martedì 31 marzo 2020

Morte a 33 giri (1986) | Recensione

Morte a 33 giri
Voto Imdb: 5,8
Titolo Originale:Trick or Treat
Anno:1986
Genere:Horror
Nazione:Stati Uniti
Regista:Charles Martin Smith
Cast:Marc Price, Tony Fields, Lisa Orgolini, Glen Morgan
Li riconoscete? Ozzy, Tony Fields e Gene Simmons...
ecco un buon motivo per vedere il film (l'unico?)

Ci sono ricordi che rimangono a lungo sopiti nella mente per poi riaffiorare così, all'improvviso, senza un perché, di botto; magari sotto la doccia, o durante una passeggiata, o mentre chiacchieri con amici coetanei a rinvangare sul passato, oppure ancora imbottigliati nel traffico dell'ora di punta in Tangenziale Est. Come spesso mi succede, questa volta sono in meditazione zen sul Trono di Ceramica. E come un fulmine a ciel sereno, nel silenzio tombale che circonda l'immobile e catatonica realtà di questi giorni così assurdi ed inquietanti, una vocina mi strilla: "Oh, bella zio, te lo ricordi lo Zio Tibia?" [1]
Cazzo, sì!
Zio Tibia in tutto il suo... ehm... splendore
Lo Zio Tibia, quel pupazzo marcissimo che anticipava le notti horror di Italia 1 durante la mia adolescenza... certo che me lo ricordo, fa parte di quel mosaico di ricordi di un periodo che vorrei poter rivivere all'infinito come se mi trovassi in un lunghissimo "giorno della marmotta". Alcune tessere del mosaico sono ovviamente mancanti, sono dunque costretto a leggere su Wikipedia per rinfrescare la memoria: ecco il titolo che ricordavo, Venerdì con Zio Tibia, la seconda stagione che andò in onda nell'estate del 1990. Ripercorro l'elenco dei film trasmessi, facendo una spunta mentale su tutti quelli che ricordo di aver visto... magari non necessariamente in quell'occasione ma, ecco, per gran parte dei casi, sì: Venerdì 13, Chi è sepolto in quella casa, episodi assortiti di Ai confini della realtà, L'ululato, Brivido e... Morte a 33 giri. Gli occhi si fermano su quel titolo, ci rimugino sopra aggrottando le sopracciglia, infine arriva l'illuminazione. Ecco un tassello mancante! Vacca boia, è proprio vero, l'ho visto una volta sola, quella notte del 7 settembre 1990, e col tempo ho finito col rimuoverlo nonostante abbia lasciato un buon ricordo in me. Beh, quale migliore occasione per rimestare in questo paiolo di ricordi e vedere se è vero quello che ho creduto di aver dimenticato? Recupero il titolo, pigio su play e... wow! Colonna sonora da urlo! Metal a profusione! Il protagonista è il classico sfigato che le prende da tutti, ma... aspetta, ha una faccia che credo di aver già visto. Cedo alla curiosità, metto in pausa, faccio una ricerca sul cast e... ma è Skippy, l'amico di Alex in Casa Keaton. È proprio lui, carramba che sorpresa! Sorrido scuotendo la testa e riprendo la visione.
Trama!
Poteva forse mancare la cameretta iper-metal-accessoriata?
Eddie "Ragman" (Marc Price) è il solito adolescente sfigato di metà anni '80, appassionato di heavy metal (tra le copertine dei suoi 33 giri e i poster nella cameretta troviamo Megadeth, Anthrax, Judast Priest, Twisted Sister, Mötley Crüe, Ozzy Osbourne, KISS e altri che non ricordo) e per questo motivo pesantemente bullizzato dai soliti stronzi deficienti del liceo. Il più grande idolo di Eddie è Sammi Curr (Tony Fields), controverso artista metal uscito proprio dal suo stesso liceo, che inneggia a riti satanici, sgozza pitoni sul palco per berne il sangue, si presenta come un misto di Rob Halford e Ozzy ed è seguito da orde di ragazzini, tanto che in molti lo definiscono l'ultimo cavaliere dell'Apocalisse o qualcosa del genere. Durante uno dei soliti giorni tristi trascorsi a scuola, Eddie subisce una pesantissima umiliazione da parte del bullo Tim; a nulla valgono i tentativi degli amici Roger (Glen Morgan) e Leslie (Lisa Orgolini), tipica gnocca colta dallo spirito della crocerossina ed inspiegabilmente invaghita del nerd: dalla bocca di Eddie, Tim riceve una bruciante invettiva: "Non so come, non so quando, ma te la farò pagare!".
