venerdì 28 marzo 2014

Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione (1984) | Recensione

Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione
Voto Imdb: 6,1
Titolo Originale:The Adventures of Buckaroo Banzai Across the 8th Dimension
Anno:1984
Genere:Fantascienza / Commedia
Nazione:Stati Uniti
Regista:W.D. Richter
Cast:Peter Weller, John Lithgow, Ellen Barkin, Jeff Goldblum, Cristopher Lloyd

Buckaroo Banzai e i suoi amici

Giampy vs Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione: la storia di un baldo giovin ragazzo che si confronta con un film che molti americani e qualche italiano considerano un cult della cinematografia fantascientifica anni '80. Risultato: entrambi ne escono con le ossa rotte.

Ah, quegli occhiali sobri...
Esistono personaggi talmente perfetti che non sbagliano mai e risolvono tutto grazie alla propria intraprendenza ed intelligenza. Quelli che non devono chiedere mai e che rischiano di rasentare l'onnipotenza al punto da risultare irritanti. Permettetemi di dire che Buckaroo Banzai li batte tutti in quanto a sboronaggine. Cito liberamente dal cartello del film che appare durante i titoli di testa: Buckaroo Banzai (sì, è il suo nome. Forse) è uno scienziato, un neurochirurgo, un avventuriero, un famoso rocker chitarrista & frontman della band Hong Kong Cavaliers e protagonista dell'omonimo fumetto. Intendiamoci bene: non sto parlando del merchandise legato al film (altrimenti avrei aggiunto il videogame che ha tratto ispirazione proprio dal film), ma di cose dette o viste durante la pellicola. Sì, durante il film qualcuno legge un fumetto in cui il protagonista è lo stesso Buckaroo. Insomma, avete mai visto un neurochirurgo armato di chitarra elettrica che decide di fare un salto inter-dimensionale? E magari con l'intenzione di salvare il mondo? Se la risposta è sì, evidentemente conoscete già questo film. Se la risposta è no, lo state scoprendo adesso.
Il pick-up!
Il film inizia con Buckaroo Banzai che esegue un difficilissimo intervento chirurgico; il tempo di portarlo a termine con successo, ed ecco che lo vediamo pronto a compiere un'impresa mai vista prima. Il nostro Illuminato ha infatti elaborato uno speciale marchingegno in grado di varcare le dimensioni e l'ha montato su un pick-up della Ford (un modello F-350 per essere precisi). Il succo di questa impresa è lanciarsi contro una montagna con suddetta auto taroccata all'inverosimile per dimostrare che, al posto dello schianto, tutti vedranno la macchina sparire per poi ricomparire oltre la montagna. Grazie ad un balzo dimensionale. L'esperimento riesce (quasi) perfettamente e, a dimostrazione dell'avvenuto balzo, attaccato alla macchina c'è un ributtante organismo proveniente dall'ottava dimensione, proprio quella raggiunta da Buckaroo Banzai.
Il Dr. Lizardo (a sinistra)
L'esperimento ha risonanza mondiale e la notizia raggiunge il Supercattivone del film, il Dr. Emilio Lizardo, che evade dal manicomio criminale in cui era rinchiuso. Il suo obiettivo è semplice: impossessarsi del marchingegno e riuscire così ad andare nell'ottava dimensione. A fare cosa, non me lo ricordo, scusate. Ad incasinare il tutto ci sono gli alieni provenienti da questa dimensione, divisi in due razze: i Rossi e i Neri Rasta. Ah! Gli alieni sono tra noi, travestiti da umani, e non possiamo distinguerli. Solo chi resta folgorato da una cabina telefonica (!!! - così succede a Buckaroo) acquisisce il potere speciale di riconoscerli. Insomma, gli alieni sono in lotta fra loro e minacciano di distruggere la Terra. Toccherà a Buckaroo Banzai cercare di salvare il mondo con l'aiuto della sua banda, gli Hong Kong Cavaliers, insieme allo zoccolo duro di amici e fan che accorrono ad assisterlo. Come avete appena notato, la trama è un guazzabuglio incasinato all'inverosimile. Sembra, in effetti, che gli autori si siano calati d'acido prima di mettersi a scrivere le prime righe. E pure quelle successive.

