Stavo scrivendo la recensione di Drunken Master II e, di punto in bianco, in preda all'esaltazione, mi sono messo a buttare giù qualche riga per meglio presentare Jackie Chan, uno dei miei miti cinematografici per eccellenza. Quando le righe da quattro sono diventate quaranta, mi sono fermato e mi sono detto: "Grande Giove! O scrivo una recensione, o scrivo una monografia. Le due cose insieme porterebbero il lettore al suicidio - o al limite all'insulto facile nei miei confronti - troppe parole insieme!"
Ecco quindi che ho separato le cose. La Recensione da una parte, la Monografia dall'altra, ad inaugurare la nuova sezione
Monografie / Articoli del
Blog.
Jackie Chan (Hong Kong, 1954) in patria è un attore decisamente poliedrico, anzi, una vera e propria istituzione al punto che ormai è produttore di se stesso: recita, talvolta dirige, fa le coreografie, caccia il grano e spesso canta le canzoni principali dei suoi film.
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Bruce Lee e Jackie Chan |
Un'infanzia povera contraddistingue i suoi primi studi di danza, canto e soprattutto arti marziali, nelle quali eccelle fin da subito. Non consegue cinture di alcun colore: è semplicemente bravo. Punto. Inizia come stuntman nei film di
Bruce Lee dal quale impara tanto al punto da sviluppare uno stile proprio, studiato appositamente in modo da risultare l'esatto opposto di quello del suo mito. Successivamente diventa attore a tutti gli effetti, anche se deve sudare parecchio prima di vedere il successo. Nel 1976, per esempio, partecipa al film
Hand of Death di
John Woo, che si rivela però un fiasco clamoroso di critica e incassi. Questa nota di colore è importante perché accomuna per la prima volta due mostri sacri del cinema di Hong Kong, anche se a quei tempi non erano ancora stati baciati dal successo.
Jackie ottiene il primo grande successo nel 1978 con
Drunken Master che già allora presentava alcune caratteristiche che in seguito sarebbero diventate dei veri e propri marchi distintivi di Jackie Chan, primo su tutto il tono scanzonato da commedia farsesca dove tutti si fanno male ma nessuno (o quasi) muore.
I trade-mark di Jackie Chan
Perché Jackie Chan ha avuto così successo al punto da essere considerato un vero e proprio mito? Ci sono diversi fattori comuni a quasi tutti i suoi titoli, diciamo a partire da metà anni '80 in poi, che lo caratterizzano in modo quasi unico.
- I suoi film sono costellati di acrobazie assurde eseguite in prima persona senza aiuti esterni (ergo senza gli stramaledettissimi cavi), senza CGI e senza stuntmen. Ad ogni film Jackie alza l'asticella della spettacolarità e soprattutto della pericolosità dello stunt. Su questo aspetto tornerò in seguito: è il succo di Jackie Chan, ed è il vero motivo per cui mi metto a guardare i suoi film in preda ad esaltazione mistica e bavetta alla bocca.
- L'azione è serrata ma è totalmente inserita in un contesto di commedia slapstick molto simile a quelle di Bud Spencer & Terence Hill. L'attore ha più volte sottolineato come il suo più grande ispiratore fosse stato Buster Keaton, il capostipite del genere.
- I titoli di coda della stragrande maggioranza dei suoi film contengono i video degli errori e degli stunt eseguiti male. Fondamentali sia perché fanno ridere in stile Paperissima, sia perché sono la dimostrazione di quanto ci sia di vero in quello che abbiamo appena visto a schermo.
- I suoi personaggi non sono eroi, ma simpatici guasconi contraddistinti da buonismo e positività che sprizzano da tutti i pori. Sganassoni sì, ma a fin di bene.
