martedì 24 luglio 2012

The Raid: Redemption (2011) | Recensione


The Raid: Redemption
Voto Imdb: 8,0
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Titolo Originale:Serbuan maut
Anno:2011
Genere:Azione / Arti Marziali
Nazione:Indonesia
Regista:Gareth Evans
Cast:Iko Uwais,  Joe Taslim, George Ananda, Ray Sahetapy, Yayan Ruhian


L'ho trovatooooooooooooooo!!!! Kowabunga! Ecco il film definitivo del genere action!

Ma lo sarà ancora per poco. L'anno prossimo ne è previsto un sequel con un budget maggiore. E quello successivo, il terzo che ne chiuderà la trilogia. Non sto nella pelle già da ora.

Non so come iniziare questa recensione, perché sono tuttora esaltato come un caimano dopo la visione di The Raid: Redemption. Gli occhi sbarrati e lo sguardo vacuo unito ad un sorriso ebete durante i titoli di coda sono un ottimo biglietto da visita. Ve lo dico col cuore in mano: questo film spazza via qualunque altro film d'arti marziali. E lo fa in modo dirompente: ha le potenzialità per riscrivere un genere come Hard Boiled di John Woo aveva fatto nel 1992 con i polizieschi di Hong Kong. Così come nel 1992 c'era il prima e il dopo-Hard-Boiled, nel 2011 parte l'era del prima e del dopo-The-Raid. Senza se e senza ma. [1]

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Iko Uwais
Partiamo dal principio: il regista Gareth Evans, gallese di nascita e indonesiano di adozione, aveva sorpreso tutti con il suo lungometraggio d'esordio del 2009, Merantau. Mentre girava l'Indonesia per documentarsi sull'arte marziale Silat (che non ho la più pallida idea di cosa abbia di diverso dal Wushu o dal TaekWonDo o da CippaCheSchiantaLoSterno), s'imbattè in Iko Uwais. Formidabile performer, asciutto nello stile, buona presenza, atletico all'inverosimile. Gareth capì subito di aver scovato il nuovo Tony Jaa. Lo scritturò immediatamente per un film, e ci ricavò su Merantau. Di cui vi parlerò in qualche altra recensione, perché ora non vedo l'ora di parlarvi di The Raid. Vi basti sapere che Merantau fece il botto e permise al duo Evans-Uwais di pensare ad un altro film più spettacolare, più tosto, più adrenalinico... più tutto. I soldi per fare quello che avevano in mente davvero, il progetto Berandal, non bastavano ancora, pertanto ripiegarono su The Raid e, adesso che tutto il mondo s'inchina a questo risultato, Berandal è stato messo in cantiere come seguito diretto proprio di The Raid.

Ok, pappardella arzigogolata di presentazione finita. Qui di seguito parto in quarta con presentare quelli che, a mio parere, sono i punti di forza del film. Inizio con la trama, non perché sia il punto migliore, ma perché serve ad inquadrare meglio The Raid.