"Il disco è tuo!" - Gene Simmons sa essere molto ambiguo
(e qui assomiglia a Billy Crystal in Harry ti presento Sally)
Mentre tutti ci domandiamo cosa ci possa essere di così terrificante nell'insignificante minaccia del poveraccio, e proprio mentre Eddie scrive una commovente lettera da fan a Sammi Curr, arriva la notizia della morte del cantante, arso vivo in un rogo dell'hotel in cui alloggia. Sconvolto dalla notizia, Eddie va a trovare l'amico Nuke (Gene Simmons), un DJ radiofonico della sua cittadina, che conosceva personalmente Sammi. Visto lo stato del ragazzo, il DJ gli fa uno splendido, inaspettato regalo: il 33 giri inedito dell'ultimo album di Sammi, che sarà trasmesso in anteprima nella notte di Halloween. Incurante dello sguardo inquietante di Nuke, Eddie torna a casa felice, mette il disco sul piatto e si rende conto che c'è qualcosa che non va. Avvezzo a nozioni di riti esoterici, prova a riprodurre il disco al contrario, ed ecco che si svela l'arcano. Grazie a quel disco, è possibile evocare lo spirito demoniaco di Sammi, che promette il compimento della vendetta di Eddie. A farne le spese per prima sarà la tipa di Tim, la quale per poco non ci lascia le penne, e poi Tim stesso, salvo per un soffio da una morte orrenda. Spaventato dalla piega che stanno prendendo gli eventi, Eddie prova a rompere l'incantesimo ma una serie fortuita di avvenimenti farà accadere l'esatto opposto, l'evocazione di Sammi che compare in tutto il suo furore metallaro, mezzo volto riarso dal rogo, cipiglio luciferino, labbra nere come le piume di un corvo. E per Eddie inizia una corsa contro il tempo, l'impossibile missione di fermare il demone che inizia a seminare il terrore nella solita anonima cittadina americana durante la notte delle streghe.
La cattiveria di Sammi Curr ritratta nel poster nella cameretta di Eddie
Commento!
Ed evocazione, infine, fu!
Lo ammetto, ho cercato di abbellire la trama per renderla più interessante, ma sappiate che così non è. La storia è semplice, a tratti ingenua, per nulla spaventosa e ricca di cliché della filmografia horror di quegli anni, il tutto senza il minimo cenno di splatter o uccisioni cruente. Questo aspetto mi ha lasciato alquanto spiazzato, ad essere sincero; un po' i ricordi offuscati del quattordicenne che ero, un po' la convinzione che ci doveva pur essere un motivo per cui questo film è diventato nel tempo un piccolo cult, ma mi aspettavo litri di sangue e uccisioni fantasiose a ritmo di un sano metal. Invece il film ha preso un'altra direzione, rendendolo quasi divertente da vedere nonostante non abbia nulla di comico ma soltanto un (retro)gusto kitsch. Morte a 33 giri diventa quindi un simpatico omaggio agli stereotipi horror e al metal, mantenendosi leggero e innocuo, nonostante alcune (poche) scene degne di essere ricordate. Gli effetti speciali sono abbastanza dozzinali e pacchiani, l'interpretazione degli attori è appena sotto il livello della decenza tranne quella di Tony Fields, davvero convincente nei panni di Sammi Curr, ma c'è un punto a favore del film che, davvero, s'innalza impetuoso ed offusca tutto il resto:
IL METALLO.