I dolori del giovane Jackie
Dal momento che si espone in prima persona a fare gli stunt più pericolosi, non c'è stato film in cui non si sia fratturato naso (tre volte), gambe, mani, costole, caviglie e chi più ne ha, più ne metta. Più di una volta ha rischiato la vita a causa di stunt andati non male,
ma malissimo: in
Police Story si è quasi fracassato la spina dorsale (danneggiate la settima e l'ottava vertebra) calandosi da un palo di un centro commerciale, mentre si spellava tutte le mani e rischiava la folgorazione con ustioni di terzo grado; in
Armour of God, inedito in Italia, si è perforato il cranio cadendo da un albero (c'ha tutt'ora un buco così nel cranio, protetto da una placca di plastica. Fra l'altro, da quel lato l'orecchio ha perso parte dell'udito); in
Project A ha rifatto più volte la scena di una caduta di quasi venti metri perché era venuta male, per giunta nell'ultima ripresa, quella buona, si è quasi spaccato il collo. A detta sua, lo stunt che però più gli ha provocato dolore è stato nel 1973 quando inavvertitamente Bruce Lee gli ha spatasciato un
nunchaku in faccia. Non so voi, ma io sono fondamentalmente d'accordo con questa dichiarazione di Jackie. Immaginatevi quel mezzo bastone di legno (o di metallo, non so) che vi si spiaccica sul grugno. Io probabilmente avrei smesso di recitare arti marziali in quel nanosecondo mentre avrei smadonnato in ostrogoto stretto e riempito Bruce Lee di insulti così gravi da meritarmi la cacciata dai set di tutto il mondo: grande plauso all'abnegazione di Jackie, ordunque! Se poi volessimo snocciolare il suo bollettino medico, aggiungiamo pure: in
Drunken Master ha quasi perso un occhio quando si è sfondato l'arcata sopraccigliare; in
Il serpente all'ombra dell'aquila ha perso un dente e si è tagliato in braccio con una spada che avrebbe dovuto avere la lama non tagliente (fra l'altro non sono state interrotte le riprese: l'urlo di dolore di Jackie è reale!); in
Il ventaglio bianco è rimasto soffocato con un colpo alla gola; in
Drangon Lord (inedito in Italia) si è devastato il mento, la qual cosa gli ha pure reso difficile recitare correttamente le battute a copione; in
Armour of God II: Operation Condor si è lussato lo sterno (!) cadendo da una catena penzolante su cui era appeso (sì, anch'io apprendo ora che è possibile
sgnogarsi lo sterno - è l'ammissione di Jackie Chan stesso); in
SuperCop si è fratturato uno zigomo; in
City Hunter ha detto addio per un po' alla scapola+spalla; in
Crime Story si è stortato entrambe le gambe, essendo rimaste in mezzo a due auto che si scontravano frontalmente; in
Terremoto nel Bronx, lanciandosi da un ponte su un hovercraft si è spaccato il piede destro e ha passato il resto delle riprese con la gamba semi ingessata e un calzino con su dipinta la forma della scarpa per dissimulare il tutto (fantastico! Vedere i titoli di coda per credere). Bell'elenco vero? Beh, è tutto reale, e raccontato da Jackie nella sua
autobiografia, più volte citata in questo articolo.
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Stile dell'ubriaco, Drunken Master |
Al di là di queste esperienze estreme, tanto per farvi capire lo stile di Jackie, eccovi un esempio illuminante: nel film
Terremoto nel Bronx si vede l'attore che salta da un tetto di un palazzo al balcone di un secondo palazzo di fronte al primo. Non so quanti piani fossero, ma direi tanti, pure troppi. Nei titoli di coda si vede chiaramente che il salto è FOTTUTAMENTE REALE ed è eseguito senza cavi di protezione o altri ausilii. E senza che l'attore avesse una visione chiara del punto di atterraggio. Se Jackie avesse sbagliato, si sarebbe sfracellato da qualche parte o al limite, con un colpo di culo, sul materassone posto tipo 10 piani più sotto (lo spero io per lui che ci fosse, perché negli
out-take finali questo materasso mica si vede). Un pazzo? Sicuramente sì. Ma meritevole di tutta la mia stima!