In genere, nel presentare questi film esordisco con una frase del tipo: "Della trama non me ne frega un cazzo, basta che si menino come ossessi.". Invero, potrei dirlo anche qui. Ma c'è un però. La trama, per quanto essenziale, è perfetta per giustificare:
  • Una location superba;
  • Una marea di sganassoni allucinanti;
  • Personaggi stereotipati, ma con un gran bel perché.
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L'inizio del macello...
The Raid (letteralmente "incursione") è riferito ad un assalto di un gruppo di poliziotti SWAT indonesiani al palazzo fatiscente di un potentissimo signore della droga. Mai nessuno, prima d'ora, era riuscito nell'intento di stanarlo. Né la polizia, né le bande rivali. Il boss tiene tutti in pugno con un espediente semplice: dà asilo a chiunque nel suo palazzo, però in cambio questi poveracci fanno da sentinelle e alla bisogna impugnano anche le armi per difendere il loro signore. In aggiunta a questo, il palazzo ha un fitto sistema di telecamere grazie alle quali il boss tiene tutto e tutti sotto controllo. La location è assolutamente fantastica. Pur avendo un budget ridotto, il team è riuscito a tirare fuori un coerente sistema di corridoi bui e malsani, saliscendi antincendio, appartamenti maleodoranti su più livelli, stanzoni ricolmi di oggetti pronti per essere fracassati. Tutto è finalizzato alle risse e agli scontri, e il teatro ottenuto è davvero perfetto per lo scopo. L'intero film è ambientato in questo palazzo e ovviamente tutto ha un inizio e una fine: ingresso ed uscita, come in un videogame.
La polizia riceve un ordine dall'alto e organizza la spedizione con l'incarico di pacificare tutti e tirare fuori, possibilmente vivo, il boss per processarlo e mandarlo in galera. Ignoro se in Indonesia ci sia la forca per questi tizi, ergo non mi sbilancio di più. C'è il tenente anziano, c'è l'ufficiale intrepido e coraggioso, c'è la recluta alla prima missione (Iko Uwais. Ocio!) che tutti sottovalutano.
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Iko mani di machete
L'incursione inizia bene: la polizia irrompe e nei primi 5 piani si svolge tutto perfettamente seguendo lo stesso modus operandi. Si entra negli appartamenti, si ammanettano i bifolchi, li si rende impossibilitati a parlare, e si procede sistematicamente di piano in piano. Solo che al quinto qualcosa va storto. Un bimbominkia riesce a dare l'allarme, e da questo momento il palazzo diventa un girone infernale dove pallottole, pugni come macigni e machete impazziti fioccano da tutte le parti. Lo scontro da tattico diventa una guerriglia, anzi un assedio disperato dove i poliziotti iniziano progressivamente a ridursi sempre più di numero. Inutile a dirsi, fra tutti svetta l'immenso Iko Uwais che fa cose impossibili e si dimostra er mejo. Ma Iko ha un segreto...
In mezzo a tutto questo bordello e non contento della sua superiorità, il boss ha due invidiabili luogotenenti: il Cervello e Mad Dog ("Cane Pazzo"). Il primo è la mente diabolica della sua organizzazione criminale, il secondo è il pazzoide che massacra tutti.

Ed è con l'introduzione di questi due personaggi che il film guadagna punti:
  • nella trama (grazie al Cervello)
  • negli scontri (grazie a Mad Dog)
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Mad Dog di Hard Boiled: un mito!
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Mad Dog di The Raid
(il bel... coff coff! virgulto a destra)
Sul primo non dico altro per evitare spoiler. Sul secondo dico solo che... rulla di brutto! Mad Dog è un personaggio assolutamente fantastico. Primo, perché è un omaggio all'omonimo Mad Dog di Hard Boiled (corsi e ricorsi! Ah, quanto adoro queste cose!). Secondo, perché tiene testa ad Iko Uwais ed è, insieme a lui, il protagonista degli scontri migliori. Leggendo poi i titoli di coda, si scopre il perché: proprio questi due attori sono anche i coreografi di tutti i combattimenti del film. E grazie al cazzo che sono fantastici! Terzo, perché Mad Dog è sì pazzo furioso nonché fulminato di cervello, ma ha un codice etico quasi cavalleresco: odia le pistole e preferisce scontrarsi lealmente in combattimento contro i nemici. Anche in inferiorità numerica.

In generale, i personaggi del film, pur rispettando i canoni del genere, risultano perfetti per la parte. C'è l'eroe con un segreto, c'è il cattivo romantico, c'è il cattivo bastardo, c'è il poliziotto corrotto, ci sono infine decine e decine di vittime sacrificali pronte a farsi male nei modi più assurdi. In una sola espressione: CARISMA A PACCHI, CAZZO!

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Svulazz svulazz
Dato che l'effetto di esaltazione non è ancora finito, analizziamo un po' anche i combattimenti. No, dai, non ce n'è bisogno. Penso che siano pericolosamente vicini al top che un film del genere possa offrire. Zero o infimo uso dei cavi. Zero ralenty, quelli tanto cari al cinema thailandese di Prachya Pinkaew e Tony Jaa. Spettacolarità estrema degli scontri. E soprattutto, verosimiglianza assurda. Sembra tutto reale. Sono intimamente convinto che metà degli stuntmen abbia passato due mesi di ospedale alla fine delle riprese... ma non ditelo troppo in giro! L'unico espediente irreale è il fatto che i personaggi continuino a massacrarsi di botte anche dopo aver ricevuto colpi che abbatterebbero un triceratopo incazzato... ma se cadessero tutti al primo colpo, il film durerebbe un quarto d'ora e non sarebbe divertente. Fra l'altro è interessante notare una sorta di evoluzione degli scontri. All'inizio la polizia e Iko Uwais cercano di non uccidere nessuno, perché in fondo sono i buoni. Ma poi, vaccaboia, l'istinto di sopravvivenza prende il sopravvento e la cattiveria scorre a fiumi in un crescendo davvero esaltante. Certe risoluzioni sono davvero truci, pur senza avvicinarsi allo splatter.

