venerdì 13 ottobre 2017

5 cm al secondo (2007) | Recensione

5 cm al secondo
Voto Imdb: 7,8
Titolo Originale:Byōsoku go senchimētoru
Anno:2007
Genere:Drammatico, Sentimentale
Nazione:Giappone
Regista:Makoto Shinkai
Cast:Kenji Mizuhashi, Satomi Hanamura

Attenzione! Questa recensione è un estratto della Monografia su Makoto Shinkai. Ne ho fatta una versione separata ai fini di una bieca migliore indicizzazione dei motori di ricerca. Seguite questo link per leggere l'intero articolo! LINK


Livello di spoiler: ASSASSINO [trama dettagliata e finale svelato]

Qui continuo a sbavare di fronte alla qualità, in ascesa costante.
5 cm al secondo
, un mediometraggio di circa un'ora, è la storia di Takaki e Akari, un bambino e una bambina che si conoscono alle elementari. Hanno molto in comune: hanno cambiato più volte scuola a causa del lavoro dei genitori, sono spesso malaticci e per questo preferiscono andare in biblioteca, isolandosi dal resto dei compagni, sono tranquilli e taciturni, ma quando sono insieme stanno bene... due veri e propri amici per la pelle, forse anche qualcosa di più. Il film ci racconta la loro storia attraverso tre archi narrativi distinti, che riassumono tre parentesi fondamentali nelle loro vite.

