetlana, ceca) e si divertono pure parecchio. Poi inizia l'incubo: due degli amici scompaiono, e il terzo suo malgrado scopre l'orribile verità.

Hostel è praticamente solo questo, narrativamente parlando. Una prima parte che sembra una teen-comedy con tanta allegria e bocce tante. E una seconda parte dove la tortura e la violenza entrano in gioco. E si badi, non è violenza psicologica; è violenza pura, rappresentata nel dettaglio con sadico autocompiacimento da parte del regista Eli Roth. Per onestà intellettuale, va detto che la massiccia campagna pubblicitaria aveva ai tempi creato un'attesa morbosa ben maggiore di quello che poi viene rappresentato. Intendiamoci, Hostel non è film per deboli di stomaco: litri di sangue, arti maciullati, occhi tagliati, seghe elettriche impazzite, strumenti di tortura assortiti in una cornice buia, malsana e opprimente.

Cosa rimane di Hostel? Ben poco, credo. Intrattenimento allo stato puro, zero introspezione psicologica, un paio di scene dal forte impatto e poco altro. Non da buttare, ma c'è di meglio.

Neurone 5: - E' tutta una truffa, è tutta colpa dei tarantinianiiiiiiiiiii!!!!
Neurone 3: - Andate al pagellone, che è meglio!


Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 5
Stereotipi a manetta, ma alla fine ci stanno
Musiche: 6,5
Più effetti sonori che musica
Regia: 7
Buona
Ritmo: 7
Me l'aspettavo più ritmato, ha momenti di pausa comunque buoni per creare attesa prima della mattanza
Violenza: 7,5
La campagna marketing sul film ha promesso molto più di quanto non sia stato mantenuto per quanto il livello di sangue sia molto superiore alla media dei film per il grande pubblico.
Humour: 5
Poco da dire: qualche battuta qua e là (Oli l'islandese) e qualche effetto talmente gore da strappare una risata
XXX: 6
Come da tradizione horror dei teen movie: tette!
Voto Globale: 6
Alla fine, pensavo meglio, onestamente.


Contributo di Numero 4 (il Neurone Porcello): - Se volete approfondire la conoscenza di Natalia e Svetlana, ecco qui qualche immagine:

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