Un po' di carriera, tanto per snocciolare dei titoli fichissimi
Ripercorrendo in breve la sua carriera, citiamo il fatto che più volte abbia cercato di sfondare negli USA: d'altronde, si sa, se aspiri al successo planetario, spesso la tua strada deve passare dal botteghino americano. Nei film
Cannonball Run - La corsa più pazza d'America 1 e
2 (1981 e 1984) Jackie interpreta un partecipante alla gara, lo sfigato giapponese (!) a cui capita di tutto mentre guida una sfolgorante
Subaru-Baracca tristemente spacciata per una Mitsubishi. Purtroppo per lui, quei film si rivelano dei flop colossali. A me ai tempi erano piaciuti, ma non dite in giro che sono troppo di bocca buona.
In patria Jackie macinava comunque un successo dietro l'altro:
Project A - Operazione pirati,
Il mistero del Conte Lobos (contenente, a detta di molti, uno dei combattimenti finali più tosti della storia del cinema; io dissento parzialmente perché questo riconoscimento lo rivendica a mio avviso
Drunken Master II), la serie di
Police Story (da noi è arrivato per primo il terzo della serie col titolo
Supercop),
Drunken Master II e...
Terremoto nel Bronx, nel 1995.
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Police Story I |
Ecco. Proprio con questo film arriva, finalmente, oltre un decennio dopo, il primo vero grande successo negli USA. Produzione assolutamente di Hong Kong, ma girato ed ambientato a New York. Il successo è ampiamente meritato, perché
Terremoto nel Bronx, arrivato incredibilmente al cinema anche in Italia (e io c'ero! Anche se in sala eravamo tipo in cinque), è la summa di tutto il
Jackie-pensiero, per non parlare del fatto che il Nostro in quegli anni fosse assolutamente al top della forma fisica: uno splendido quarantenne anzichenò! Azione a manetta, stunt fantastici, combattimenti divertentissimi, storia semplice e carina da risultare godibilissima. 90 minuti di vera evasione. Sono indeciso se considerarlo il mio preferito in assoluto, sicuramente rientra nella
Mia Top 5.
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Promo di Rush Hour 3 |
Da questo film in poi, arriva un filotto di altri successi quali
Mr. Nice Guy,
First Strike (in patria
Police Story IV: First Strike),
Senza nome e senza regole e...
Rush Hour - Due mine vaganti, nel 1998. Con
Rush Hour arriva la definitiva consacrazione, il record di incassi e la meritata stella sulla
Walk of Fame a Hollywood. Peccato che quella di
Rush Hour non sia la serie preferita di Jackie Chan, che afferma di non comprendere appieno l'humour americano. Lasciatemi dire che la coppia
Jackie Chan - Chris Tucker è stata fenomenale, superata a mio avviso soltanto da
Jackie Chan - Owen Wilson in
Pallottole Cinesi e relativo
seguito.
Escludendo i seguiti di film già citati, tutti di successo (
Colpo grosso al Drago Rosso - Rush Hour 2 incassa più di 300 milioni di dollari!), arrivano altri film come
Il Giro del mondo in 80 giorni,
Rob-B-Hood e
L'impero Proibito, del 2008, film che finalmente vede recitare insieme Jackie Chan e
Jet Li: il sogno di tanti fan, arrivato forse un po' troppo tardi per evidenti limiti di età di entrambi gli attori. E peccato per il massiccio uso di effetti speciali e di cavi, che aborro (ve l'ho già detto?).