Takaki e Akari
Trama (gli spoiler partono da qui e andiamo sul pesante andante)
La prima parte, Ōkashō ("Il capitolo dei fiori di ciliegio") si sofferma sul grande viaggio del tredicenne Takaki. Alla fine delle elementari, Akari è costretta a trasferirsi nella prefettura di Tochigi mentre Takaki deve andare a Tokyo. Per intenderci, siamo sempre nella regione del Kantō, distanze abbastanza grandi, ma niente di insormontabile, diciamo due orette con i superfighi treni giapponesi. I due ragazzi continuano a scriversi lettere, raccontando le loro giornate e le loro sensazioni a cuore aperto. Purtroppo Takaki è nuovamente costretto a trasferirsi, questa volta a Kagoshima. Ben altra storia: parliamo della punta estrema meridionale dell'isola di Kyushu, qualcosa come 1400 km di distanza dalla capitale. Cosa che per un neo-adolescente diventa una distanza incalcolabile. Takaki prende d'impulso una decisione: saltare sul treno e raggiungere Akari per vederla di persona, almeno una volta ancora. Il viaggio diventa un'odissea: molti cambi di treno e, soprattutto, una grandissima nevicata che riesce a mettere in ginocchio il sistema ferroviario giapponese, causando un mostruoso ritardo al povero ragazzo. Per inciso, ve lo dicevo che Shinkai ama inserire tocchi di fantascienza nei suoi racconti, eccovi un fulgido esempio. Tornando al povero ragazzo, è facile intuire la sua frustrazione: il giorno diventa notte, i fiocchi di neve la sua unica compagnia, il freddo pungente un alleato contro la noia. Takaki teme di non trovare più nessuno ad attenderlo all'arrivo, chi sarebbe così folle da passare una notte nella stazione sepolta dalla neve? Quando finalmente il ragazzo scende dal treno, inaspettatamente trova Akari addormentata davanti ad una stufa, ad attenderlo. Qui lo dico e qui lo nego: non sottovalutate l'importanza di questa scena, perché è questa ad avere conseguenze nefaste sulla psiche compromessa del ragazzo. L'immagine di Akari addormentata davanti alla stufa è il momento in cui Takaki capisce di essere passato dalla friendzone alla perdizione fatale. I due ragazzi si abbracciano e passano l'intera notte a parlare. Sotto un ciliegio reso spoglio dalla neve, si scambiano un bacio tenero, a suggellare una promessa per il futuro.
I cieli di Kagoshima. Sembra una fotografia.
La seconda parte, Cosmonaut, vede un salto di qualche anno: siamo al liceo, Takaki si trova ancora a Kagoshima, splendida località dove si surfa abbestia e le giornate scorrono via tranquille, in pieno contrasto con la frenesia di Tokyo. L'intero arco narrativo è dal punto di vista della compagna di classe Kanae: follemente innamorata del ragazzo, è talmente timida ed insicura da non trovare mai la forza per dichiararsi. C'è qualcosa in lui che la attrae: lo vede sempre solitario e taciturno, ma con lei è gentile; un momento è chino sul cellulare a scrivere e-mail [2], quello dopo le sorride cordialmente. Forse qualcosa lo turba, l'unica cosa certa è che spesso lui ha lo sguardo perso nel vuoto, fisso all'orizzonte. Noi spettatori sappiamo cosa guarda: lui si immagina ancora con Akari, l'orizzonte non è che la meta a cui tendere, il luogo fantastico ed idealizzato dove lei lo sta aspettando.
Quando Kanae decide che è arrivato il momento di confessargli il suo amore, realizza che lui è in realtà irraggiungibile. Il capitolo si chiude con la ragazza che piange in camera sua, nel silenzio della notte, mentre noi scopriamo, non senza un pizzico di inquietudine, che Takaki in realtà non sta mandando a nessuno le email che scrive sul cellulare, le compone e le cestina.
La Tokyo del terzo arco narrativo.
Il terzo capitolo, Byōsoku 5 Centimeter ("5 cm al secondo"), è l'atto conclusivo: Takaki, adulto, lavora a Tokyo e continua a pensare ad Akari, che non ha più rivisto né sentito. Ancorato al ricordo struggente del passato, non riesce a provare sentimenti per altre ragazze (in diverse scene vediamo come lui rifiuti il contatto di una collega che gli muore dietro). Durante uno di quei giorni in cui la sua esistenza si trascina per inerzia, Takaki attraversa un passaggio a livello, incrociandosi con una donna. Prima che il treno gli copra la visuale, per un attimo riesce a scorgere il viso di Akari: lei non l'ha riconosciuto e continua nel suo frettoloso incedere. In questo momento parte un flashback accompagnato da una struggente canzone, in cui vediamo come Akari abbia dimenticato nel tempo il ricordo di Takaki e abbia iniziato una nuova vita con un'altra persona che sposerà di lì a qualche giorno. Alla fine del flashback, come una sorta di epifania, Takaki si rende conto di aver letteralmente buttato nel cesso gli anni migliori della sua vita ad inseguire un sogno rimasto tale... si licenzia dal lavoro e si incammina in una Tokyo buia e anonima ma in perenne movimento. Forse non è troppo tardi per dare una svolta alla sua vita?
*sbavo*
Commento
Neanche io so il perché abbia deciso di raccontare così nei dettagli questa storia, cosa che farò anche con un altro mediometraggio (Il giardino delle parole). Il motivo, probabilmente, è perché mi è rimasto qualcosa dentro. Ragionandoci più a freddo, penso di ricondurre il tutto alla prima parte, quella del viaggio di Takaki verso il paesino sperduto di Akari, non nascondo che sia il momento in cui, più di tutti, mi sono immedesimato nel protagonista. Ōkashō è la parte raccontata meglio, in assoluto. Sia come narrazione che, soprattutto, come immagini. L'inquietudine e la frustrazione del ragazzo bloccato in mezzo al nulla, in un Giappone insolitamente ostile e lontano dalla perfezione di Tokyo, traspaiono in modo vivido e convincente. Sono sincero, mi sono stupito molto nel leggere diverse recensioni in cui ci si lamenta della noia dei primi venti minuti. È vero, la storia è lenta (ma è una caratteristica di Shinkai), è introspettiva, non è nemmeno innovativa ma, secondo me, ha trovato la sua giusta dimensione. Gran parte del merito è sicuramente dovuto alle immagini, già in quest'opera di splendida fattura. Si vede come Shinkai abbia affinato la tecnica diventata poi il suo trademark: sfondi in computer graphic ritoccati manualmente in post produzione, su cui sono state applicate le animazioni in 2D dei personaggi. A parole è difficile da rendere, ma il risultato visivo è ottimo già in un film di ormai dieci anni fa. Non posso più, ad esempio, usare l’espressione “è invecchiato male” che ho scritto nella recensione di La voce delle stelle, perché se lo facessi mentirei a voi e a me stesso. 5 cm al secondo ha però, a mio parere, dei grossi difetti. Non è innanzitutto coerente ed omogeneo, soprattutto nella struttura narrativa. Da questo punto di vista, Shinkai è ancora molto acerbo. Trovo poco coerente l'alternanza dell'io narrante, che passa con eccessiva disinvoltura da Takaki ad Akari, con la parentesi, questa sì abbastanza inutile, di Kanae. Il risultato è poco omogeneo perché di fatto la storia è vissuta unicamente dal punto di vista del ragazzo e gli intermezzi con le voci delle due ragazze risultano troppo forzati. Lo stesso registro delle voci (mantenuto nell'appena sufficiente doppiaggio italiano, con le voci di Federico Zanandrea e Debora Magnaghi) è quasi disturbante: voci di ragazzi più che adulti associate a bambini, pensieri e parole in libertà con un timbro adulto che poco si confà all'età dei protagonisti. Sicuramente è cosa voluta, a mio avviso è invece un espediente ingenuo e di poco effetto. Gli stessi personaggi, essendo archetipi, peccano di caratterizzazione, almeno per come la vedo io. Takaki è monodimensionale nella sua ossessione, Akari è solo una idealizzazione, di Kanae vediamo poco sviluppo come personaggio anche se, a conti fatti, risulta la più interessante, chissà che in una narrazione a più ampio respiro non avrebbe potuto riservare qualche sorpresa in più? Per il resto, buona la regia, forse troppo netti gli stacchi fra i tre capitoli (ma il salto temporale è così largo che è difficile fare altrimenti).
Notare l'incredibile livello di dettagli. Qui siamo a Kagoshima.
Ah, dimenticavo: cosa significa il titolo "5 cm al secondo"? È una frase che, nella primissima scena, Akari dice a Takaki e fa riferimento alla velocità a cui cadono i petali dei ciliegi in fiore in primavera. Ce lo vedo, il Makoto, tronfio per aver trovato una frase ad effetto, divertirsi ad infilarla qua e là nei dialoghi dei suoi personaggi. Come un cerchio che si chiude, faccio notare come il passaggio a livello della prima scena, in cui si parla dei cinque centimetri al secondo, è lo stesso dell'atto conclusivo, segno che l'autore aveva ben chiaro lo sviluppo della storia, almeno come inizio e come fine; non è cosa negativa, peccato che il percorso sia risultato troppo accidentato.