Gli alieni.
Parlare in modo critico e dettagliato di un film simile è, forse, fatica sprecata. Buckaroo Banzai non ha chissà quali pretese; il regista e gli autori hanno voluto divertirsi (e penso l'abbiano fatto fragorosamente), e hanno inserito tutte le cazzate che venivano loro in mente. Del tipo: "Ci mettiamo questa bella anguria in una pressa, senza un motivo?", "Fiiiiigo dai facciamolo!". Oppure: "Facciamo che gli alieni cattivi, che sembrano brutti e cattivi ma che poi in realtà sono i buoni, assomiglino tutti a Bob Marley?", "Cazzo, subito! Genio! Genio!". Fossi stato in quegli anni, probabilmente anch'io avrei fatto lo stesso. Anzi, rettifico: lo farei pure adesso. Bisogna capire però se questo frullato di assurdità possa piacere anche agli spettatori. Quando uscì nei cinema americani nel 1984 il film fu un flop colossale, ma col tempo ha acquisito lo status di cult - esclusivamente in America - dopo il rilascio della versione home video. Non so se sia una causa o un effetto, ma l'elenco dei film che in seguito hanno citato Buckaroo Banzai è bello nutrito. E' un dato inequivocabile del fatto che il film abbia davvero lasciato un segno; ne cito alcuni, tenendo presente che l'elenco completo si trova qui. Mad Max oltre la sfera del tuono, Ritorno al futuro (il flusso canalizzatore!), Grosso guaio a Chinatown, Le ragazze della Terra sono facili, Essi vivono, Atto di forza, Fight Club, Matrix Reloaded. Niente male, nevvero?
Christopher Lloy e la sua espressione corrucciata.
Perché Buckaroo Banzai è un cult? Onestamente, non so darmi una risposta. Il film è oggettivamente brutto. Brutto nell'accezione che potremmo dare se dovessimo descrivere la figlia di Fantozzi. Eppure... ha un qualcosa di stranamente magnetico che cattura l'attenzione. Solo a sprazzi e per giunta troppo brevi. Ma qualcosa c'è, s'intravede. Il cast, per esempio: leggo i nomi, e scuoto mestamente la testa. Penso che questo film sia un incredibile esempio di come un cast ricco di nomi di spicco sia stato usato così malamente. Il protagonista è Peter Weller: tutti ce lo ricordiamo per Robocop; intorno a lui si muovono Jeff Goldblum (uno degli attori più riconoscibili, negatelo se ne avete il coraggio!), Ellen Barkin nel massimo del suo splendore, il sempre grandissimo Christopher Lloyd e soprattutto l'immenso John Lithgow nella parte del supercattivo Lizardo. Se escludiamo quest'ultimo, autore di una grandissima interpretazione, sono costretto a stendere un pietoso velo su tutti gli altri nomi appena elencati: la recitazione è agghiacciante. Sembra di assistere al filmino della recita dell'oratorio. Meglio, anzi peggio: paiono le scene scartate prima del montaggio finale... i dialoghi sono assurdi, le espressioni di sorpresa sembrano prese direttamente dalle foto delle pubblicità dei Big Jim di Topolino, le scene concitate sono coreografate in modo pietoso e dilettantesco.
Un inguardabile Jeff Goldblum
Per essere un film a basso/medio budget, gli effetti speciali non sono però da buttare via, anzi. Molte scene sono ben fatte e risultano godibili. A rovinare tutto, però, sono i costumi e quel look terrificante che marchia in modo indelebile il film come sottoprodotto genuinamente anni ottanta. Può essere il suo più grande difetto, ma anche il suo tratto più distintivo. Potrei quasi definirlo un "delirio visivo pop". Purtroppo a me non è bastato. Non basta una colonna sonora elettro-pop genuinamente eighties, non basta la follia generale di cui è permeato, non bastano gli effetti speciali che, per essere di quell'epoca, avevano dei colpi di genio. La somma delle parti, purtroppo, è stata un vero sfacelo. Compreso un montaggio pessimo e una sceneggiatura inesistente. La regia di W.D. Richter è oggettivamente da mani nei capelli (quelli di Lithgow). Non ringrazierò mai abbastanza Richter per aver, di fatto, firmato la sceneggiatura di Grosso Guaio a Chinatown, ma non posso dire che abbia realmente lasciato un solco nella storia come regista: finora ne ha diretto un altro, lo sconosciuto Surgelati Speciali (1991) di cui non so assolutamente nulla. Ok, ammetto la mia ignoranza. Va un po' meglio la sua carriera come sceneggiatore: oltre al citato cult di John Carpenter, Richter ha firmato Cose Preziose (dimenticabile film tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King), Brubaker (1980, con Robert Redford), A casa per le vacanze (1995, di Jodie Foster con Robert Downey Jr.) e Stealth - Arma Suprema (2005, di Rob Cohen).
Ellen Barkin, anzi la coscia di Ellen Barkin
Il colpo di grazia arriva con questa osservazione: mentre assistevo esterrefatto al film, mi è successa una cosa che mi capita davvero raramente. Non vedevo l'ora che Buckaroo Banzai finisse, mentre l'ansia di veder scorrere i minuti troppo lentamente mi corrodeva il cervello. Quando finalmente sono arrivati i fantastici titoli di coda (che valgono tutto il film, e che riassumono in tre minuti la quintessenza e la folle cialtroneria di Buckaroo Banzai), ho tirato un lunghissimo sospiro di sollievo. L'agonia è finita!, ho pensato, è finita in modo dignitoso ma, cazzo, non ne potevo più!
Ecco l'epitaffio su questo film: un cult suo malgrado, che con gli occhi di oggi diventa di difficile digestione.
Solito commento finale, a margine, sulla versione italiana. Per ignoti motivi, la dimensione citata nel titolo italiano è la quarta; sia nel titolo originale americano che nella traduzione italiana dei dialoghi, la dimensione effettiva è l'ottava. Spiegatemi il perché, vi prego. Forse la parola "ottava" allungava troppo il titolo? (di una lettera...) Forse hanno deciso che otto dimensioni erano troppe e le hanno dimezzate d'ufficio? Misteri dei distributori italiani.