Nella forma e nelle note dei Fastway, band britannica che ha firmato tutti i pezzi della colonna sonora. Oggi come oggi, se appena appena vi piace il genere, penso che quei pezzi siano da recuperare per ri-ascoltarli in macchina a volume sostenuto. Per il resto non c'è molto altro da aggiungere, il film scorre via senza che vi lasci la sensazione di aver buttato 100 minuti della vostra preziosa esistenza, ma nemmeno senza lasciare un segno indelebile nella memoria. Musica a parte, ci sono però un paio di osservazioni da fare...


Mirabolanti effetti speciali

Scena Cult 1
Le scene cult
  • La più interessante è verso il finale; lo spoiler è minimo ma necessario. Sammi Curr irrompe finalmente durante il ballo della scuola, esattamente a mezzanotte di Halloween, e lo fa nel modo più plateale possibile. Tra lampi e fulmini sbuca dall'impianto della band insignificante che sta suonando in quel momento, prende il posto del front-man ed inizia a schitarrare come un forsennato. Il pubblico, convinto che si tratti di un convincente travestimento di Curr (oggi diremmo "cosplay"), si esalta come non mai ed inizia a ballare indemoniato. Al culmine dell'estasi, Sammi fa partire delle mega saette dalla chitarra, che carbonizzano quelli della prima fila, iniziando una sana, cruenta carneficina. Come anticipato, non c'è nulla di splatter, anzi la sequenza è pure ridicola nella sua innocenza... ma agli occhi di un esagitato quattordicenne che doveva ancora vedere Nightmare (sono arrivato dopo), quello era tutto. 
  • All'inizio Eddie deve subire una brutta umiliazione da parte del bullo, a causa del quale finisce nudo come un verme nella palestra delle ragazze... e mentre cerca pateticamente di scappare con le chiappe al vento, la cheerleader stronzetta riesce a fargli una foto con una polaroid. Ammetto di aver sghignazzato: oggi il tizio sarebbe stato riempito dai flash degli smartphone, ma nemmeno ieri avrebbe potuto salvarsi dal pubblico ludibrio. Cambiano i tempi, cambiano i mezzi, ma l'idiozia umana regna sempre sovrana!
  • La tv locale trasmette il sermone di un reverendo, che si scaglia contro il satanismo e il pessimo influsso del metal sulle menti deboli dei giovani. Aguzzi lo sguardo e, quando realizzi chi è l'attore, scoppi in una bella risata. Genio! Stiamo parlando di Ozzy Osbourne, ovviamente.
Ozzy Osbourne nei panni del reverendo.
Il cast
Ai tempi erano tutti insignificanti (camei a parte), ma alcuni attori, in un modo o nell'altro, successivamente hanno lasciato il segno. Vediamo chi o come:
  • Se siete stati attenti, avrete intravisto il nome di Gene Simmons durante il riassunto della trama. Direi che non ha bisogno di ulteriori presentazioni: il bassista dei KISS ha fatto da attore in altri mitici film, non posso non ricordare Runaway (di Michael Crichton con Tom Selleck) e Detroit Metal City (film demenziale giapponese, che ho recensito qui)
  • Ozzy Osbourne. L'ho citato nel punto precedente, non aggiungo altro.
  • Marc Price (Eddie). Marc ha legato il suo nome praticamente solo a Skippy di Casa Keaton. Tante altre parti minori ma per me, fan di Alex (Michael J. Fox), quel telefilm avrà sempre un piccolo posticino nel cuore, splendida sigla inclusa.
  • Tony Fields (Sammi Curr). Ballerino, è stato memorabile in A Chorus Line e in alcune partecipazioni ai videoclip di Michael Jackson (Thriller e Beat It) prima di lasciarci prematuramente nel 1995.
  • Glen Morgan (l'amico Roger). Questo è stato in realtà l'unico suo ruolo come attore; Morgan è oggi un acclamato sceneggiatore a cui dobbiamo la saga di Final Destination e gran parte degli episodi della serie cult X-Files insieme al creatore Chris Carter.
  • Doug Savant (Tim il bullo).  Chi l'ha seguito, lo avrà sicuramente riconosciuto nelle prime cinque stagioni di Melrose Place (era Matt)
  • Il regista Charles Martin Smith: nato come attore (American Graffiti, Starman, un ruolo minore ne Gli Intoccabili), ha esordito alla regia con questo film e, in seguito, ha firmato successoni come: l'episodio pilota di Buffy l'ammazzavampiri, Air BudL'incredibile storia di Winter il delfino 1 e 2...
Alex (Michael J. Fox) e Skippy (Marc Price) in Casa Keaton