Stazione della metropolitana di Tokyo

La classe di Takaki


Il Pagellone!
Così è deciso!
Trama: 4
poco bilanciata e coerente, abbastanza semplice e raccontata per giunta maluccio. Il soggetto, va detto, è interessante. La prima parte è la mia preferita in assoluto, purtroppo la storia si perde clamorosamente per strada.
Musiche: 6
le musiche di Tenmon, fatte di solo pianoforte, creano un'atmosfera angosciante e drammatica. Dopo un po' diventano però stancanti.
Regia: 8
non nascondo il mio apprezzamento a questo aspetto, visivamente è davvero spettacolare ed alcune soluzioni sono anche molto efficaci. La cura del particolare è grandiosa e non posso non applaudirla. Le stesse animazioni dei personaggi, solitamente più legnose rispetto al resto del comparto visivo, hanno fatto un gran bel balzo in avanti.

Ritmo: 4
lento, a tratti forse noioso. Non si può pretendere un ritmo alla Fast & Furious (rido io per primo di fronte all'assurdità del paragone) per un film dichiaratamente introspettivo, certo un maggiore brio nella narrazione non avrebbe guastato.

Violenza: 5
assente; potrei fare la battuta che la sua lentezza esasperante può diventare violenza psicologica nei confronti dello spettatore, ma non lo faccio. Ops, l'ho appena fatto.
Humour: 4
Totalmente assente, Shinkai è serio e serioso.
XXX: 0
nulla da segnalare
Voto Globale: 6
il giudizio non è facile, per me. Facendo un riduttivo calcolo matematico, potrei cavarmela dicendo che è la media dei tre capitoli: 8 il primo, 4,5 il secondo, 5,5 il terzo, anche se sono consapevole di essere fra i pochi a preferire la prima parte alle altre due. Avrei anche potuto dargli qualcosa più vicino ad un 7 perché in fondo il film mi ha emozionato. Purtroppo non posso nascondere i grossi difetti che ho evidenziato nella recensione, che minano il giudizio globale. 5 cm al secondo resta, in ogni caso, un film che merita una chance, non è detto che non possa piacervi, basta che sappiate a cosa state per andare incontro.

1 commento:

  1. Grazie per la recensione.
    Cio' che mi ha lasciato piu' shtupito che perplesso e' la carrellata di immagini alla fine della storia quando Takaki ripercorre indietro i momenti vissuti sia con Akari che con Kanae. Non sono riuscito a dare il giusto peso a quelle immagini...rimpiange entrambe le ragazze?
    Comunque l'errore piu' grande di Takaki non e' stato tanto l'aver idealizzato un amore che poi non si e' mai rivelato tanto profondo quanto il suo ma quello di aver sempre evitato Kanae. La storia raccontata da questo anime mi ricorda non poco gli errori in gioventu' del sottoscritto. Il tempo purtroppo non torna indietro e gli errori e il dolore anche se nel tempo va scemando rimangono per sempre.

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