Proprio l'età che avanza fa sì che le ultime produzioni di Jackie, per ovvii motivi, si focalizzino più sulla commedia che sull'
action. Ricordo ancora quanto rimasi inorridito al cinema con
Pallottole Cinesi quando ho visto per la prima volta uno stunt di Jackie eseguito non in brevissimo piano sequenza ma con un evidente stacco di scena al momento dell'atterraggio. Quello è stato il primo campanello d'allarme, segno evidente che l'età colpisce anche i più grandi
iron man del '900. E purtroppo negli ultimi anni sono aumentati anche i film dimenticabili, per non dire proprio brutti (
Lo smoking,
The Medallion e
Operazione Spy Sitter non hanno certo reso giustizia all'attore, lasciatemelo dire)
Accennavo prima che un marchio di fabbrica di Jackie è l'aver sempre interpretato la parte del personaggio positivo. Per mantenere fede a questa immagine e ai suoi valori, Jackie ha rinunciato a diverse parti di cattivi che hanno fatto la fortuna di altri attori: Arma Letale 4 (Jet Li prese il suo posto) e Demolition Man (sostituito da Wesley Snipes) sono due casi emblematici. Rinunciò anche ad una parte di cattivo nel bellissimo Black Rain - Pioggia Sporca. Peccato? Sì e no. Senza queste scelte, Jackie non sarebbe quello che è oggi. Forse.
Proprio nel finale di carriera ha però fatto diverse eccezioni, per dimostrare di essere in grado di sostenere anche un ruolo drammatico. Non posso non citare
La Vendetta del Dragone, osceno titolo italiano di
Shinjuku Incident (2008), storia crepuscolare, cupa e opprimente sulla vita degli immigrati cinesi a Tokyo. Ricordo che vidi questo film ignaro di tutto ciò, e che la qual cosa mi causò uno shock non indifferente. Sì, sì, mi sono sentito un po' un
bimbominkia americano, in quel frangente: mi aspettavo di vedere il solito Jackie fracassone e scanzonato - questa volta a Tokyo - e mi sono trovato un drammone sociale peraltro fatto molto bene. In
Rob-B-Hood (2006) Chan interpreta un ladruncolo da strapazzo che, insieme a due complici, rapisce un bimbo di pochi mesi per conto della Triade... ovvio, il film è sempre commedia, il personaggio però non è tanto in linea con lo stile-Jackie! In
New Police Story (2004), il quinto e ultimo capitolo dell'omonima fantastica serie, i toni si fanno più cupi e drammatici: il poliziotto protagonista, ultimo sopravvissuto della sua squadra, in preda ai sensi di colpa si dà all'alcoolismo spinto con tutti i problemi che la cosa provoca: non l'ubriacatura che rende comicamente invincibili come nei due
Drunken Master, ma quella ubriacatura autodistruttiva e negativa da atmosfera quasi noir. Insomma, gli indizi per una svolta non da poco ci sono tutti. Il primo indizio di questa deriva, in ogni caso, lo si trova nel film
Crime Story (1993) dove la farsa ha lasciato spazio ad azione ed un tocco di dramma. In quegli anni però Jackie non si era sentito ancora pronto per questa svolta, e in fase di montaggio aveva alleggerito notevolmente il clima teso del film.
Piccola aggiunta allo scritto originale del 2013: il 26 febbraio 2017 Jackie Chan riceve un meritatissimo
Oscar alla carriera. Sempre tardivamente, ma alla fine arriva un riconoscimento per me dovuto e sacrosanto per come si è speso nel divulgare un certo tipo di cinema di azione, divertente, leggero, piacevole da guardare per tutti.
I migliori stunt per cui Jackie Chan è famoso.
Ecco il succo dell'articolo, il vero motivo di tutto questo. Badiamo al sodo, parliamo di scene esageratamente folli, pericolose, fuori di testa e adrenaliniche! YouTube è infarcita di "Best of Jackie Chan Stunts", usate queste keywords per cercare le scene migliori. Anch'io stilo la mia personalissima Top 10. Ho cercato di evidenziare con un bel cerchietto il Nostro, nel caso in cui non fosse chiaro.
10) Sul cornicione! Un piccione? Mr. Nice Guy (Id., 1997) Piazzate una telecamera in cima ad un grattacielo ed aspettate. Vedrete comparire la crapa di Jackie Chan, e realizzerete con orrore che costui è sbucato da una finestra e che sta camminando su un cornicione profondo una ventina di centimetri scarsi. A centinaia di metri di altezza, senza cavi, senza reti di protezione, senza un cazzo di niente. Ecco.