Permettetemi una nota di merito alla regia. Gareth Evans ci sa fare. Inquadrature sempre perfette, dinamiche al punto da seguire ogni azione; montaggio frenetico ma non videoclipparo; fotografia eccellente, in grado di trasmettere in pieno l'atmosfera malata del palazzo. Tecnicamente è un film che molte produzioni a sei zeri di Hollywood si sognano. Segnatevi queste parole! Ahug!

Infine, la versione internazionale è stata acquistata dagli Stati Uniti e presenta una colonna sonora rifatta  rispetto a quella indonesiana. Non avendo sentito l'originale non posso fare confronti, ma devo dire che il risultato finale è davvero eccellente. La musica non è come quella delle produzioni dii Prachya Pinkaew, ovvero techno messa a cazzo perché tanto rulla comunque. E' parte integrante dell'azione, e sottolinea in modo perfetto ogni sequenza. Pur essendo techno house rulla unz unz house. Fra l'altro è stata curata da Mike Shinoda dei Linkin Park. Estigrancazzi, scusate!

Io il film me lo sono sparato in indonesiano con i sottotitoli. Pare sia prevista una distribuzione italiana a cura degli stessi che hanno importato e tradotto Merantau. In fondo stiamo parlando di un film che ha raccolto consensi unanimi ovunque sia stato trasmesso: al Sundance Festival soprattutto, e a quelli di Toronto e Torino per quei fortunati che hanno avuto l'occasione di goderselo su grande schermo.

Fate l'impossibile per vederlo: non ve ne pentirete.

[1] Nota a piè di pagina. C'è chi considera A Better Tomorrow come pietra miliare di John Woo per il genere action. Dissento clamorosamente non tanto sulla qualità del primo hit di John Woo, quanto sull'impatto nell'immaginario collettivo: per me Hard Boiled è avanti anni luce. Anche più di The Killer, che è più manierista a suo modo.


Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 6
Di solito è un 4. Qui c'è più sostanza del solito!
Musiche: 8
Non sono le solite sequenze campionate messe a cazzo. Sono parte integrante del film.
Regia: 8
Gareth Evans ci sa fare. Senza strabiliare con chissà quali innovazioni, riesce a non farsi scappare di mano il film. Perfetto.
Ritmo: 9
Rullacartoni dall'inizio alla fine senza attimi di pausa. Le sequenze non sono scollegate fra loro, tutto ha un senso e una logica.
Violenza: 9
La qualità dei combattimenti è assolutamente eccelsa.
Humour: 2
Uhm. No, è tutto fottutamente serio e fracassone.
XXX: 0
Non pervenuto.
Voto Globale: 9
NOVE. Enne O Vi E. Ha le potenzialità per entrare nella storia del cinema d'azione. Sì, sono esaltato. No, non cambio idea. Sì, merita tutto questo entusiamo.

Soliti Screenshot:
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4 commenti:

  1. Oh, eccomi qua.
    Be', bella recensione. Direi che la tua analisi è più dettagliata della mia, da vero appassionato di film d'azione.
    Complimenti. ;)
    Ovviamente condivido tutto. Questo film è un gioiello, difficile fare di più.

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  2. Ciao! Grazie delle tue parole, fanno sempre piacere :)
    E concordo sull'ultima frase, ma questo già si era intuito ;)

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  3. Fantastico, azione al top e bellissime riprese. Il salto all'indietro con il collo del nemico sugli spuntoni di legno della ex-porta in basso e' stata una chicca !

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  4. wow.. io sono un amante dei b-film, ho postato un pò di commenti qua e la in questo bellissimo blog, ma questo film proprio non l'ho mai sentito ma mi hai messo una vogli assurda di vederlo! recensendo così potresti farmi guardare anche twilight ahahah! :) btw complimenti come sempre

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