Conclusioni
Morte a 33 giri merita dunque una visione? Devo riconoscere, ahimè, che questo film ha un target molto circoscritto: l'adolescente degli anni '80 (e forse '90), e chi oggi era adolescente in quegli anni. Dubito fortemente che possa piacere a giovani di oggi, l'horror ha cambiato faccia più volte e questo film è troppo leggero, banale ed ingenuo, troppo ancorato al suo essere anni '80, senza grosse pretese o spunti memorabili per chi vuole qualcosa di forte. In poche parole, è invecchiato male, non è minimamente attuale ma, se vi riconoscete nel target di riferimento, potrà ancora farvi passare una serata in relax e moderato divertimento. Un punto a favore, lasciatemelo aggiungere, è il titolo italiano, che ho trovato molto azzeccato, più del titolo originale (Trick or Treat), banale richiamo ai dolcetti e scherzetti della notte di Halloween.
Un film più recente che riprende le sue atmosfere, le estremizza risultando altrettanto godibile con l'aggiunta di una violenta dose di splatter a delle cattive citazioni metal, è Deathgasm (2015), che consiglio spassionatamente agli amanti del genere.

[1] La mia vocina interiore è tamarra, dovreste averlo capito da un pezzo.

Leslie (Lisa Orgolini) e gli inspiegabili occhi a cuoricino verso il protagonista.

Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 5
Banalotta, piena di cliché e pochi spunti memorabili. Diciamo che non è proprio il suo forte.
Musiche:
8
La colonna sonora dei Fastway è fantastica, ed è assolutamente il punto di forza dell'intera produzione. Da ascoltare più volte, ovviamente deve piacervi il genere (direi glam metal?)
Regia: 6
Budget ridicolo: difficile fare di meglio, sinceramente. Ma certe ingenuità e diverse prove di attori poco convincenti non lo rendono un film memorabile.
Ritmo: 6,5
Scorre via che è un piacere, aspetto che ho decisamente apprezzato.
Violenza: 5
Potenzialmente avrebbe potuto diventare un film memorabile e distruttivo, ma la leggerezza con cui scorre via gli impedisce di raggiungere un punteggio più elevato.
Humour: 5
Oddio, non fa ridere volontariamente, qualche scena provoca un leggero tremolio delle labbra... ma non esageriamo, suvvia.
XXX: 6
Fan service gratuito in un paio di scene, come da contratto per un horror di quegli anni.
Voto Globale: 6
Mi sento buono, la sufficienza la regalo per avermi fatto divertire, per il gustoso omaggio al metal di quegli anni, per qualche idea carina e ben realizzata. Ma difficilmente Morte a 33 giri può essere definito una pietra miliare del genere, nonostante oggi sia diventato un mini-cult per i non più giovani.

3 commenti:

  1. Cavolo, ma ti hanno oscurato le foto? E perchè mai? E' la prima volta poi!

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    Risposte
    1. Grazie della segnalazione, non so cosa sia successo... sono sparite molte immagini degli ultimi due articoli. Appena posso, cercherò di ripristinarle. :O

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  2. "l'horror ha cambiato faccia più volte"
    E difatti oggi e finito per diventare un genere per fighette; come anche (praticamente) TUTTI gli altri generi cinematografici!

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