Vorrei infine condividere con voi questa riflessione. Il mio giudizio finale sul film è una sonora stroncatura, ma... c'è un ma grosso come una casa e che pesa tanto quanto l'antimateria. Ho ripensato alla recensione che ho fatto sul film The Barbarians & Co. e mi si è accapponata la pelle. Per capire perché, vi invito a leggerla e di tornare qui subito dopo.
L'avete fatto?
Ecco la riflessione. Fino a che punto la nostalgia influenza i giudizi di una persona?
Ellen Barkin, anzi l'altra
coscia di Ellen Barkin.
The Barbarians non è certamente un film migliore di Buckaroo Banzai, anzi: è di una rozzezza e demenzialità quasi fuori scala. Eppure l'ho trattato con una certa indulgenza canaglia mentre una lacrimuccia scendeva sulla tastiera. Perché l'ho sentito mio, parte della mia stessa esistenza. Buckaroo invece sbuca dal nulla, pur essendo sempre figlio di quegli anni, eppure non mi appartiene e non mi ha comunicato niente. Solo un po' di sana follia e una sottile, bastarda voglia di prendere a ciabattate il televisore. Non c'è niente da fare, questo dimostra due cose: primo, che non sarò mai bravo a recensire un film che ho vissuto troppo in epoche lontane; secondo, che Buckaroo Banzai è invecchiato male, anzi malissimo. Insomma, io dico sempre: portiamo rispetto agli anziani. Tranne a quelli che intasano le poste di prima mattina o si mettono in coda alla banca quando io sono obbligato a prendere un permesso dal lavoro. Buckaroo Banzai è un po' il vecchietto scassaminchia che invece si improvvisa capocantiere a bordo strada, con le mani giunte dietro la schiena. Da osservare con un misto di pietà e tenerezza, mentre mentalmente gli dai un buffetto sulla guanciotta.

Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama:
4
Folle, assurda, inesistente, senza capo né coda. Frutto di LSD mischiato con vodka al melone.
Musiche:
7
Soundtrack inequivocabilmente anni ottanta: non posso non apprezzarla.
Regia:
5
Del fatto che ci fosse un regista, me ne sono accorto nei titoli di coda. Montaggio raccapricciante, scene scollegate, azioni con un rapporto di causa-effetto  totalmente casuale e per nulla giustificato. Un delirio.
Ritmo:
5
Non vedevo l'ora che il film finisse. Non è un buon biglietto da visita...
Violenza:
4
Non è violento e le scazzottate sono ridicole.
Humour:
7
E' un film profondamente cialtrone; riderete per alcune sue trovate e riderete per altre sue assurdità inaspettate. Indubbiamente è un film che diverte.
XXX:
1
Non metto zero solo in onore delle gambe di Ellen Barkin. Ho detto.
Voto Globale:
4,5
In tutta onestà, non è un film che consiglierei. Irritante a tratti a causa del protagonista, ansiogeno a causa della voglia di arrivare indenni alla fine. Ma sempre e comunque genuinamente anni ottanta. Se vi piace il suo spirito cialtrone e fumettoso, se ritenete che i vostri film preferiti abbiano un debito con Buckaroo Banzai, portatelo pure alla sufficienza. Con me, purtroppo, qualcosa si è inceppato e non ha funzionato.

1 commento:

  1. Cose Preziose non è malaccio come film dai, poi l'interpretazione di Max von Sydow è da università del cinema.

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